Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Sabato 20 APRILE 2024
Lettere al direttore
segui quotidianosanita.it

Autonomia differenziata in sanità: perché bisogna opporsi senza se e senza ma

di Gianluigi Trianni

13 FEB -

Gentile direttore,
il principale problema del SSN è oggi lo strangolamento finanziario in funzione della progressiva privatizzazione della risposa al bisogno pubblico di assistenza. A ben vedere ad esso è funzionale anche il processo attuazione della Autonomia Regionale Differenziata (ARD). Lo segnalo dal 2019, e da ultimo nell’autunno 2022 con l’allarme lanciato su QS, senza riscontri tempestivi da parte della “redazione allargata”.

In tema di ARD il Report di Gimbe sulla ex art.116.3 Cost. è esauriente, ma pecca di una contraddizione sul piano politico sanitario: approda ad una posizione, pragmatica di (pretesa) riduzione del danno, del tipo “meglio no, ma se proprio, bisogna che ......”

È una posizione perdente nei fatti perché offre alibi ai sostenitori della ARD, il cui fallimento in Sanità è però macroscopico, inconfutabile.

Non c’è bisogno di rifarsi alla gestione di Covid-19.

Basta rifarsi ai LEA, i cui tassi di assolvimento sono non un mero indizio ma una prova di fallimento certa e ripetuta negli anni, così come lo è la mobilità sanitaria interregionale, entrambe indagate efficacemente dal Report Gimbe, e non solo.

Per questo l’obbiettivo politico di eliminare le disuguaglianze e le disfunzioni dell’assistenza sanitaria pubblica, finanziariamente strangolata e già normativamente troppo regionalizzata, si consegue solo con una opposizione alla ARD, ulteriore balcanizzazione della sanità pubblica, "senza se e senza ma".

Non ci sono alternative.

Ravvedo lo stesso errore di pragmatismo e (pretesa) riduzione del danno nella LIP (legge di iniziativa popolare) del Prof. M. Villone, che propone vincoli in materia di legislazione sanitaria, ed ha raccolto adesioni anche su QS.

In materia di sanità la LIP di Villone fa due sacrosante operazioni seguenti.

La prima è di prevedere in luogo dei “livelli essenziali delle prestazioni” i “livelli uniformi delle prestazioni”, (art.117.2 - m), Quindi di prevedere i “LEA”, livelli essenziali dell’assistenza, siano trasformati in “LUA”, livelli uniformi di assistenza.

Non è mera questione nominalistica.

Si afferma in politica sanitaria l’uguaglianza (cfr. Art. 3 Cost.) quali/quantitativa in tutte le regioni, non solo la mera “essenzialità”, la quale comporta necessariamente, livelli diseguali e difformi di assistenza in relazione alla capacità di spesa e di amministrazione delle singole regioni.

La seconda è prevedere che “tutela della salute e servizio sanitario nazionale” siano inserite tra le materie di “esclusiva legislazione dello Stato”, (art.117.2 - m).

Purtroppo, tale previsione è inficiata dal mantenere tra le “materie di legislazione concorrente” (Stato e Regioni) (art. 117.3) la “assistenza e organizzazione sanitaria”.

Non è logico né necessario: legiferare in ordine al “Servizio Sanitario Nazionale”, è legiferare anche su “assistenza e organizzazione sanitaria”.

Lo testimoniano la 833/78 e successive modificazioni e l’adozione, previa intesa con la Conferenza Stato Regioni, del DM77/22 sugli standard, anche organizzativi, della medicina territoriale.

Ma entrambe le sacrosante, pur col limite precitato, previsioni della LIP di Villone sono inficiate dai limiti oggettivi della sua stessa iniziativa politica.

Il più primo limite, segnalato da lui stesso con l’acutezza e la onestà intellettuale che gli sono proprie, è che la Costituzione vigente è già incompatibile con una attuazione del 116.3. che non sia “la diretta connessione con una specificità territoriale” essendo tale specificità territoriale <

L’art.116.3, infatti, argomenta il prof. Villone, è norma derogatoria dell’art. 5 della Cost.: “La Repubblica, una e indivisibile, (omissis) >> e comunque è vincolata all’Art. 3 << (omissis) È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, (omissis)”.

