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Fronte infermieristico. Se ad intervenire sono sempre i “soliti noti”

di Graziano Lebiu

18 MAR - Gentile Direttore,
mi permetto di condividere con Lei la personale suggestione che, sulle pagine di QS, l’anno 2015 si è aperto e prosegue, sul fronte infermieristico dei soliti noti, con l’identico passo del 2014: stesse argomentazioni, stesse firme, identiche conclusioni a poche ore di distanza, autorevolezza e contenuti, mi permetta, opinabili. Pur legittimo il diritto di cronaca e di critica e altrettanto inaccettabili le insinuazioni e le ingerenze che ne conseguono, non ci sono dubbi che siamo ancora di fronte ad una sistematica campagna contro il maggior azionista della professione infermieristica nazionale per quello e per chi rappresenta. Cui prodest?

Mi viene da chiederLe che interesse possa mantenere nel pubblicare le sovrapponibili litanie che da più parti e con più firme ci è dato di leggere da mesi, senza che da tali contributi siano riusciti a costruire, rispetto alle evidenze contestate, una proposta autorevole, spendibile, seria, costruttiva, per il governo della professione infermieristica. Alla domanda “che risultato porta a casa tale andazzo”, si può senza smentita rispondere che niente porta a casa la gun-nurses ingaggiata dal fuoco amico, niente il sasso lanciato nello stagno da improbabili personaggi, men che meno vi sono vantaggi per la comunità professionale conseguente alle azioni di mandanti che in più di un ruolo hanno affollato siti internet, quotidiani on line, petizioni pubbliche, uffici protocollo istituzionali.

Si sono dimenticati, o non riescono a cogliere, che agli infermieri attirano, rispetto al conflitto d’interesse e all’incompatibilità, i miglioramenti e la valorizzazione del loro status ed impegno, una buona politica professionale, provvedimenti che riguardano tutti dall’ordinistica alle competenze avanzate, dai riconoscimenti economici all’organizzazione professionale e del lavoro, dalla dignità al decoro anche personale. Tutto questo non si ottiene con la manipolazione delle realtà. Una auspicabile diversa lettura della politica professionale non può misurarsi con la distruzione sistematica di tutto quanto la circonda e nemmeno con la ricerca di un eventuale consenso senza una sola parola di come essere alternativa all’obiettivo di tale abbattimento di massa. Sarà un caso che nessun “duro e puro” si è presentato ai nastri di partenza della competizione elettorale appena conclusa dopo tutto il fango dei mesi scorsi?
 
Hanno sprecato una ennesima occasione per dimostrare che una proposta di governo professionale autorevole, pur mossa da un investimento più emotivo che strategico e politico, sarebbe stata un capitale di alto profilo con il quale confrontarsi. Si è invece ridotta, e continua a mantenersi, a repertorio lessicale e sostanziale ininfluente, ad un degrado progressivo di toni e contenuti, quasi che il dileggio della Presidente e di componenti il Comitato Centrale sia il solo target disponibile. La buona politica professionale si costruisce e si concretizza declinando gli intenti congressuali in comportamenti, contributi e formazione a favore di quali professionisti infermieri e dirigenti istituzionali affidare la costruzione della comunità per i prossimi decenni. La buona politica professionale ha bisogno di tutti, di una maggioranza che governa e di un Consiglio Nazionale che vigila, con spazi, responsabilità e impegni che nessuno può eludere e dove sono esclusi autorevoli sociologi.

Avevo creduto che il dubbio da Lei espresso, in un editoriale di fine 2014, a commento della liceità-utilità dei continui distinguo sulla linea politica della Federazione Nazionale IPASVI, sostenuta approvata e sviluppata negli ambiti deputati che non sono la segreteria di una associazione sindacale e nemmeno le panchine di un giardinetto pubblico, potesse contribuire a riportare nei giusti binari un confronto arduo ma necessario nel percorso di ulteriore crescita professionale di una categoria centrale in tutti gli ambiti dove si declina di assistenza e prestazioni, di qualità e di efficienza, di standard e di efficacia. Mi sbagliavo.

Insistere in ennesime prolusioni di concetti destrutturati, privi di riscontro, unilaterali, strumentali e intellettualmente disonesti, ci consegna la certificazione che evitare di umiliare qualche professionista in più e gratificare qualche sindacalista e competitor in meno non è obiettivo spendibile da molti dei suoi interlocutori nel breve e medio termine. Per il lungo periodo vedremo. Mantengo l’auspicio che nel proseguo del 2015 la sua Direzione possa inoltre giovarsi della tutela degli articoli pubblicati su QS come Riproduzione Riservata. E’ infatti acclarata e frequente, su un sito sindacale vicino ad un suo interlocutore, la duplicazione di articoli “letti-pubblicati su QS” quasi che la riproduzione riservata sia interdetta e la condivisione sindacale invece auspicata.

Per rispetto di molti se non di tutti, dovrebbe tutelare il diritto dei suoi lettori di fruire di notizie, da qualunque fonte arrivino, pubblicate in esclusiva senza prestare condivisione al copia incolla. Nascerebbe l’ipotesi che prima di essere pubblicato su QS, il copia ed incolla sia concordato, a sua insaputa, tra terzi.

Graziano Lebiu
Presidente IPASVI Carbonia Iglesias 
 
 
Gentile presidente
come penso sia ormai chiaro ai più, QS è un organo di stampa indipendente e aperto e, soprattutto, interessato al dibattito e al confronto. E lo siamo con tutti. Allo stesso modo. Quindi, per usare la sua defizione, per quanto mi riguarda sono tutti "miei interlocutori". Alla pari. Se anche vi fosse una sola voce "contro", e nel caso del comma 566 come sa bene le voci contrarie sono più di una, QS la ospiterebbe perché, lo ripeto, crediamo che il nostro ruolo sia proprio quello di dare "voce".
 
Per quanto rigaurda la difesa del copyright sui testi, la ringrazio per la sua attenzione ma penso che nel momento in cui essi sono ripresi citando la fonte non vi sia problema. Del resto il bello (o il brutto, a seconda di come la si pensi) del web è proprio questo. La libertà di prendere, riprendere, commentare, far circolare. E con QS ciò accade molto spesso, non solo in campo infermieristico, ma in moltissimi altri settori i cui organi di informazione web attingono sempre più spesso alla nostra testata. Fortunatamente, nella maggiornaza dei casi, citandoci con chiarezza e contribuendo così a farci conoscere sempre di più.
 
Grazie per la sua attenzione.
 
C.F.

18 marzo 2015
© Riproduzione riservata

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