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Liste d’attesa. Fontana (Lombardia): “Attaccare l’autonomia delle Regioni non è la soluzione”  

“Se non abbiamo il coraggio di vedere la situazione della sanità, affrontandone i nodi reali al di là delle polemiche politiche, questa non cambierà mai”, la posizione del presidente della Lombardia. Tra le criticità individuate, “il paradosso della crescita della domanda anche a fronte di un aumento dell'offerta, un cane che si morde la coda”. E poi “il problema della carenza dei professionisti è serio ed è figlio di una mancata programmazione”.

17 APR -

“Attaccare l’autonomia delle Regioni non è la soluzione” e “se continuiamo con le contrapposizioni”, senza avere “il coraggio di vedere la situazione della sanità in Italia, affrontandone i nodi reali al di là delle polemiche politiche, questa non cambierà mai”. Lo dice in un'intervista a La Repubblica il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, in merito al dibattito sulle liste d’attesa e sottolineando come “non è questione di mettere uno contro l'altro il ministero e le Regioni: se la mettiamo su questo piano, andremo avanti a litigare. Si deve invece diventare più seri e maturi”.

Certo, se dovesse arrivare un decreto sui poteri sostitutivi di Roma in materia di liste d'attesa senza il sì dei governatori, “penso che faremo sentire la nostra voce al ministro della Sanità per spiegare che, come Conferenza delle Regioni, pretendiamo che vengano rispettati i diritti che le amministrazioni regionali hanno” in sanità, che “è materia concorrente”.

Quanto all’accusa del ministro alla Regioni sul mancato utilizzo del totale dei fondi ricevuti per l'abbattimento delle liste d'attesa, Fontana, almeno per conto della Lombardia, replica: “Avevamo anche presentato un emendamento perché la quota potesse aumentare dallo 0,4 allo 0,7%, proprio perché avremmo potuto spendere di più. Perché altre amministrazioni non siano riuscite a fare lo stesso, non sta a me dirlo”.


Sui nodi da sciogliere, per invertire davvero la rotta, Fontana cita il “paradosso” che vede la crescita della domanda di visite ed esami diagnostici a fronte dell’aumento delle prestazioni messe a disposizione dei cittadini: “E' un cane che si morde la coda”. E spiega. “Solo nel territorio dell'Ats di Milano nel 2024 rispetto al 2023 sono state fatte 110mila visite in più e 250mila esami diagnostici, nonché 1,6 milioni di esami di laboratorio in più”. Ma se si considera il numero di abitanti, risulta che in media ogni cittadino nel 2024 ha fatto circa 18 prestazioni, “in aumento rispetto agli anni precedenti” ed “un numero altissimo, che non ha giustificazioni dal punto di vista epidemiologico e che è figlio di vari problemi, dalla mancata appropriatezza prescrittiva al ricorso alla cosiddetta medicina difensiva. Senza contare le difficoltà della medicina territoriale a trovare professionisti disposti a lavorare nelle Case di comunità. Il risultato è che, purtroppo, le liste di attesa continuano a crescere”.

Per smaltire le liste di attesa, sottolinea infine Fontana, “è necessario personale” ma c’è un “serio” problema di carenza di professionisti, “figlio di una mancata programmazione”. Per il governatore Lombardo si deve puntare su “una programmazione seria e investimenti”.



17 aprile 2025
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