Per quale motivo dovrebbe essere modificata con LIP costituzionale una Costituzione che è già baluardo giuridico inefficace non perché in sé lacunoso, ma perché non fatto valere?

E’ il caso delle richieste per la Sanità di Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna, nessuna delle quali, come si evince dal report Gimbe ha il carattere della “specificità territoriale”.

Lo ammette lo stesso prof. Villone, e segnala: “Va però detto che nessuna riforma testuale della Costituzione potrà mai di per sé bloccare la deriva verso la frantumazione sostanziale del paese. L’unità della Repubblica e l’eguaglianza dei diritti sono difesi anzitutto con la battaglia politica”.

Il secondo limite è l’(auto)illusione che: “Una riforma mirata del testo costituzionale può creare condizioni migliori perché quella battaglia sia vinta”, ponendola in alternativa a “proposte radicali, come ad esempio la abrogazione dell’intero Titolo V, e il ritorno al testo originario della Costituzione del 1948”, che “sarebbe di bandiera per alcuni, ma non avrebbe concrete possibilità di essere assunta nei processi politici e nelle sedi istituzionali”.

Ma quali “concrete possibilità di essere assunta nei processi politici e nelle sedi istituzionali” avrebbe oggi la sua LIP, che, pur non “radicale”, postula la centralità del Parlamento e la riduzione degli ambiti dell’ARD, a fronte di un governo di destra-centro e della sua grande maggioranza parlamentare, che, in ossequio al loro programma elettorale, perseguono un patto di riforma istituzionale che prevede sia il presidenzialismo che l’ARD? Nessuna.

Governo e maggioranza parlamentare, pur con le contraddizioni ideologiche e politiche (centralismo statalista versus regionalismo secessionista autarchico) che le caratterizzano proseguiranno sulla strada della ARD e non faranno propria la LIP, che al massimo potrà contare in Parlamento su una opposizione comunque minoritaria.

La ADR potrà essere fermata solo da altri “ostacoli” che mobilitino l’opinione pubblica nelle varie regioni e con ciò mettano a repentaglio il sistema di consenso e governo politico e la possibilità materiale di attuarla.

Un ostacolo sarà che i Presidenti delle regioni con minore sviluppo dei servizi sanitari e minore gettito fiscale richiedono che, prima della ARD, siano ridotte le differenze strutturali tra regioni.

Ma ciò sarà impossibile essendo il relativo costo stimato in decine di miliardi, aggiuntivi alle dotazioni del Fondo Sanitario Nazionale, ed è in contrasto con la politica dell’attuale governo e della sua maggioranza.

Entrambi, come i precedenti, considerano infatti, il SSN non un ambito su cui investire per il benessere sociale ed il PIL, ma un settore le cui spese sono da tagliare in nome dell’”austerity”, salvo che non siano in gioco i profitti delle aziende distributrici di fonti energetiche fossili (spacciati come costi) o quelli delle multinazionali del farmaco.

Altro ostacolo efficace sarebbe lo svilupparsi di una forte opposizione sindacale dei professionisti e dei lavoratori del SSN, sia a livello nazionale che regionale e locale, come, “mutatis mutandis”, è accaduto e sta accadendo in Francia, Inghilterra, e Spagna.

Nei mesi scorsi ci sono stati pronunciamenti unitari contrari all’Autonomia regionale differenziata, delle componenti autonome (cfr. Di Silverio e Troise), di quelle confederali in Sanità e di Ordini Professionali.

È però necessario che si passi dalle “parole” ai “fatti” sindacali, inserendo l'opposizione alla ARD nelle piattaforme rivendicative di tutte le vertenze sindacali compatibili, non solo nel comparto Sanità.

È inoltre necessario che il sindacalismo apra un dialogo con le Associazioni dei pazienti, al momento mute, e con i Sindaci, che della funzionalità delle strutture del SSN nei loro Comuni portano il peso: molti ne hanno preso consapevolezza e cominciano ad opporsi, come a Napoli, Bari e Bologna.

Gianluigi Trianni

Medicina Democratica



13 febbraio 2023
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Lettere al direttore

lettere al direttore
ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy