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Covid. Fials: “Non ci sono medici e infermieri per campagna vaccinale e Ats lombarde cercano volontari a costo zero. Pericoloso controsenso”

“Da questo stile raffazzonato evinciamo la palese difficoltà da parte delle Agenzie di Tutela della Salute a rapportarsi in modo corretto con la complessità del mondo dei professionisti sanitari. E ci chiediamo se non sia arrivata l'ora di una doverosa riforma strutturale del Ssr, in affanno già da un anno”. Così il segretario generale Giuseppe Carbone.

02 FEB - “Pubblicare un bando per reclutare medici e infermieri volontari per la campagna vaccinale anti Covid è un pericoloso controsenso. Se una regione pensa di risolvere così la carenza di personale sanitario, sbaglia di grosso e non vorremmo che aprisse la strada ad altre iniziative simili. Intanto perchè il lavoro si paga, ma soprattutto perchè si tratta di un lavoro delicato e di alta precisione che comporta una responsabilità su più livelli: sia per chi lo svolge, sia verso chi è sottoposto alla somministrazione. Solo un contratto può fornire le sacrosante tutele del caso”.
 
Così Giuseppe Carbone, segretario generale della Fials, critica la call lanciata dalle Ats lombarde per trovare personale a costo zero per le vaccinazioni.

“Pensavamo di aver visto di tutto - prosegue - invece proprio nella regione più tormentata dall'epidemia da Sars-Cov-2 ci duole constatare che si aggira il pericoloso demone del fai da te, dell'appello alla buona volontà, della deregulation istituzionalizzata del lavoro, che si colloca nel momento in cui il tasso di disoccupazione è a livelli stratosferici. Nella regione che si definisce la più operosa, la locomotiva dell'economia italiana, le Ats lanciano un bando per infermieri e medici che dovrebbero vaccinare la popolazione a titolo gratuito. Un fulmine a ciel sereno, una decisione di cui ci sfugge la ratio, se non la totale mancanza di rispetto verso i professionisti sanitari”.

Noi della Fials esprimiamo la massima solidarietà verso chi ha già sollevato gli scudi a Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Mantova, Milano, Pavia, Sondrio, Varese, contro un'iniziativa dannosa come questa. In particolare concordiamo con i rilievi tecnico-giuridici mossi dai presidenti degli Ordini delle Professioni Infermieristiche lombarde che hanno scritto una lettera di protesta alla direzione generale welfare di Regione Lombardia per sottolineare alcuni passaggi erronei del documento dal titolo 'Avviso pubblico per la creazione di un elenco di personale medico-sanitario volontario per l’attuazione del piano di somministrazione del vaccino anti Sar-Cov-2'.

“Da questo stile raffazzonato - attacca Carbone - evinciamo la palese difficoltà da parte delle Agenzie di Tutela della Salute a rapportarsi in modo corretto con la complessità del mondo dei professionisti sanitari. E ci chiediamo se non sia arrivata l'ora di una doverosa riforma strutturale del SSR, in affanno già da un anno”. Si tratta di “una farraginosa macchina burocratica - conclude il segretario generale Fials - lontana dai bisogni del territorio, quanto dalle legittime esigenze di infermieri e medici in esso duramente impegnati, e che inanella fallimenti uno dietro l'altro. O vogliamo continuare ad assistere a conflitti inutili come quello rappresentato in questo caso dal bando Arcuri non ancora chiuso?”.

Sulla vicenda è intervenuto, con una nota, anche il Segretario Regionale Fials, Roberto Gentile, secondo il quale “non si dovrebbe permettere l’esecuzione dell’attività vaccinale sul territorio avvalendosi del solo personale volontario; diversamente, trattandosi di prestazioni eccezionali dettate da una contingenza altrettanto straordinaria, i nostri professionisti “strutturati” potrebbero soddisfare, su base volontaria e al di fuori dell'orario di lavoro, tale richiesta. Affinché ciò possa concretizzarsi, occorre superare la rigidità del sistema, ragionare per obiettivi ed incentivi, andare oltre con risposte concrete ed urgenti che la dinamicità delle nostre realtà esige”.
 
Per Gentile, dunque, “le aziende dovrebbero autorizzare con formule che già l’ordinamento prevede (su richiesta degli stessi professionisti - personale medico ed infermieristico), lo svolgimento di incarichi specifici per l’esecuzione dell’attività vaccinale, o consentire l’erogazione di prestazioni aggiuntive eccedenti quelle ordinarie, da retribuire con compensi dignitosi ed incentivanti da concordare ai tavoli sindacali. I finanziamenti ci sono e la Legge di Bilancio 2021 stanzia fondi economici per il personale sanitario impegnato nell’emergenza epidemiologica. Trattasi – conclude Gentile - di procedere con un urgente ripensamento e riprogrammazione delle attività che Regione Lombardia e le ATS territoriali potrebbero attuare, e comunque alternativi agli attuali modelli di ricerca nel territorio di disponibilità gratuite di volontariato”.

02 febbraio 2021
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