Gentile Direttore,
con il dovuto rispetto e attenzione ho letto l’articolo del dott. Giancarlo Pizza, che ringrazio per il contributo critico, segno di un dibattito vivo su un tema cruciale come la sanità. Premetto che, ovviamente, condivido appieno la preoccupazione per un articolo 32 svuotato e per una sanità pubblica sempre più “mezzo diritto”. Ma proprio per questo, oggi più che mai, servono proposte concrete, non solo denunce. Ecco perché, come Movimento 5 Stelle, abbiamo presentato una legge organica, che insieme al documento sulla sanità di “Nova”, la nostra fase costituente, risponde, almeno in parte, alle sue sollecitazioni.
Mi permetto di porre alcune riflessioni per capitoli.
Lei ha ragione: l’articolo 32 rischia di essere una reliquia se non lo si aggancia a una visione sistemica. Per questo “Nova” punta a interconnettere salute, ambiente e equità (compossibilità vs compatibilità), con prevenzione strutturale (per esempio: screening di massa, psicologo di base, etc), telemedicina e un Fondo Sanitario legato all’8% del PIL, ma se questo indicatore è insufficiente potremmo utilizzare anche la spesa sanitaria media procapite, anch’essa sotto la media dei paesi OCSE di circa 600 euro (oltre 35 miliardi in meno, rispetto ad una cifra assoluta). Non è mera fiscalità: è un patto generazionale per garantire ai nipoti di oggi ciò che noi rischiamo di perdere.
Condivido la sua diffidenza verso il privato. Per questo la nostra proposta:
Non è utopia: è realismo, con sanzioni per chi sgarra.
Lei dubita che il M5S possa “salare la terra”. Ma “Nova” e la pdl a mia prima firma, spazzano via nomine clientelari (art. 7: dirigenti scelti per competenza, revocabili per inefficienza) e centralizzano il SSN (“Nova”: revisione del Titolo V), per superare i divari Nord-Sud.
Non è centralismo: è unità, come chiedeva già la Corte dei Conti.
Le liste d’attesa sono sintomo di un sistema malato. Per questo puntiamo sulle Case della Comunità (“Nova”, art. 2) e sul fascicolo sanitario unico (art. 10), per snellire i percorsi. E con il +30% di fondi al personale (art. 3), fermiamo l’emorragia di medici verso il privato.
Cavicchi ha ragione: serve un “meta-diritto”. Ma le riforme costituzionali richiedono tempo e alleanze. Per questo chiediamo di non strumentalizzare la sanità: l’art. 32 va rinnovato, invece di ridurlo a slogan.
Gentile dott. Pizza, la sua critica è un monito a non accontentarci di mezze riforme. Ma oggi serve coraggio: il nostro piano c’è. A lei, ai medici, ai cittadini chiediamo di sostenerlo, migliorarlo, chiediamo di non boicottarlo. Perché, come scriveva Cavicchi, “la salute è un mondo possibile”. Purché si abbia l’umiltà di costruirlo insieme.
Andrea Quartini