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AO Santa Croce e Carle di Cuneo. Onda premia gli ospedali italiani “al top” nell’assistenza

Anche il S. Croce di Cuneo premiato per il concorso delle best practice. Una menzione per il SS. Annunziata di Savigliano Assegnati a Milano i riconoscimenti alle migliori strutture ospedaliere con i Bollini Rosa, che si sono distinte per l’attenzione alla prevenzione, alla diagnosi e al trattamento delle patologie cardiometaboliche al femminile.

14 DIC - L’azienda ospedaliera S. Croce e Carle di Cuneo e l’ospedale di Savigliano hanno ottenuto un riconoscimento da Onda (l’Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna), in occasione della 3.a edizione del concorso Best Practice nell’ambito dei Bollini Rosa. Il S. Croce è stato premiato come best practice, per il contributo che il servizio offre nel migliorare lo stile di vita e il comportamento alimentare delle pazienti con tumore alla mammella favorendo in maniera efficace e a lungo termine un’azione di prevenzione secondaria della patologia, mentre Savigliano ha ricevuto la menzione speciale per l'impegno dimostrato nell’ambito delle malattie cardiometaboliche e oncologia al femminile.
 
Le malattie cardiometaboliche rappresentano un problema molto diffuso tra la popolazione femminile con un significativo impatto in termini di comorbilità e mortalità. Si stima infatti che rappresentino la causa di morte per più una donna su due. Diverse sono le problematiche coinvolte, dalle malattie cardiovascolari, al diabete, al sovrappeso e obesità, sino ai tumori.
 
Per contribuire a migliorare la qualità e l’accesso ai servizi sanitari per la prevenzione, la diagnosi precoce e il trattamento di queste malattie Onda ha voluto porre in evidenza e premiare con un apposito riconoscimento le migliori competenze degli ospedali italiani appartenenti al network dei
 

Bollini Rosa nell’ambito delle malattie cardiometaboliche.
 
Dal Libro Bianco sulla salute della donna 2016, promosso da Onda, emerge come le malattie cardiovascolari costituiscano la principale causa di mortalità e disabilità nella popolazione femminile di età superiore ai 50 anni. È noto, infatti, che nel genere femminile queste malattie hanno un esordio posticipato di circa 10-15 anni rispetto a quanto accade negli uomini, per l’azione protettiva degli ormoni estrogeni. Si stima inoltre che il 55% delle donne morirà per malattie cardiovascolari contro solo il 43% degli uomini. Tra i fattori di rischio, accanto a quelli “tradizionali” come ipertensione arteriosa, tabagismo, diabete mellito, età e sovrappeso, si evidenziano fattori specifici per il sesso femminile, come menopausa, sindrome dell’ovaio policistico, malattie autoimmuni e malattie associate alla gravidanza.

Il diabete e le problematiche legate al peso, nonostante siano peculiari nella popolazione maschile, nelle donne, se presenti, possono provocare un severo impatto sulla salute in generale comportando l’insorgenza di malattie importanti a livello cardiovascolare, oncologico e muscoloscheletrico. Il diabete, infatti, è l’ottava causa di morte negli uomini (3,1%) mentre ha un maggior impatto sul genere femminile essendo la sesta causa di morte con il 3,9% dei decessi totali e nelle donne aumenta da 3 a 7 volte il rischio di andare incontro a malattia coronarica rispetto agli uomini diabetici. Inoltre, le donne diabetiche hanno una maggiore prevalenza di obesità e ipertensione arteriosa, un peggior controllo dei valori di glicemia e colesterolo e maggior rischio di trombosi.
 
Sono pervenuti 91 servizi da parte di 66 ospedali candidati, di cui 43 al Nord, 9 al Centro e 14 al Sud e nelle Isole. Un apposito Comitato ha assegnato 2 riconoscimenti: una targa alle “Best Practice” per le strutture eccellenti e una pergamena con le “Menzioni speciali” agli ospedali comunque attenti e impegnati sul tema.  

14 dicembre 2016
© Riproduzione riservata

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