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Infermieri. Conti (Opi Ancona): “Mai più subalterni, perché rappresentano il 70% del personale”

La situazione legata alle carenze di personale infermieristico, “quantificabile in non meno di 300 unità per il territorio di nostra pertinenza”, spiega il presidente dell’Opi Ancona che attacca: “Dequalificazione, salto dei riposi, turni massacranti: il ruolo stesso dell’infermiere è troppo poco riconosciuto”.

12 DIC - Nel dibattito sulla sanità territoriale si inserisce anche l’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Ancona che, per voce del presidente Giuseppino Conti, puntualizza alcune questioni: “L’Ordine è un ente dello stato che opera a tutela e garanzia della popolazione e degli infermieri, con estrema attenzione alla ‘cosa pubblica’”, dice. “Va rimarcato – insiste Conti - che le carenze di personale di cui si sta parlando in questi giorni a livello locale riguardano anche e soprattutto quello infermieristico che rappresenta la maggioranza di quello impiegato nei presidi ospedalieri: gli infermieri sono circa il 70% del personale sanitario”. “Questa carenza quantificabile in non meno di 300 unità per il territorio di nostra pertinenza – aggiunge – è acuita dai ritardi nel bandire concorsi per infermieri che suppliscano ad una situazione in via di inevitabile peggioramento”.

Gli iscritti di Opi Ancona lamentano una progressiva dequalificazione, il salto dei riposi, turni massacranti e lo svilimento del ruolo stesso dell’infermiere troppo poco riconosciuto e chiamato a colmare le carenze organiche anche tra gli OSS che porta l’infermiere a svolgere compiti lontani dalle proprie competenze e dall’altissima professionalità. “La conseguenza - spiega il presidente di Opi Ancona – è che la categoria degli infermieri è quella che più di altre trova sbocchi professionali all’estero allettata da remunerazioni più gratificanti e percorsi di carriera certi lasciando ulteriori posti vacanti”.

Opi Ancona è stato tra i firmatari di un documento inviato alla Giunta Regionale ed alla IV Commissione Sanità recante un approfondimento che riguarda tutti i punti organizzativi previsti dal Piano Socio Sanitario con particolare riferimento all’assistenza territoriale, quella ospedaliera, la qualificazione del personale e il valore della ricerca, il tema sempre caldo delle dotazioni organiche per il corretto funzionamento del sistema di assistenza e infine le residenze sanitarie assistenziali. “Siamo convinti – insiste Conti – che – all’implementazione delle strutture e dei servizi vada garantito l’adeguamento continuo degli organici dei professionisti dell’assistenza, tenendo conto dei nuovi bisogni di salute della popolazione e dei cambiamenti demografici, epidemiologici e socioeconomici nel frattempo intervenuti, favorendo, nello stesso tempo, anche lo sviluppo professionale”.

Secondo il Presidente di Opi Ancona va rimarcato che “l’investimento nelle strutture e nei servizi territoriali risulta essere particolarmente interessante, in particolare nelle Case di Comunità, nelle COT (Centrali Operative Territoriali – finalizzate a favorire la continuità tra Ospedale e Territorio) e nell’Infermiere di Famiglia e Comunità, per la “presa in carico” delle persone con fragilità, disabilità, cronicità, nell’ambito di una progettualità ed una operatività definita e condivisa con il MMG / PLS, nel rispetto delle autonomie e responsabilità di ciascuno”.

“Urge – conclude – considerare le necessità riorganizzative delle strutture ospedaliere, tenuto conto delle evoluzioni scientifiche, tecnologiche e metodologiche che hanno interessato le discipline chirurgiche, con le conseguenti necessità di personale adeguato per conoscenze, competenze e numerosità”.

12 dicembre 2023
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