Gentile Direttore,
vorrei ringraziare anche io l’Onorevole Quartini e vorrei farlo in modo non convenzionale. Tenuto conto che durante i miei numerosi anni di direzione dell’Ordine dei Medici di Bologna spesso mi è capitato di intraprendere discussioni e dibattiti sul ruolo del servizio Sanitario Nazionale ed ora, in quiescenza dal SSN e non più ai vertici dell’Ordine, mi onora discutere con il Responsabile della sanità del M5S e, allo stesso tempo, mi fa piacere constatare che è un collega, un Medico. Resto convinto, mi si perdonerà questa punta di corporativismo, che fare la nostra professione discutere sulla sanità aiuta a capirci meglio.
Vorrei ringraziare l’Onorevole Quartini per la sua importante disponibilità alla dialettica che per me vale come disponibilità al confronto, e da quel che vedo, oggi sul nuovo libro del prof Cavicchi, (Articolo 32. Un diritto dimezzato. Castelvecchi 2025), non tutti sembrano avere.
Soprattutto quei “bagnini” -per riprendere l’azzeccata metafora proprio di Cavicchi- che da quando c’è il governo Meloni vogliono salvare la sanità ma senza ammettere che essa dovrebbe essere salvata dalle politiche contro-riformatrici fatte dai Governi precedenti a trazione PD e non dal Governo Meloni che le ha ricevute in eredità.
Oggi i “falsi bagnini”, alla luce dell’ultimo libro del prof Cavicchi, si dileguano, credo per celare la loro difficoltà progettuale all’innovazione anche per occultare (forse) innegabili complicità con le politiche sanitarie fatte dai citati precedenti Governi.
Quindi ringrazio di cuore il Collega Medico Quartini sia perché non si è nascosto, come tanti, dietro uno slogan vuoto ma anche perché le Sue intenzioni politiche mi sembrano buone e dimostrano che Egli, come me e come centinaia di migliaia di persone (Operatori della sanità e Cittadini), hanno a cuore le stesse cose: vale a dire le sorti della nostra sanità pubblica che a dir il vero mi sembra ormai giunta all’ultimo stadio e al tracollo.
Detto ciò debbo dire che ho letto con grande interesse, oltre che l’articolo dell’Onorevole Quartini, anche i documenti da Lui allegati , vale a dire la proposta di legge presentata dal M5S nel 2023 (“Disposizioni concernenti il finanziamento, l’organizzazione e il funzionamento del Servizio sanitario nazionale nonché delega al Governo per il riordino delle agevolazioni fiscali relative all’assistenza sanitaria complementare”) e il documento finale approvato dall’Assemblea Nova del 2024 ”Riforma del sistema sanitario e tutela della persona” .
E come per incanto è scattato mi è apparso immediatamente un “clik”: cioè, ho capito l’equivoco, il malinteso, che penso, per il bene della nostra discussione, sia utile chiarire.
Le proposte che ho letto sono per me personalmente più o meno tutte tecnicamente condivisibili ma riprendendo una importante distinzione politica introdotta nel dibattito proprio dal prof. Cavicchi e tante volte ripresa anche su questo giornale (Ricordo solo Qs 20 gennaio 2020) è quella tra riformatore e problem solver: cioè tra chi propone una riforma e chi invece vuole risolvere un problema. Ricordo con soddisfazione che ebbi l’onore di presentare il libro proprio nel mio Ordine a Bologna “Il riformista che non c’è. Le politiche sanitarie tra invarianza e cambiamento” del 2013 nel quale si spiegava molto bene questa importante distinzione.
Il Problem Solver, come ci spiega Cavicchi, interviene tecnicamente sui vari problemi ma lasciando invariate le contraddizioni del sistema che le ha prodotte. Il Riformatore invece è colui che rimuove le contraddizioni del sistema al fine di salvarlo per cui la risoluzione dei problemi, che pur esistono, è la conseguenza non di un singolo atto tecnico ma di un atto politico. Cioè, di una riforma.
La mia impressione è che mentre gli epigoni dei Governi precedenti fingono di salvare la sanità chiedendo finanziamenti ma, sostanzialmente per confermare le controriforme espletate, il M5S, al pari di tanti altri, propone di mettere tante toppe per aggiustare tecnicamente alla meno peggio il sistema che c’è ma senza rimuovere nessuna delle grandi contraddizioni che lo stanno di fatto mettendo in liquidazione.
Per quanto possa sembrare paradossale la linea del M5S alla fine a me sembra non sia così diversa da quella degli epigoni suddetti e nemmeno da quella di tanti altri “bagnini” già menzionati altrove e sostanzialmente latori tutti di posizioni che, a sistema sanitario controriformato invariante, propongono al massimo un riordino blando ma nulla di più. Quindi non qualcosa di buono, di utile, di decisivo ma qualcosa che sia solo un po’ meno peggio di ciò che è stato deciso consapevolmente.
Il M5S, come leggo dal documento Nova, in realtà chiama “riforma”, ciò che riforma a mio avviso non è ma è un semplice ed utile lavoro di puntuale problem solving. L’idea di riforma vera, sempre a mio modesto avviso, è quella che ci propone Cavicchi e verso la quale sono del tutto d’accordo: quella della “quarta riforma”, quella del “meta-diritto”, quella della “compossibilità” quella che, anche l’Onorevole Quartini sembra condividere, della “salute come mondo possibile”.
