Lettere al Direttore
La proliferazione di nuovi Corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia privati va bloccata con urgenza
di Claudio Maria MaffeiGentile direttore,
stiamo assistendo, a volte con una sensazione di impotenza, alla crescente privatizzazione della assistenza sanitaria. Non deve succedere adesso lo stesso anche con la privatizzazione della formazione universitaria del personale sanitario, a partire da quella dei medici. Il rischio che ciò avvenga è alto, concreto e immediato. Lo testimonia quello che sta avvenendo nella Regione Marche, purtroppo ormai laboratorio per ogni scelta in grado di compiacere una gestione populista della sanità.
E certamente alla politica di stampo populista piace l’idea di far nascere dal niente nuovi Corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia in bacini elettorali interessanti. Così non stupisce l’accoglienza entusiasta di qualche politico alla notizia data dalla stampa locale che la Link Campus University di Roma, a partire dal prossimo anno accademico 2025-2026 avrebbe deciso di ampliare la propria offerta formativa e individuato tre città delle Marche come sedi per istituire i nuovi corsi di studio universitari: la laurea magistrale in Medicina e Chirurgia a Fano e Ascoli Piceno, la laurea magistrale in Odontoiatria e Protesi dentaria a Macerata. Al che un parlamentare pesarese della Lega avrebbe dichiarato che si tratta di "una grande opportunità e spero che sia colta da coloro che sono chiamati a esprimere il proprio parere" che darebbe una risposta ai problemi creati dal numero chiuso: la carenza strutturale di medici laureati, il fenomeno dei gettonisti e quello dei medici provenienti da Paesi terzi. Affermazioni che nascono dalla convinzione che il numero chiuso a Medicina sia stato abrogato, cosa assolutamente non vera, come hanno scritto benissimo qui su Qs Di Silverio e Liuzzi.
E adesso entriamo nel dettaglio della proposta “marchigiana” a partire dalla Università che la formula: la Università degli Studi Link. Leggiamo nel sito dell’Università che si tratta di una “emanazione della Fondazione Link Campus University che ne assicura il perseguimento dei fini istituzionali, provvede all’organizzazione di tutti i servizi necessari al funzionamento sia delle sedi che delle attività di didattica e ricerca dell’università.” Attualmente l’Università degli Studi Link, ricavo sempre da una pagina dedicata del suo sito, gestisce un Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia con sede a Roma, attivata nell’Anno Accademico 2023/2024 e in convenzione con l’Ospedale San Pietro Fatebenefratelli. La stessa Università nella sua sede di Città di Castello ha una ampia offerta formativa di Corsi di Laurea in ambito sanitario (Infermieristica, Fisioterapia, Farmacia e Osteopatia). L’atterraggio in Umbria della Università link è avvenuto nel periodo in cui il governo della Regione era passato al centrodestra con una Presidenza della Lega e la scelta di Città di Catello era stata favorita dalle origini tifernate (di Città di Castello) del Presidente della Università.
L’elenco completo dei bandi di ammissione 2025 e 2024 ai Corsi di Laurea privati in Medicina italiani lo si trova qui. Non credo che sia opportuno che questo elenco venga allungato a partire dalla proposta di atterraggio di uno di loro nelle Marche, atterraggio che mi auguro venga prontamente bloccato.
I motivi per cui ritengo pessima l’idea di allargare ulteriormente al privato la formazione del personale sanitario a partire dai medici, specie in realtà periferiche come le Marche, sono molti. In primo luogo perché non c’è n’è bisogno. I problemi del personale sanitario oggi sono legati alla attrattività delle professioni sanitarie, alla scarsa appetibilità del lavoro nelle strutture pubbliche e alla carenza di vocazione in alcune aree. Rispondere ad un problema di attrattività del lavoro pubblico con una crescita della formazione in strutture private mi sembra totalmente illogico, anche se coerente con i tagli del Governo alle Università.
In secondo luogo c’è un evidente e clamoroso problema di qualità della formazione. Prendiamo le Marche. L’unica Facoltà di Medicina e Chirurgia è quella della Università Politecnica delle Marche con sede ad Ancona che ha aperto nell’Anno Accademico 1970/71 (la storia si può leggere qui) e che si è con fatica consolidata sia sul piano della assistenza, che della formazione e della ricerca. Per quanto riguarda l’Azienda Ospedaliero-Universitaria delle Marche, unico ospedale di secondo livello della Regione Marche, è stata per tre anni riconosciuta come il miglior ospedale pubblico d’Italia e nella classifica del Censis per l’Anno Accademico 2024/2025 il Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia delle Marche è in buona posizione tra le 37 Università pubbliche. Che senso ha fare nascere nelle Marche corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia paralleli che non possono appoggiarsi a realtà assistenziali dello stesso livello e a competenze formative così sperimentate?
In terzo luogo c’è il problema di come avverrebbe il reclutamento dei docenti dei nuovi Corsi di Laurea e come verrebbe gestito il loro “convenzionamento” con le strutture sanitarie pubbliche cui si dovrebbero appoggiare. O si pensa di far fare la formazione in strutture private (allora saremmo davvero al cupio dissolvi)?
In quarto luogo non è chiaro come la offerta integrativa di questi Corsi di laurea privati si rapporterebbe a quella pubblica. C’è il rischio che i Corsi pubblici dopo il primo semestre taglino fuori parte degli iscritti, mentre quelli dei Corsi privati continuerebbero tutti.
In quinto luogo la formazione dei vari professionisti della sanità va fatta negli stessi contesti per favorire la formazione interprofessionale, per cui quello che vale per i medici vale anche per tutte le altre figure.
Credo che un intervento centrale che blocchi la proliferazione di Corsi di Laurea privati in Medicina e Chirurgia sia importante perché a livello periferico le sirene delle opportunità economiche ed elettorali legate a questi nuovi Corsi di Laurea privati rischiano di far dimenticare che il Ssn ha bisogno di una buona qualità della assistenza che si intrecci con una buona qualità della formazione. E l’una e l’altra richiedono un concentrazione e non una frammentazione delle competenze. Ma questo alla politica populista non piace.
Claudio Maria Maffei