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Pediatri in campo contro bullismo e cyberbullismo

di Paolo Siani

06 MAR - Gentile direttore,
Bullismo e cyberbullismo sono una piaga sociale, ma non è in cima ai pensieri della politica, che è come se non vedesse l’elevato e sempre crescente numero di vittime, specie adolescenti, dovute a questo fenomeno. Quando si registra il caso eclatante se ne parla ma il fenomeno ha una quota enorme di vittime ”silenziose” che subiscono senza avere il coraggio e la forza di denunciare.

Me ne sono occupato in commissione bicamerale infanzia e adolescenza nel 2019 con una ricca e aggiornata indagine conoscitiva, e l’Italia ha una legge molto avanzata la N 71 del 2017 la cui ratio è che l’approccio corretto al fenomeno non può che essere quello educativo e formativo.
E alle stesse conclusioni era giunta l’indagine conoscitiva sottolineando però che non può essere soltanto la scuola a occuparsi del fenomeno ma anche le famiglie.

Si è recentemente conclusa la prima fase di uno studio pilota in cui sono stati coinvolti circa 800 pediatri che attraverso un questionario anonimo sulle abitudini e i comportamenti online delle famiglie hanno scoperto che il 26% dei genitori permette che i propri figli utilizzino i device in autonomia tra 0 e 2 anni, percentuale che sale al 62% per la fascia 3-5 anni, all’82% nella fascia 6-10 anni e al 95% tra gli 11 e i 15 anni.
Inoltre una famiglia su quattro nella fascia 0-2 anni e una su cinque, in quella 3-5 anni, si affida all’intelligenza artificiale per far addormentare i propri figli, con ninne nanna prodotte dagli assistenti vocali.

Già in uno statement pubblicato nel 2018 sulla rivista Italian Journal of Pediatrics la Società italiana di pediatria aveva messo in luce i rischi per la salute psicofisica di un uso precoce, prolungato e non mediato dagli adulti dei media device nei bambini da 0 a 8 anni. Erano state rilevate interferenze negative sul sonno, sulla vista, sull’apparato muscolo-scheletrico, sull’apprendimento e persino sullo sviluppo cognivo”, Da qui la raccomandazione di evitare smartphone e tablet prima dei due anni, limitare l’uso a massimo 1 ora al giorno tra 2 e 5 anni e al massimo a 2 per quelli di età compresa tra 5 e 8 anni.

Per questo motivo insieme alla professoressa Staiano Presidente della Società italiana di pediatria, al Dr D’Avino presidente della federazione italiani pediatri e alla dott.ssa Manetti Presodente dell’associazione culturale pediatri abbiamo dato inizio al progetto “Connessioni delicate” che coinvolge tutti i pediatri italiani che ad età precise, in occasione dei consueti bilanci di salute, informeranno precocemente i genitori sul corretto uso dei devices e dei social.

Viene introdotto così nell’ambito dei normali bilanci di salute anche il bilancio di salute digitale per fornire ai genitori strumenti utili per tutelare la loro presenza online e quella dei loro figli.

Lo studio rientra nel progetto "Connessioni delicate” realizzato dalle società scientifiche di pediatria con Meta e Fondazione Carolina che ha l'obiettivo di sensibilizzare i genitori rispetto all'utilizzo dei dispositivi digitali dei bambini e di promuovere buone pratiche grazie alla guida attenta dei medici pediatri.

E necessario e urgente investire di più in prevenzione, attuare in pieno la legge 71 del 2017 e coinvolgere le famiglie oltre che la scuola per una conoscenza profonda del fenomeno per poterlo contrastare efficacemente.

Paolo Siani
Direttore UOC Pediatria
Ospedale Santobono, Napoli
Già vice Presidente commissione bicamerale infanzia e adolescenza

06 marzo 2023
© Riproduzione riservata

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