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Psicologi. Protocollo Regioni-Cnop è tassello importante per attuare i Lea e dare risposte ai cittadini

di David Lazzari

25 MAR - Gentile direttore,
la definizione di un protocollo d’intesa per l’avvio di un “tavolo di confronto permanente” tra la Conferenza delle Regioni e il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi per approfondire il ruolo e la presenza dello Psicologo nel sistema salute è un fatto ricco di importanti implicazioni. Questo perché nel caso della Psicologia c’è un importante gap da superare. Gli Psicologi sono significativamente presenti sin dalla costituzione nel Servizio Sanitario ma negli ultimissimi anni ci sono state profonde novità: le attività psicologiche sono state considerate importanti dai Livelli Essenziali di Assistenza in considerazione delle nuove evidenze scientifiche e dei bisogni diffusi dei cittadini, il ruolo riconosciuto nel Piano Nazionale della Cronicità, e la professione psicologica ricompresa a tutti gli effetti tra quelle sanitarie con la legge 3/18.
 
Questo ultima novità normativa non è un fatto solo nominalistico o formale: è un passo fondamentale per riconoscere che la salute (e la cura) è fatta non solo di biologia ma anche di psicologia, come da anni afferma l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
 
Ora queste novità devono essere tradursi sul piano operativo ed il ruolo delle Regioni in questa partita è fondamentale. Il lavoro da fare è importante perché sul versante del concreto utilizzo delle professionalità psicologiche e dei servizi psicologici siamo purtroppo molto indietro: non vi è stata una adeguata attività di benchmarking che abbia consentito di valorizzare e disseminare le buone pratiche esistenti e consolidate.
 
Oggi i cittadini delle diverse regioni (e addirittura delle diverse zone della stessa regione) trovano risposte in campo psicologico molto diverse. Eppure i modelli organizzativi ed operativi per la Psicologia che hanno funzionato e funzionano li abbiamo studiati ed abbiamo dati significativi: si tratta di investire bene i denari dei contribuenti utilizzando le formule più razionali e virtuose per dare le migliori risposte possibili ai cittadini e ridurre la frammentazione esistente.
 
Molti bisogni psichici sono di interesse pubblico, perché hanno documentate e importanti ricadute sulla salute (comparsa di malattie e loro andamento, partecipazione alle cure) e le diverse e concrete dimensioni della vita delle persone (qualità dello sviluppo nei minori, capacità produttiva, relazioni, partecipazione alla vita sociale).
 
Oggi il 40% degli italiani afferma di aver avuto contatti professionali – anche solo di consulenza breve - con uno Psicologo ma in due casi su tre ha dovuto pagarselo di tasca propria (Indagine CNOP 2018). Questo penalizza la prevenzione e chi non può permetterselo: occorrono risposte sostenibili ma generalizzabili e appropriate, che valorizzino anche la vocazione degli Psicologi al lavoro integrato e d’equipe con i medici e gli altri professionisti.
 
Come si vede è veramente importante che il lavoro congiunto di Regioni e Ordine possa dare frutti visibili e verificabili.
 
David Lazzari
Esecutivo CNOP, Presidente Ordine Psicologi Umbria

25 marzo 2019
© Riproduzione riservata

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