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Osteopatia professione sanitaria al Senato: come la mettiamo?

di Francesco Manti

25 MAG - Gentile Direttore,
dopo decenni di tentativi presso gli organismi parlamentari e governativi, ieri il Senato ha approvato l’articolo 4 del DDL 1324, che istituisce la professione sanitaria di osteopata. Da molte parti si levano grida di giubilo, da altre si danno per scontate delle certezze sulla formazione, da altre ancora c’è chi comincia a rivendicare verosimili paternità di questo emendamento.
 
Facciamo chiarezza. Delle tre “reazioni” sopra riportate, ad oggi nessuna risulta avere fondamento. La realtà, è che l’emendamento che si sarebbe avvicinato all’obiettivo, presentato da un membro dalla Commissione Igiene e Sanità, non è stato accolto (forse perché troppo chiaro?), e ad oggi ci ritroviamo l’approvazione senatoriale di una professione importante, senza prima averne definito il percorso di studi.
 
La stessa cosa fu fatta per i Chiropratici nel 2008: un emendamento (art. 2 comma 355) inserito all’interno della legge 24 dicembre 2007 n. 244 (Legge finanziaria 2008), diceva che il chiropratico assurgeva a professione sanitaria. Peccato che lo stesso emendamento specificava che entro 6 mesi, il Ministero avrebbe dovuto decretare il piano di studi: tale piano formativo i chiropratici ancora lo stanno aspettando, oltre più si sono visti negare nel 2014 dalla Corte di Cassazione, il diritto all'esenzione IVA per le professioni sanitarie, proprio perché non era stato emanato il decreto, e quindi non erano professione sanitaria.
 
Come al solito in Italia, facciamo prima il tetto poi le fondamenta. Come Accademia  chiediamo che se verrà approvato l’emendamento anche alla Camera, vengano subito convocate da parte della Conferenza Stato-Regioni e dal Ministero, tutte le Scuole e le Associazioni professionali che in questi anni si sono battute per mantenere pulito il nome dell’osteopatia dai molti ciarlatani che ci sono in giro.
 
Ci batteremo assieme alle Associazioni di categoria, affinché vengano riconosciuti i titoli pregressi: in Italia infatti, gli osteopati esistono, operano e fanno del bene da più di trent’anni, e chi come noi ha attuato le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità rispetto ai piani formativi, rivendica con forza tale prerogativa.
 
A tal proposito, rispetto alla formazione, nulla si anticipa nell’emendamento approvato in Senato, e nulla si dice su cosa sia l’osteopatia, a differenza di quello rigettato. Chi può parlare di formazione osteopatica se non chi negli anni si è occupato di metterla in pratica? Nessuna tra le professioni esistenti, tranne che l’Osteopata, può insegnare l’Osteopatia, poiché essa è una disciplina che ad oggi non esiste nell’ordinamento universitario. Noi siamo per una laurea quinquennale in osteopatia, autonoma da tutte le altre, come lo è stato fino ad oggi per i diplomi che abbiamo rilasciato. Eventuali parcellizzazioni del percorso di studi, non hanno alcun senso. L’Osteopatia è una disciplina scientifica che non prevedere abilitazioni parziali: o si è Osteopati con le 4200 ore di formazione, o non lo si è.
 
Di certezze ad oggi ce ne sono poche. C’è certamente la riscossa morale per chi come noi, in questi anni, ha lottato per vedersi riconoscere il diritto di esistere dell’Osteopatia. Ma a nostro modo di vedere, prima del principio “legale” (e fino ad un certo punto, vedi i chiropratici…) avremmo voluto che fosse stato riconosciuto quello “scientifico” della formazione. Tale principio, nel mondo, è approvato da moltissimi paesi, non ultima l’OMS, ma in Italia non ci piacciono mai le cose lineari, bensì i voli pindarici.
 
L’Accademia di Medicina Osteopatica Superiore, auspica che venga approvato anche alla Camera tale emendamento, anche se quest’ultimo è il chiaro frutto di un compromesso politico al ribasso.
 
Oggi per la Medicina Osteopatica è un giorno di riscossa morale contro chi negli anni ne ha osteggiato il percorso di riconoscimento, ma allo stesso tempo rimaniamo guardinghi rispetto all’applicazione pratica di tale “principio”, poiché a nostro modo di vedere, è nella sua applicazione che si gioca la partita decisiva.
 
Prof. Francesco MANTI
Presidente Accademia Medicina Osteopatica Superiore

25 maggio 2016
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