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Asst Fatebenefratelli Sacco. Caos al concorso infermieri. Ipasvi Mi-Lo-Mb chiede interventi correttivi

Spazi inadeguati, foto dei test postate sui social, prova annullata per evidenti motivi di scorrettezza di alcuni candidati. Queste alcune delle condizioni che hanno caratterizzato il concorso per i 23 posti da infermiere all’Asst. La prova è stata rimandata al 16 ottobre. L’Ipasvi sollecita interventi correttivi  “a tutela dei candidati e dell’immagine della professione”.

12 OTT - “In questi giorni sono numerosi gli infermieri che da tutte le parti d’Italia si sono rivolti al nostro Ente Ordinistico per avere più garanzie e rassicurazioni rispetto alle criticità organizzative emerse nella gestione del concorso a 23 posti per infermieri ASST Fatebenefratelli Sacco”. Lo riferisce l’Ipasvi Mi-Lo-Mb, spiegando che già nella prova di preselezione del 2 ottobre erano stati segnalati evidenti problemi legati alla sede non adatta a garantire un’accoglienza per circa 2.500 persone: “Gli spazi ridotti hanno costretto i candidati a sedersi uno accanto all’altro, addirittura gomito a gomito. I tempi di espletamento della prova si sono notevolmente allungati per l’esiguo numero di fotocopiatrici messe a disposizione per la preparazione delle prove. La prova è stata annullata il giorno 9 per l’apertura anticipata e le foto postate sui social da parte di qualche candidato”.

L’Ipasvi spiega quindi di essersi messa in contatto con la Presidente della commissione “che lunedì 9 ha vissuto momenti difficili, al punto da dover prendere la decisione di annullare la prova per evidenti motivi di scorrettezza registrati da parte di alcuni candidati”, e di avere sollecitato un contatto anche con la Direzione Generale per superare le criticità organizzative emerse nelle prove del 2 e 9 ottobre, “conseguenti alla scelta di una sede non adatta al numero dei partecipanti, che è stata invece confermata”.

Ma, riferisce, “non è bastato neanche l’incidente critico dell’annullamento della prova scritta e del disagio vissuto dai partecipanti per orientare l’amministrazione a una scelta più coerente per l’espletamento delle prove, come già avvenuto in altre aziende sanitarie”.

L’Ipasvi ribadisce però la sua posizione: “La nostra richiesta di interventi correttivi è a tutela dei candidati, dei componenti la commissione esaminatrice e del comitato di vigilanza”.

L’Ipasvi richiama, però, anche gli infermieri candidati a comportamenti in linea con lo svolgimento di un concorso. “Ricordiamo ai nostri iscritti che il Regolamento recante la disciplina concorsuale del personale non dirigenziale del Servizio sanitario nazionale normato dal D.P.R. del 27 marzo 2001 n.220, all’ Art. 12., norma le modalità di espletamento della prova scritta: comma 3. Durante lo svolgimento della prova scritta è vietato ai concorrenti di comunicare tra loro, verbalmente o per iscritto e di mettersi in relazione con altri, salvo che con i membri della commissione esaminatrice o del comitato di vigilanza, per motivi attinenti alle modalità di svolgimento del concorso. Premesso che non è possibile escludere dalla prova concorsuale un candidato perché sorpreso in possesso del telefonino, laddove non vi sia la prova del suo utilizzo, vi è il divieto dell’uso dei cellulari o altri dispositivi”.

E ancora, “il D.P.R. n. 487 del 1994, che regola l’accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni e le modalità di svolgimento dei concorsi e delle altre forme di assunzione nei pubblici impieghi, nulla dispone sul divieto dell’uso dei telefoni cellulari in occasione dello svolgimento delle prove concorsuali da parte del candidato: nel 1994 i cellulari non erano assolutamente diffusi. Tuttavia – precisa il Collegio Ipasvi - l’ampia formulazione dell’art. 13 del Regolamento richiamato, consente di vietarne l’uso in quanto la norma impedisce taluni comportamenti generali: i candidati non possono comunicare tra di loro ovvero mettersi in relazione con altri; non possono introdurre appunti, manoscritti, libri o pubblicazioni di qualunque specie, a pena di esclusione dalle prove. Sul punto si è espressa di recente la pronuncia del T.A.R. Puglia, Bari, sez. III, 13 febbraio 2015 n. 247”.

“Avendo verificato che la Direzione Generale ha deciso di ripetere le prove scritta e pratica nella stessa giornata ancora nello stesso Palasport a Monza, - prosegue l’Ipasvi - chiediamo interventi operativi efficienti, con risorse professionali numericamente adeguate del comitato di vigilanza, regole e istruzioni operative chiare da fornire a tutti i partecipanti, un coordinamento della vigilanza per ogni settore, nonché la presenza di un Servizio d’ordine di guardie giurate per garantire ogni misura di sicurezza”.

Concludendo, l’Ipasci ricorda “l’importanza delle norme deontologiche della professione”:
Articolo 41 L'infermiere collabora con i colleghi e gli altri operatori di cui riconosce e valorizza lo specifico apporto all'interno dell'équipe.
Articolo 42 L'infermiere tutela la dignità propria e dei colleghi, attraverso comportamenti ispirati al rispetto e alla solidarietà.
Articolo 43 L'infermiere segnala al proprio Collegio professionale ogni abuso o comportamento dei colleghi contrario alla deontologia.
Articolo 44 L'infermiere tutela il decoro personale ed il proprio nome. Salvaguarda il prestigio della professione ed esercita con onestà l'attività professionale.
Articolo 45 L'infermiere agisce con lealtà nei confronti dei colleghi e degli altri operatori, oltre a quella delle norme giuridiche che regolamentano anche i comportamenti durante le prove concorsuali e quelle che garantiscono un clima conciliante, sereno e rispettoso per sostenere dignitosamente la prova.
 
Dott. Giovanni Muttillo 
Presidente Collegio Ipasvi Milano - Lodi - Monza e Brianza

12 ottobre 2017
© Riproduzione riservata

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