Malattie rare. Anche la terapia occupazionale deve entrare nei Lea

Malattie rare. Anche la terapia occupazionale deve entrare nei Lea

Malattie rare. Anche la terapia occupazionale deve entrare nei Lea

Gentile Direttore,
dopo aver letto la bozza del “Testo unificato del Ddl sulle malattie rare”, nel quale viene riconosciuto l'accesso gratuito ai trattamenti riabilitativi motori, logopedici, visivi, audiologici, neuropsicologici, cognitivi, neuroevolutivi, comportamentali, respiratori, cardiologici, vescicali, e similari, AITO, Associazione Italiana Terapisti Occupazionali, ha scritto all’On. Dott.ssa Fabiola Bologna, Capogruppo Commissione Affari Sociali e Sanità Commissione Bicamerale per l’Infanzia e l’Adolescenza per chiedere che venga posta attenzione anche alle competenze del Terapista Occupazionale.
 
Per le persone con Malattie Rare l'obiettivo della terapia occupazionale è migliorare la partecipazione e le capacità funzionali nelle attività di vita quotidiane (cura del se, produttività/gioco, tempo libero) e aumentare la loro indipendenza, oltre che ridurre il carico assistenziale delle famiglie.
 
Prima di ideare un programma, un terapista occupazionale di solito conduce valutazioni e interviste standardizzate per determinare le esatte esigenze della persona, utili ad aiutare il terapista a determinare le capacità sensoriali o le reazioni della persona; le abilità cognitive come concentrazione, apprendimento e problem solving; come si muove nell’ambiente e come adattarlo alle sue esigenze.
 
I terapisti occupazionali partono dalle storie di vita, usano i proprio modelli teorici e le attivitàespressive, manuali – rappresentative, ludiche, della quotidianitàper ampliare le abilità essenziali utili a consentire di aumentare l’ indipendenza e la qualità di vita. Lavorano a stretto contatto con genitori e insegnanti per adattare gli obiettivi terapeutici per ogni bambino e progettare programmi di personalizzati per consentire la transizione di bambini all'interno delle scuole e di altri ambienti pubblici.
 
Il terapista occupazionale si occupa anche dell'adattamento dell'ambiente per soddisfare le esigenze della persona. Ad esempio, suggerisce modifiche nel domicilio, collaborando con figure tecniche,  progettando sistemi utili per facilitare le attività quotidiane come l'alimentazione, l’igiene e la s/vestizione. Il terapista occupazionale può anche partecipare alla scelta degli ausili come deambulatori, carrozzine, comunicatori e tecnologie assistive.
 
AITO chiede dunque di aggiungere la terapia occupazionale ai trattamenti riabilitativi ai quali viene riconosciuto l’accesso gratuito e augura buon lavoro al Comitato ristretto che ha iniziato a lavorare ad un testo unico perché, come riportato dall’On. Dott.ssa Fabiola Bologna, finalmente, dia strumenti e risposte ai malati, alle loro famiglie e a tutti gli operatori del settore.
 
Gabriella Casu
Ufficio Presidenza AITO

Gabriella Casu

17 Gennaio 2020

© Riproduzione riservata

Disavanzi regionali della sanità: un “profondo rosso” in cui è cambiata la natura del problema 
Disavanzi regionali della sanità: un “profondo rosso” in cui è cambiata la natura del problema 

Gentile Direttore, negli ultimi anni il disavanzo sanitario regionale, come ricostruito pochi giorni fa qui su Qs che ha parlato di “profondo rosso” (a proposito, complimenti per la nuova veste...

Pronto Soccorso, il grido dei medici: “Così la sanità pubblica ci sta uccidendo”
Pronto Soccorso, il grido dei medici: “Così la sanità pubblica ci sta uccidendo”

Gentile Direttore,  che cosa ha indotto lo scrittore Tiziano Scarpa a definire il libro “La giusta distanza dal male”di Giorgia Protti, giovane medica al suo primo incarico in Pronto Soccorso...

Ricominciare dalla prevenzione: prendersi cura dell’Italia che cambia. La visione di Boehringer per un Paese più sano
Ricominciare dalla prevenzione: prendersi cura dell’Italia che cambia. La visione di Boehringer per un Paese più sano

Gentile Direttore, in Italia, 24 milioni di persone convivono con almeno una patologia cronica. Un numero che non rappresenta più un semplice dato epidemiologico, ma il segno tangibile di una...

Istituire la scuola di specializzazione di medicina generale per valorizzare la professione
Istituire la scuola di specializzazione di medicina generale per valorizzare la professione

Gentile Direttore,l’ASSIMEFAC, da sempre impegnata a rendere la formazione in Medicina Generale/Medicina di Famiglia disciplina accademica, prende atto, con estrema soddisfazione, dell’emendamento 71.0.3 alla Legge di Bilancio, presentato dai senatori...