Personalmente penso che il M5S sia, nonostante le sue indiscutibili buone intenzioni, piuttosto lontano dalla proposta di riforma del prof. Cavicchi. Penso, inoltre, che nonostante la bella presentazione fatta dall’Onorevole Conte, che ribadisco di aver apprezzato molto, se dovesse ridursi agli allegati segnalatimi in calce dall’Onorevole Quartini, allora mi permetto di dire al M5S che come movimento rischia di perdere una occasione d’oro, occasione che se, al contrario fosse, presa sul serio consentirebbe di fare un balzo in avanti anche, sempre a mio avviso, rispetto al consenso politico. E farebbe la differenza.
Usare la proposta di Cavicchi per fare problem solving non solo è un equivoco ma per chi lo proponesse sarebbe del tutto controproducente.
A me colpisce che il M5S tra quelli che sono chiamati “elementi chiave” della sua proposta di legge vi siano solo tecnicalità innegabilmente importanti, sia chiaro, ma alla fine null’altro che una razionalizzazione di un processo contro-riformatore che però implicitamente si dà (anche inavvertitamente) per acquisito e che quindi non è messo mai in discussione. Mi colpisce che la stessa cosa valga per il documento di Nova dove, ad esempio, per quanto concerne la medicina territoriale si parla solo timidamente di graduale passaggio dei MMG alla dipendenza. È vero che “con il tempo e la paglia maturano le nespole” dicevano i nostri nonni, ma lì nespole non ce ne sono ed è un nodo da risolvere solo gordianamente. Consiglierei la lettura del Corriere della Sera di qualche giorno fa dove la Gabanelli parlava di “scacco al Governo dai MMG”! E debbo dire che oggi il Ministro della Salute fa bene a strigliare le regioni sulle liste di attesa. Un po’ più di piglio non guasta. Un altro nodo che non viene per nulla affrontato è quello della cassa di previdenza (Enpam) che eroga pensioni ad un costo ben più alto di quello che fa l’INPS e che dà emolumenti al proprio CDA un po’ fuori misura! Basterebbe leggere le relazioni di AMIRE per farsene l’idea giusta.
Ma sempre nell’ottica di una franca discussione con l’Onorevole Quartini vorrei proseguire. Potrei fare tanti esempi (ma inutile riportare qui il libro di Cavicchi, basterà leggerlo!) mi limito a dire che mi colpisce che nelle proposte dell’onorevole Quartini siano del tutto assenti tante fondamentali questioni di riforma non da ultimo la questione del superamento dell’Azienda.
Ma Onorevole e Collega Quartini tenersi l’azienda, come ha rispiegato il prof. Cavicchi, è come tenersi il più potente atto riformatore contro l’Art. 32 e contro la L. 833.Tenersi l’azienda è tenersi la privatizzazione, è posporre i diritti agli interessi, e imporre alla sanità vincoli di compatibilità economica, è usare l’appropriatezza per risparmiare e non per curare i malati. Il Collega Quartini troverà molti lumi nell’articolo di Cavicchi che risponde al collega Cosmi sostenendo la tesi che l’aziendalismo “rompe l’alleanza tra società e sanità” (QS 9 aprile 2025).
Quartini è Medico come me e sa bene che la Deontologia Medica, per la quale il mio Ordine con la mia presidenza ha mostrato tutto il suo rigore, è del tutto in antitesi con l’Azienda.
Immagino sappia anche bene che l’Azienda per il Cittadino e per il Malato non è un vantaggio ma esattamente il contrario.
Ma ribadisco di nuovo che la cosa che mi colpisce di più di quello che dice l’Onorevole Quartini è lo scambio tra il problem solving e l’idea di riforma. Che questo errore sia commesso dai “bagnini” che non sanno nuotare, più o meno inconsapevolmente (?), o da alcuni che portano in un modo o nell’altro l’acqua al mulino sbagliato è grave ma passi, ma che sia commesso da una forza politica come la Sua che si definisce alternativa agli epigoni e “progressista”, non solo non è bene ma rischia di essere fatale alla credibilità del Movimento.
A me sembra del tutto evidente che il Movimento voglia legittimamente contendere agli epigoni un determinato spazio politico anche perché con tutto l’enorme disagio che soffre la popolazione a proposito di salute, questo spazio c’è ed è reale e, aggiungo, è pure tanto.
Ma se si pensa di farlo alterando l’unico vero pensiero riformatore che abbiamo in questo paese e spiegato bene nel suo ultimo libro da Cavicchi, allora al Collega Medico Quartini dico con molto affetto che non è la via giusta. Non si potrà essere credibili e non si potrà essere percepiti come i veri salvatori dell’Art. 32.
Secondo me l’idea di meta-diritto è una eccellente idea di riforma che in primo luogo fa leva sulla Costituzione; ma lo è anche perché è una idea che permette di far capire a tutti la differenza tra un meta-diritto e un mezzo diritto.
Dire alla gente che ha un mezzo diritto e che bisogna fare una riforma per avere un diritto vero è un discorso chiaro.
Onorevole Quartini grazie infinite davvero per la sua amabilità dialettica e auguri a tutti noi.
Alla fine, concludendo: “Meta diritti” quindi riforma, o “mezzi diritti” quindi problem solving.
Giancarlo Pizza
già Presidente OMCeO Provincia di Bologna