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Aggressioni in sanità, condivisa la proposta di Fedesanità Calabria sulla figura del “mediatore”

di Luisa La Colla

04 FEB - Gentile Direttore,
il 2 dicembre scorso si è svolto un convegno organizzato dal comune di Pizzo Calabro in collaborazione con Federsanità Anci Calabria, sul tema della sicurezza nella sanità. Un tema estremamente attuale viste le tante azioni violente perpetrate a danno degli operatori sanitari, siano essi medici infermieri od oss, soprattutto nei pronto soccorsi.

Da Federsanità Anci Calabria in quella occasione, parte una proposta, quella di dotare i pronto soccorso di una figura formata adeguatamente affinché possa fare da “cuscinetto”, “facilitatore”, “intermediario”, fra i parenti in attesa di conoscere le sorti del congiunto entrato a visita ed i medici. Una figura che consenta di non sentirsi abbandonati da un lato e dall’altro, che consenta di essere informati correttamente sulle condizioni reali del malato e sul percorso che esso sta compiendo all’interno del pronto soccorso, ma anche per rassicurare il paziente, quando le condizioni lo consentono, di non esser solo.

Alla base delle violenze, infatti, è assodato che vi sia una necessità di comunicazioni che per l’appunto quando non fornite, fanno scaturire forme di violenza verbale o peggio ancora fisica. Il tema e la proposta di Federsanità Anci Calabria vengono ripresi su più tavoli, anche in occasione degli Stati generali della comunicazione in sanità, tenutisi a Roma il 16 gennaio.

La figura di un chiamiamolo mediatore, è emersa insieme alla necessità di una giusta formazione alla comunicazione empatica che dovrebbe essere fornita a tutti coloro i quali gravitano nel mondo della sanità ed hanno rapporti sia con i degenti che con i parenti.

È una notizia importante sapere che dalla teoria si sia passati alla pratica, difatti, in alcune aziende ospedaliere è notizia di qualche giorno fa, l’avvio di un progetto di orientamento per i parenti con persone specializzate che per l’appunto creano un interscambio fra parenti e pazienti , donando informazioni ai familiari sulle condizioni sanitarie. È un dato di fatto, conoscendo la reale situazione, i parenti sono più calmi. Nei pronto soccorsi con una media di 250 accessi giornalieri, il 60% sono per patologie non urgenti, la possibilità di smaltire ulteriormente gli accessi che potremmo definire inutili, insieme con il facilitatore, renderebbe molto più semplice la gestione oggi difficilissima degli accessi e della fruizione dei pronto soccorso.

Per questo, servirebbe un maggiore impegno da parte del territorio che attraverso i suoi filtri ovvero in primis i medici di base, dovrebbe occuparsi maggiormente di tutti quei codici bianchi e verdi che ad oggi intasano luoghi ai quali si dovrebbe ricorrere solamente in caso di estrema necessità.

L’auspicio di Federsanità Anci Calabria è che questa idea, risultata condivisibile e soprattutto applicabile alla realtà, possa essere esportata in tutti gli ospedali d’Italia, garantendo così non solo sicurezza agli operatori, ma anche maggiore tranquillità e trasparenza ai parenti.

Luisa La Colla
Comunicazione Federsanità Anci Calabria

04 febbraio 2025
© Riproduzione riservata

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