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Sanità privata in sciopero a dicembre. Che vergogna il mancato rinnovo del contratto, siamo invisibili

di Carmela De Rango

15 NOV - Gentile Direttore,
sono ormai 19 gli anni di attesa per un nuovo contratto e ancora una volta ci troviamo al Ministero del Lavoro, con Aiop e Aris, nel tentativo di trovare inutilmente una soluzione. Non ci rimane allora altra strada che proclamare nuovamente lo sciopero, anche con dispiacere per i nostri pazienti che saranno costretti a subire l’ennesimo disagio.

Bisogna però ricordare che noi medici siamo stati discriminati dal Ministero della Salute e dal governo nel 2020 in quanto il governo ha finanziato il ccnl della sanità privata del comparto ma non quello dei medici. E ancora oggi siamo nuovamente discriminati perché il governo non risponde alle richieste di convocazione che Cimop ha più volte inviato al Ministero della salute. In aggiunta a tale quadro anche la Conferenza delle Regioni non risponde alle nostre richieste di incontro. Mi chiedo per quali ragioni.

Il contratto Cimop è applicato a circa 10.000 medici, ma probabilmente la categoria di lavoratori in questione è reputata una categoria che non ha diritto ad essere ascoltata: una sorta di limbo, dove esigenze precise e legittime, tutt’altro che campate in aria, vegono relegate da qualcuno a scomoda cornice.

Alle richieste avanzate da Aiop si è aggiunta anche quella di Aris (che però ha già fatto un notevole sforzo nel 2020 rinnovando il contratto) di finanziamenti ad hoc per la copertura dei contratti dei medici: a fronte di tutto ciò il governo cosa risponde? E perché il governo ha finanziato il contratto del comparto, ma non quello dei medici?

Inoltre perché il governo non convoca un tavolo per risolvere questo problema ormai atavico di contratti fermi da 19 anni? Perché il governo permette di far decidere agli imprenditori della sanità privata quando rinnovare il contratto dei medici, senza porre dei vincoli di accreditamento sul rinnovo di tutti i contratti della sanità (sia di diritto privato che di diritto pubblico)?

Voglio ricordare che, in base ai dati del Ministero della Salute, gli ospedali privati convenzionati con il SSN forniscono il 30% di prestazioni sanitarie, come parte integrante del servizio pubblico. Operano ‘per conto’ e ‘a carico’ del SSN essendo vincolati da un nesso funzionale ai pubblici poteri attraverso un regime di accreditamento e accordi specifici, disciplinati dagli articoli 8 quater e 8 quinques del D.lgs. 502/1992.

In ultimo vorrei mettere l’accento sulla complessità delle prestazioni erogate dalla componente di diritto privato, e quindi effettuate dai medici che operano in questo contesto: essa è sovrapponibile a quelle dei servizi erogati dalle strutture di diritto pubblico, risultanza confermata dall’analisi dell’indicatore case-mix, indicatore maggiormente utilizzato per i confronti tra erogatori.

Si tratta di un’analisi effettuata accuratamente secondo la quale i medici che lavorano negli ospedali privati Aiop hanno una differenza di retribuzioni rispetto ai colleghi degli ospedali pubblici che va dal -58% per un neoassunto, a – 92% per i responsabili, mente negli ospedali Aris il gap di retribuzione va da – 26% per un neoassunto, a – 57% per un responsabile.

Direi che i dati si commentano da soli.

Per cui alla luce di tali elementi, analitici e non soggettivi, appare evidente che siamo in presenza di una situazione gravissima che non ha bisogno di ulteriori commenti, ma solo dell’indignazione collettiva e alla quale purtroppo nessuno intende porre rimedio. Ci chiediamo il perché e, in attesa di una risposta che forse non arriverà neanche stavolta, scioperiamo.

Carmela De Rango
Segretario nazionale della Cimop

15 novembre 2024
© Riproduzione riservata

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