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L’appello degli specializzandi: “Regione mantenga gli impegni presi e rispetti il nostro lavoro”

Una nota della Regione ha chiarito che il presupposto per la corresponsione del premio agli operatori impegnati per l'emergenza è “la titolarità di un rapporto di lavoro, di tipo libero professionale o subordinato a tempo determinato”. In questo modo, però, " la Regione Lazio esclude dall’erogazione del bonus tutti gli specializzandi del I e del II anno e quelli degli anni successivi che non hanno stipulato contratti aggiuntivi". Questa la denuncia dei medici del coordinamento “Chi si cura di te?” e di FederSpecializzandi.

25 APR - Due settimane fa la Regione Lazio aveva siglato un accordo con i sindacati confederali per corrispondere un emolumento economico a tutti gli operatori sanitari impegnati nella gestione dell'emergenza Covid-19, includendo esplicitamente anche i medici in formazione specialistica. Tuttavia una nota della stessa Regione chiarisce che il presupposto per la corresponsione del premio è “la titolarità di un rapporto di lavoro, di tipo libero professionale o subordinato a tempo determinato”.
 
"In tal modo (come si legge dal testo della nota), nascondendosi dietro un cavillo normativo, la Regione Lazio esclude dall’erogazione del bonus tutti gli specializzandi del I e del II anno e quelli degli anni successivi che non hanno stipulato contratti aggiuntivi, cioè la maggior parte dei medici in formazione specialistica", denunciano i medici del coordinamento “Chi si cura di te?” e di FederSpecializzandi.
 
"Riteniamo inaccettabile tale specifica: noi specializzandi in tutta Italia, tanto in condizioni ordinarie e, in maggior misura, in corso dell’attuale emergenza, suppliamo alle carenze di organico imputabili al massiccio definanziamento del Ssn operato negli scorsi decenni. Lavoriamo nei reparti Covid a pieno regime e a fianco del personale dipendente. Tutti noi specializzandi, assunti e non assunti, abbiamo prestato lo stesso grado di impegno nella gestione dell'emergenza Covid e siamo stati esposti agli stessi rischi del personale strutturato, per di più spesso in condizioni di minor tutele e garanzie", spiegano in una nota.
 
“La formazione universitaria cui si fa riferimento nella nota della regione consiste dunque nel nostro lavoro quotidiano che, in tutta Italia, permette il funzionamento del Servizio Sanitario Nazionale. Quanto affermato nella nota della Regione è l'ennesima dimostrazione della considerazione che le istituzioni hanno di noi specializzandi: siamo medici quando siamo utili per fornire forza lavoro nelle strutture sanitarie, siamo studenti quando veniamo esclusi dal riconoscimento del lavoro che stiamo svolgendo".
 
"Agiremo fin da subito affinché nessun collega attualmente impegnato nell’emergenza Covid-19 venga escluso dal contributo economico previsto, sia nelle regioni (Toscana ed Emilia-Romagna) che hanno già manifestato l’intenzione di estenderlo anche agli specializzandi senza tuttavia specificare ancora le modalità, sia affinché tali iniziative vengano estese a tutto il territorio nazionale", concludono i medici del coordinamento “Chi si cura di te?” e di FederSpecializzandi.

25 aprile 2020
© Riproduzione riservata

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