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Salute, scienza e diritti: le incognite nella corsa al ministero della Salute

di Antonio Panti

12 OTT - Gentile Direttore,
in questi giorni impazza il totoministri e molti che hanno a cuore il Servizio Sanitario (forse indipendentemente da come han votato) si augurano che il Ministro della Salute appartenga alla cosiddetta destra sociale, insomma sia meloniano, per evitare il pericolosissimo regionalismo leghista o la tendenza alla privatizzazione prevalente in Forza Italia. Un’analisi che appare corretta nella misura in cui la visione statalista e antiliberista del socialismo legato al sovranismo può comunque condurre a esiti utili a garantire la sopravvivenza del sistema salute così come lo aveva disegnato la 833.

Si assiste quindi a una sorta di vigile attesa senza pregiudizi che però affronta solo un lato delle complesse questioni sanitarie. Se qualcuno riesce a rimettere in piedi il territorio, a ridurre le liste d’attesa, a assumere medici e infermieri e magari a pagarli meglio, non può che essere accolto come una specie di Messia. Per quanto l’attesa sia turbata dal fatto che si tratta sempre delle stesse persone che da decenni occupano le italiche poltrone. Anche il tiro al piccione sul PD, sport di gran moda, non tiene conto che dal tempo di mani pulite vi sono stati Ministri di destra o dei 5 stelle che avrebbero potuto correggere gli errori imputati alla sinistra di Governo.

Un problema concreto, in questo innegabile cambiamento dei punti di riferimento politici, è che la sanità non presenta soltanto gravissime criticità che richiedono un immediato intervento. Esiste nella tutela della salute una questione dei diritti civili che assume sempre più rilevanza nella società contemporanea. Che ne sarà della 194 e della RU 486 e del fine vita o dei problemi della sessualità, insomma di molte questioni intorno alle quali anche il comportamento dei medici può risentire di un diverso clima politico?

Il prospettato Ministero della Natalità avrà il fine di riportare un clima di fiducia nel futuro che, insieme a idonei provvedimenti, riesca a superare il dramma nostrano della denatalità oppure servirà a demonizzare la libera scelta delle donne?

E di fronte a una ripresa del Covid quale politica vaccinale farà il Governo o almeno due destre su tre? Non sono problemi da poco. I conservatori hanno storicamente un atteggiamento coerente con i principi della scienza la destra no, anzi ha una storia di diffidenza verso i valori cosmopoliti della conoscenza.

Anche la questione dei migranti è tutta da chiarire compresa la distinzione rispetto ai profughi. Chi arriva dalla Siria o dall’Afganistan o dal Sud Sudan come si classifica? Il che richiama il problema dello jus scholae, la cui soluzione è urgente anche per motivi utilitaristici.

Restiamo in vigile attesa augurandoci, come medici e come cittadini, un buon Ministro e una buona politica.

Antonio Panti   

12 ottobre 2022
© Riproduzione riservata

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