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QS Edizioni - venerdì 29 marzo 2024

Studi e Analisi

Hiv/Aids. Trend in diminuzione con 3 nuovi casi ogni 100 mila residenti, in aumento le diagnosi tardive. Giovani a rischio. Il nuovo Rapporto dell’Iss

di E.M.
immagine 28 novembre - Nel 2021, sono state 1.770 le nuove diagnosi di infezione da HIV. I rapporti sessuali sono la prima causa di trasmissione. A scoprire di essere positivi all’infezione a causa di rapporti sessuali non potetti sono persone sempre più giovani. 382 i nuovi casi di AIDS pari a un’incidenza di 0,6 nuovi casi. 8 persone  su 10 con AIDS hanno scoperto di essere HIV+ nei sei mesi precedenti alla diagnosi di malattia. IL REPORT

Il trend delle nuove diagnosi di HIV negli ultimi 10 anni è in diminuzione, ma guai ad abbassare la guardia. A scoprire di essere positivi all’infezione, a causa di rapporti sessuali non potetti sono persone sempre più giovani (tra i 30 e i 39 anni, e tra i 25 e i 29 anni), in particolare maschi che fanno sesso con maschi (MSM), oltre che maschi e femmine eterosessuali. Mentre dal 2016 diminuiscono le nuove diagnosi di HIV tra gli stranieri, sia maschi che femmine.
Ma l’aspetto più preoccupante nel 2021 è l’aumento delle diagnosi tardive (3/4 degli eterosessuali maschi e circa 2/3 degli eterosessuali femmine).
Inoltre, più di un terzo delle persone con nuova diagnosi HIV riceve la diagnosi quando ha già i sintomi dell’infezione o di patologie correlate. Infezione che per un numero sempre più crescente di persone, pochi mesi dopo la scoperta della positività si trasforma in AIDS: 8 persone su 10 con AIDS hanno scoperto di essere HIV positive nei sei mesi precedenti alla diagnosi di malattia. La conseguenza del ritardo è che ben 8 persone su 10 con AIDS non ha ricevuto una terapia antiretrovirale prima della diagnosi di malattia conclamata.

Questo il quadro emerso dall’ultimo Report dell’Iss che aggiorna le nuove diagnosi di infezioni da HIV e dei casi di Aids in Italia nel 2021. Dati, avvertono i ricercatori dell’Iss, che potrebbe aver risentito dell’epidemia da Covid-19 che mandato in stallo prova la sorveglianza sull’HIV e il Registro Nazionale AIDS.

”Nel 2021 abbiamo visto una ripresa delle segnalazioni di infezioni da HIV dopo il 2020, anno di intense restrizioni per Covid - ha spiegato a Quotidiano Sanità Barbara Suligoi, Direttore del Centro Operativo Aids del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Iss - purtroppo abbiamo rilevato che due terzi dei casi sono stati diagnosticati in ritardo, cioè con una situazione immunitaria già compromessa, il che comporta una riduzione dell’efficacia delle terapie antivirali; inoltre queste persone possono aver contribuito involontariamente alla diffusione dell’infezione attraverso contatti sessuali non protetti. Il Covid ci ha insegnato che bisogna ‘essere pronti’ (preparedness). Attualmente, sull’HIV e sulle altre infezioni che si trasmettono per via sessuale, non siamo affatto pronti: il livello di attenzione è molto basso - ha aggonto - e il cittadino trascura o non percepisce il rischio di queste infezioni che sono estremamente diffuse nel nostro Paese. La prevenzione passa primariamente attraverso l’uso del preservativo nei rapporti con persone di cui non conosciamo lo stato di salute e l’effettuazione del test HIV se invece abbiamo avuto un rapporto non protetto”.

I dati. L’incidenza delle nuove diagnosi HIV è in diminuzione dal 2012, con un calo più evidente dal 2018 e un declino ulteriore nel biennio 2020-2021 che però potrebbe, sottolineano gli esperti dell’Iss, potrebbe essere falsato per sottodiagnosi e/o sottonotifiche a causa della pandemia.
Nel 2021, sono state 1.770 le nuove diagnosi di infezione da HIV con un’incidenza di 3,0 nuove diagnosi ogni 100mila residenti. Un dato che posiziona l’Italia al di sotto della media europea con 4,3 nuovi casi e la colloca al settimo posto tra i paesi dell’Europa occidentale con le incidenze più basse.

