toggle menu
QS Edizioni - mercoledì 4 dicembre 2024

Lettere al Direttore

L’Enpam e le “pecore da tosare”

di Pietro Cavalli
immagine 18 novembre -

Gentile Direttore,
per noi medici di campagna, esposti alle avversità del clima e delle intemperie, è normale avere un animo bendisposto o rassegnato nei confronti delle normali difficoltà dell’esistenza. Tra queste, la perenne richiesta di contribuzione da parte di una sigla, l’ENPAM (Ente Nazionale Previdenza Assistenza Medici, mi pare), della quale tutti i colleghi medici, me compreso, non possono che parlare e pensare bene. In un’ottica del tutto costruttiva mi sono permesso quindi di scrivere all’Ente di cui sopra poche righe che, in mancanza di riscontro da parte del destinatario, ho pensato di condividere con i lettori di Quotidiano Sanità (di seguito la mail inviata nell’ottobre 2024 in relazione alla richiesta di contribuzione per attività libero-professionale da parte di un ex dipendente ospedaliero del SSN):

“Buongiorno, ovviamente sono costretto a pagare quanto da Voi preteso e tuttavia non comprendo come mai la mia miserrima pensione ENPAM, nonostante continui a versare nelle Vs casse tanti, troppi quattrini rispetto all'assenza assoluta di contropartite, continui a restare ridicola. Certamente sarete in possesso di una giustificazione legislativa, in fondo siamo nel Paese dei balocchi e delle normative interessanti ed interessate e tuttavia non riesco a comprendere (certamente per colpa mia) perchè sia necessario versare continuamente soldi nella Vs casse senza alcun apparente corrispettivo per il contribuente. Forse sbaglio, ma mi pareva che la Vs organizzazione fosse un Ente previdenziale, non qualcosa d'altro. D'altra parte debbo anche confessare che il fatto di contribuire al Vs benessere rende la mia vita professionale degna di essere vissuta, dandole finalmente un nobile scopo. Cordialmente. Pietro Cavalli, OM Cremona”.

Detto tra di noi e facendo seguito alla segnalazione del collega Marco Ceresa (QS 31 ottobre 2024), non posso che confermare anche per l’Ordine Medici di Cremona una realtà molto interessante, visto che nelle recenti elezioni per il rinnovo del Consiglio l’unica lista presentata ha ottenuto risultati bulgari, per una unanimità dimostrata da ben 167 medici votanti su 2012 iscritti.

Nell’esultanza generale di questo trionfo elettorale, qualcuno deve aver pensato di sostituire il termine “rappresentante” con “eletto”, inteso nel suo significato biblico. Forse in tale contesto di rappresentatività va inquadrato anche il meccanismo elettorale relativo all’ENPAM? Tornando a quest’ultimo, non possiamo non condividere la recente scelta dell’Ente pensionistico di investire nella Sanità Privata “per difendere il SSN” (sic!)(QS 7 maggio 2024), assieme alla grande preoccupazione per la riduzione del numero dei MMG, visto che “Come ente previdenziale del lavoro autonomo, possiamo assicurare le prestazioni solo se il flusso dei contributi dei medici lavoratori autonomi non viene intaccato” (QS 6 novembre 2024).

Sembra quasi una previsione di ulteriori ricarichi, l’espressione di una grande preoccupazione tesa ad anticipare ulteriori richieste economiche agli iscritti all’Ordine dei Medici, anche alla luce di quelle recenti riferibili al “contributo aggiuntivo” del 4% richiesto ai medici liberi professionisti che lavorano nelle strutture private accreditate con il Servizio Sanitario Nazionale, in qualità di specialisti esterni. Senza parlare del possibile passaggio dei Medici di Medicina Generale ad un rapporto di dipendenza con il SSN, in grado di determinare un costo di 84 miliardi di euro (ottantaquattro miliardi di euro? Più delle entrate non tributarie della Repubblica Italiana?) per le casse dell’ENPAM (QS, 12 novembre 2024). Sarà poi necessario correggere la stortura legata al fatto che inspiegabilmente all’ENPAM mancano i contributi degli specializzandi (QS 10 ottobre 2024). Tutte iniziative condivisibili, in grado di suscitare l’approvazione entusiastica degli iscritti ai vari Ordini provinciali.

A dire il vero qualcuno di loro ha sollevata alcune perplessità, riassunte nelle considerazioni, pur non recentissime, del dott. Benfatti (OM Ascoli Piceno): magari si tratta di roba vecchia e tuttavia, sulla base di quanto affermato e documentato, pare di capire che il magro sostentamento degli Amministratori ENPAM ci costa sulla carta più di 3 milioni di euro, una cifra che ci riempie di soddisfazione, specie se confrontata con quella dichiarata dai nostri cugini dall’ENPAF (Sistema previdenziale dei Farmacisti) che dichiarano 345.000 euro, vale a dire dieci volte di meno rispetto a Medici. Un risultato inarrivabile, degno di entrare nel Guinness dei primati e che pone la nostra categoria finalmente ai vertici mondiali di qualche cosa. Per il resto (che comprende anche legittimi dubbi sul reale patrimonio dell’Ente e su supposti artifici contabili rilevati nel 2023 si rimanda ai link di cui sopra. Nel manifestare quindi tutto il nostro orgoglio e la nostra fierezza nel contribuire al benessere economico degli Amministratori del nostro Ente pensionistico, non possiamo fare a meno di sottolineare che il recente andamento inflazionistico renderebbe necessaria una revisione al rialzo dei loro compensi.

Bene così, in fondo noi, che stiamo in fondo alla campagna, sappiamo apprezzare non solo le messi da raccogliere e le vacche da mungere, ma anche le pecore da tosare.

Pietro Cavalli,
Medico

18 novembre 2024
© QS Edizioni - Riproduzione riservata