Regioni e Asl
Dipendenza medici di famiglia. Rocca insiste: “Vogliamo governare le 38 ore che paghiamo. Nella lettera-protesta solo disinformazione”
“Non siamo più negli anni Cinquanta, quando i medici andavano a visitare i pazienti nelle loro case. I cittadini quando vanno dal medico di famiglia oggi trovano lo studio aperto due ore al giorno. Noi 21 governatori chiediamo di poter governare le 38 ore che paghiamo e poi di poter controllare la spesa. Vedo tanta demagogia intorno a questo”. Lo ha detto il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, intervenuto ad Agorà, su Rai Tre.
“Oggi- ha detto ancora- sono stato attaccato dalla Fimmg romana con un volantino sgrammaticato e spiacevole, a cui risponderò nel pomeriggio, che diceva 'la libertà di prescrivere'. Ma cosa significa, ci sono linee guida, le fa l'Aifa, devono rispettarle. Devo spendere 200 milioni in più dell’Emilia-Romagna, perché? In realtà c'è una cattiva prescrizione a cui vogliamo rimediare, ma quando l'ho detto hanno minacciato lo sciopero. Questo è quello che deve terminare”.
E poi, ha proseguito Rocca, “avere dei luoghi, quindi le Case di comunità, aperte h12 o h24, dove i nostri cittadini trovano sempre il medico. Questo è quello su cui stiamo lavorando. E poter dire nei piccoli paesi e nei piccoli comuni di essere io a decidere, visto che pago gli stipendi, chi deve andare e quando, naturalmente con accordi sindacali”, ha concluso.
In una diretta su Facebook nel pomeriggio, Rocca è poi intervenuto sulla protesta di ieri che ha visto la distribuzione di 10.000 ricette con una lettera aperta ai cittadini della Regione Lazio, in cui si definiva “la situazione della sanità pubblica ormai insostenibile e il diritto alla salute un privilegio riservato a pochi”. Secondo il governatore, quella lettera “contiene delle imprecisioni talmente gravi che perfino il segretario della Federazione italiana di Medicina Generale, con la quale c'è un confronto aperto rispetto a come debba essere organizzata la medicina del territorio, ha preso le distanze. Non posso permettere si faccia disinformazione verso i cittadini. E' stato fatto un lavoro enorme per la medicina ospedaliera, con assunzioni, acquisto di grandi macchinari, stiamo ristrutturando i pronto soccorso e sulle liste d’attesa la prossima settimana presenterò dati molto importanti che mi fanno essere molto ottimista. Ora ci stiamo concentrando sulla politica della sanità territoriale e il ruolo del medico di medicina generale è importante, ma su questo ci deve essere un dialogo. Tutti i presidenti di Regione di tutti i colori politici hanno la stessa visione: vogliamo governare meglio le ore che i cittadini pagano. Non manco di rispetto a nessuno quando dico che gli studi sono aperti 2-3 ore al giorno, è un dato di fatto, ed è diventato sempre più difficile avere una visita domiciliare. Vogliamo sburocratizzare questa situazione, utilizzando al meglio le case della comunità, che sono la vera soluzione. E non è vero che verrà meno il rapporto col medico di fiducia, anzi, tutte le ore del mmg saranno dedicate interamente ai pazienti, con strutture aperte dalle 8 alle 20, 7 giorni su 7 e a volte aperte H24. Questo ci aiuterà a deflazionare l'afflusso verso i pronto soccorso. Quasi il 40% dei cittadini vanno in Pronto soccorso uscendone senza nemmeno un esame diagnostico perché sarebbe bastata una visita e una prescrizione da parte del medico di famiglia. Ma il sabato e la domenica gli ambulatori sono chiusi. Con la risposta che stiamo pensando questo non avverrà più. Dobbiamo trovare la modalità per lavorare in modo da dare risposte ai nostri cittadini, con la garanzia che non ci sarà alcun passaggio al privato. Anzi, c'è la garanzia che qui si parla solo di pubblico”.