La proporzione di nuovi casi attribuibile a trasmissione eterosessuale è del 44% (27,2% maschi e 16,8% femmine), quella in maschi che fanno sesso con maschi del 39,5% e quella attribuibile a persone che usano sostanze stupefacenti 4,2%. Il Registro Nazionale AIDS, nel 2021 ha ricevuto 382 segnalazioni di nuovi casi, pari a un’incidenza di 0,6 nuovi casi per 100mila residenti. L’83% dei casi di AIDS segnalati nel 2021 era costituito da persone che hanno scoperto di essere HIV positive nei sei mesi precedenti alla diagnosi di AIDS.

Nel 2021, le incidenze più alte sono state registrate in Lazio, Valle d’Aosta, Toscana, Emilia-Romagna. Sono maschi il 79,5% di quanti hanno scoperto di essere HIV positive e con un’età mediana di 42 anni (41 per le femmine). L’incidenza più alta è tra le persone dai 30 ai 39 anni (7,3 nuovi casi ogni 100mila residenti) e dai 25 ai 29 anni (6,6 nuovi casi); in queste fasce di età l’incidenza nei maschi è 3-4 volte superiore a quella delle femmine.

Sempre nel 2021, la maggior parte delle nuove diagnosi di infezione da HIV è attribuibile a rapporti sessuali: l’83,5% di tutte le segnalazioni; in particolare, i maschi che fanno sesso con maschi (MSM) costituiscono il 39,5%, gli eterosessuali maschi il 27,2% e le eterosessuali femmine il 16,8%.

Il numero di nuove diagnosi di infezione da HIV tra gli stranieri è invece in diminuzione dal 2016. Nel 2021, gli stranieri costituiscono il 29,2% di tutte le segnalazioni e la proporzione rimane stabile nel tempo con valori intorno al 30%. Il 57,9% delle nuove diagnosi era attribuibile a rapporti eterosessuali (eterosessuali femmine 31,1%; eterosessuali maschi 26,8%).

Dal 2015 aumenta la quota di persone a cui viene diagnosticata tardivamente l’infezione da HIV (persone in fase clinicamente avanzata, con bassi CD4 o in AIDS). Nel 2021, il 44,5% delle persone con una nuova diagnosi di infezione da HIV è stato diagnosticato tardivamente con un numero di linfociti CD4 inferiore a 200 cell/μL e il 63,2% con un numero inferiore a 350 cell/μL. Una diagnosi HIV tardiva (CD4 <350cell/μL) è stata riportata nei 3/4 degli eterosessuali maschi e quasi nei 2/3 delle eterosessuali femmine (62,4%).

Nel 2021, oltre un terzo delle persone con nuova diagnosi HIV ha eseguito il test HIV per sospetta patologia HIV o presenza di sintomi HIV correlati (39,8%). Altri motivi di esecuzione del test sono stati: rapporti sessuali senza preservativo (16,6%), comportamento a rischio non specificato (9,4%), accertamenti per altra patologia (6,9%), iniziative di screening/ campagne informative (6,2%).

Per quanto riguarda i dati sulle persone con una diagnosi di AIDS conclamata. Dall’inizio dell’epidemia (1982) a oggi sono stati segnalati 72.034 casi di AIDS, di cui 46.874 deceduti entro il 2019. Nel 2021 sono stati diagnosticati 382 nuovi casi di AIDS pari a un’incidenza di 0,6 nuovi casi per 100mIla residenti, un’incidenza in costante diminuzione. È diminuita nel tempo la proporzione di persone che alla diagnosi di AIDS presentava un’infezione fungina, mentre è aumentata la quota di persone con un’infezione virale e quella con tumori.

Nel 2021, il 76,4% delle persone diagnosticate con AIDS non aveva ricevuto una terapia antiretrovirale prima della diagnosi di AIDS. Il quadro delle patologie di esordio è differente tra trattati e non trattati. In particolare, emerge tra i trattati una proporzione maggiore di Candidosi (polmonare ed esofagea), Linfomi (Burkitt, immunoblastico, cerebrale), encefalopatia da HIV, micobatteriosi e una percentuale minore da Pneumocystis jirovecii, toxoplasmosi cerebrale, sarcoma di Kaposi e tubercolosi.

Come già evidenziato, il numero di persone con nuova diagnosi di AIDS che ignorava la propria sieropositività e ha scoperto di essere HIV positiva nel semestre precedente la diagnosi di malattia è aumentato nel 2021 (83,0%) rispetto al 2020 (80,8%). Il numero di decessi in persone con AIDS rimane stabile con poco più di 500 casi per anno.

28 novembre 2022
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