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Si usi l’AI anche nella medicina del territorio

di Giuseppe Belleri

05 APR -

Gentile Direttore,
la prospettiva indicata dal dott. Alparone nel suo intervento sul QS è condivisibile e delinea uno scenario di possibile sviluppo della medicina territoriale. Nei computer dei MMG si nasconde una miniera di dati riguardanti milioni di assistiti affetti da patologie croniche, quotidianamente registrati o generati nell’attività assistenziale. Non resta che estrarre queste preziose risorse informative sedimentate negli anni, sottoporle ad una opportuna lavorazione per filtrare quelle pertinenti da aggregare in report epidemiologici e sugli esiti clinico-assistenziali. La gestione della cronicità è la mission dell’assistenza primaria, come ricorda Alparone, e diverse iniziative sparse nella penisola hanno già tentato di sfruttare questi inestimabili giacimenti, un vero filone aureo dell’era informatica e carburante che alimenta l’Intelligenza Artificiale.

Uno dei più significativi per durata e numerosità è stato il progetto di Governo Clinico (GC) dell’ASL/ATS di Brescia esordito nel 2005 con i seguenti obiettivi:

L’impostazione del GC rientra nella valutazione della qualità attuata con una sorta di audit permanente accessibile a tutti i MMG, a patto di osservare alcuni criteri nella gestione degli indicatori previsti dai PDTA implementati (ipertensione arteriosa, diabete mellito, scompenso cardiaco, fibrillazione atriale, BPCO e demenza) e necessari all’elaborazione dei report.

Gli indicatori epidemiologici, di processo e risultato dei percorsi, restituiti periodicamente ai partecipanti dall’ATS hanno consentito un monitoraggio continuo in itinere per raggiungere obiettivi professionali e di sistema in una logica di accountability, benchmarking e apprendimento organizzativo.

Il GC ha migliorato le pratiche assistenziali e la comunità delle cure nella popolazione di riferimento rafforzando allo stesso tempo l’identità e la coesione professionale. Attorno al progetto infatti si è aggregata una Comunità di Pratica, sia virtuale sia in presenza, che è cresciuta via via negli anni fino a coinvolgere la maggioranza dei MMG bresciani attorno ad obiettivi professionale ed assistenziali qualificanti. Con questa ispirazione il GC ha attuato una presa in carico informale e migliorato le relazione tra professionisti sanitari, affidando ai MMG il compito di coordinatore la filiera della cronicità per favorirne l’appropriatezza organizzativa.

Ecco una sintesi dell’ultimo report disponibile, consultabile al sito:. https://app.box.com/s/cywdelg5wbm1hifzqy0r4tfhmskjncjm . Nel 2005 i partecipanti erano poche decine che nel 2017 sono diventati 590 su circa 730 MMG, pari all’80,4% dei generalisti in attività al 31/12/2017. I dati trasmessi sono relativi all’81,5% della popolazione d’età superiore ai 14 anni, pari ad oltre 600 mila assistiti. La prevalenza media delle principali patologie croniche era la seguente:

La rete informatica del GC ha coagulato dal basso una sorta di AFT ante litteram, nello spirito della Comunità di Pratica tra pari, con riunioni in piccoli gruppi di formazione sul campo nella fase iniziale e di miglioramento sui report periodici che restituivano ai partecipanti i dati sul monitoraggio delle patologie. Ovviamente la sperimentazione ha scontato alcuni limiti, soprattutto per la mancanza dei PAI nei soggetti con evolute polipatologie e per l’impegno richiesto dalla gestione informatica degli indicatori di processo ed esito, che potrebbero essere superati con la digitalizzazione finanziata dalla Missione 6 del PNRR.

La chiave di volta per rilanciare su vasta scala progetti simili è l’interoperabilità tra Software di studio e piattaforme telematiche, come sottolineato da Alparone, in un doppio senso

Alla chiusura della sperimentazione del GC bresciano non era ancora iniziata l’era dell’Intelligenza Artificiale applicata alla medicina. E’ facile immaginare il valore strategico dei giacimenti informativi del MMG, una volta che la preziosa materia prima sarà estratta e opportunamente lavorata dall’IA generativa. Quella dei fondi del PNRR per la digitalizzazione è un’occasione d’oro per ridare speranza ad una categoria demotivata e sarebbe drammatico perdere questo (ultimo?) treno. A condizione di introdurre incentivi ad hoc e soprattutto sgravare il peso dell’opprimente carico burocratico che fiacca la resistenza dei medici, demotiva le nuove generazioni e blocca l’innovazione. Prima che sia troppo tardi.

Giuseppe Belleri
Mmg in pensione, Brescia



05 aprile 2024
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