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Diabete. Trentin: “Serve un nuovo corso per la Scuola Sarda necessario a delineare le aspettative delle famiglie”

di Elisabetta Caredda

Il protocollo d’intesa tra l’Ufficio Scolastico Regionale e l’Assessorato alla Sanità per l’inclusione del bambino con diabete di tipo 1 a scuola non viene rinnovato dall’anno 2018. Trentin: “E’ opportuno avviare un nuovo protocollo per garantire all’alunno con diabete di poter vivere in un ambiente scolastico sicuro, evitando anche di subire i problemi fisici e psicologici, prevenendo quindi forme di discriminazione verso lo studente".

14 DIC - L’assenza di un protocollo d’intesa tra l’Ufficio regionale scolastico e l’assessorato alla Sanità per l’inclusione del bambino con diabete a scuola è una criticità fortemente dibattuta in questi giorni. Ed il Presidente della Federazione Rete Sarda Diabete, Riccardo Trentin, che è anche un insegnante, lo ha ribadito più volte: “Sul diabete, la Scuola Sarda è impreparata”.
 
Trentin contatta il nostro giornale ed approfondisce il problema per quanto riguarda la scuola, che già aveva cominciato ad accennare parlando anche dei passi in avanti che nell’isola, sul diabete, erano stati fatti. Sulla criticità che invece ha sollevato, spiega: “Rapportando la situazione regionale al panorama nazionale, ancora la Sardegna, ribadisco, registra ritardi storici dell’assenza di un protocollo d’intesa tra l’Ufficio Scolastico Regionale e l’Assessorato alla Sanità per l’inclusione del bambino con diabete di tipo 1 a scuola. Il vecchio protocollo è scaduto nel 2018 e non è stato più rinnovato. E’ bene informare che, nel mondo della scuola, negli ultimi tempi, oltre alla questione della tutela dei soggetti fragili, siano essi BES DSA o soggetti in condizioni di indigenza familiare grave, è iniziato un processo di trasformazione verso una gestione condivisa nell'ambito scolastico di tante altre problematiche relative alla salute degli studenti”.
 
“Fatto salvo il protocollo sanitario concernente il Covid 19 – prosegue il presidente della federazione diabete -, appare chiaro che tra i banchi di scuola si affacciano, o meglio, vengono a galla, diverse patologie legate alla salute dei nostri ragazzi che, in maniera preponderante, costringono l’istituzione scolastica a rivedere alcune considerazioni sulla gestione di alcune di queste. In una scuola moderna e attenta alle necessità degli studenti, non è più possibile prescindere da alcune dinamiche inerenti “la persona”; le motivazioni sono abbastanza semplici: la scuola è un momento centrale della vita di ogni alunno-studente, dal momento che gran parte del tempo viene trascorso a scuola a stretto contatto con i compagni, il personale docente e personale ATA. Ecco che, alcune patologie come il Diabete di Tipo 1, non può più essere considerato solo un affare familiare, extra scolastico”.
 
“L’accoglienza scolastica dell’alunno affetto da diabete – sottolinea Trentin - è un momento molto delicato e importante perché ha un impatto determinante sulla sua crescita e sul suo processo di inserimento sociale. L’alunno, in classe, deve poter controllare la glicemia, assumere l’insulina, gestire eventuali crisi iper-ipoglicemiche in una condizione di consuetudine e serenità. Ma tutto ciò non sempre è possibile realizzarlo da "soli". La scuola, quindi, ha tra i suoi doveri quello della vigilanza, anche quella relativa allo stato di salute dei propri studenti. Fortunatamente negli ultimi tempi, le numerose campagne di sensibilizzazione attivate delle comunità di associazioni di persone con il diabete, come la Federazione Rete Sarda Diabete, hanno permesso di far emergere tutte le criticità sull'argomento, stilando documenti e protocolli accreditati in grado di sostenere il personale non sanitario nella gestione dei pazienti affetti da diabete, qualora questi non siano in grado di fare da sé”.
 
“Sul piano sanitario – continua il presidente della federazione diabete -, il Dirigente Scolastico ha l'obbligo, ai sensi dell'art. 18 del D. Lgs. 81/08, (Obblighi del datore di lavoro), di nominare in numero sufficiente le figure sensibili addette alle emergenze ed al primo soccorso e di formarle, ai sensi dell'art. 15 dello stesso decreto, sia per le situazioni generali che per quelle particolari (come ad esempio una crisi ipoglicemica grave). Sulla base di quanto detto fin qui, gli obiettivi delle famiglie dei ragazzi affetti da Diabete di Tipo 1 convergono essenzialmente sul miglioramento della qualità di vita in ambito scolastico, l’inclusione, la partecipazione, la vigilanza e la gestione delle eventuali emergenze causate dalla patologia. Ergo, è opportuno avviare un nuovo protocollo per l’inclusione dell’alunno anche con gli enti territoriali, quale il Comune, per il conseguimento di alcuni degli obiettivi essenziali: fornire idonee informazioni sulle caratteristiche del diabete (cos’è, come si gestisce/gestione iniziale dell’ipoglicemia, caratteristiche dell’alimentazione, significato della terapia, etc.); mettere a disposizione idonee conoscenze volte a facilitare l’inclusione dell’allievo con diabete in ambito scolastico e sostenere lo studente nella gestione del diabete e delle principali emergenze ad esso associate. Inoltre, questione non di poco conto, oltre all’ambito meramente sanitario, si rende necessario garantire all’alunno con diabete di poter vivere in un ambiente scolastico sicuro, evitando di subire i problemi fisici e psicologici, come prevenendo forme di “discriminazione” verso lo studente, evitando atteggiamenti di pietismo, di diffidenza o di paura nell’assunzione di determinate responsabilità”.
 
“L'unione di intenti tra famiglie, associazioni di persone con diabete, enti territoriali, Regione e Istituzioni Sanitaria – evidenzia concludendo Trentin -, sarà, oltre che necessaria per la tutela dei soggetti affetti da diabete, anche importante nella formazione del personale scolastico che, con le adeguate abilità e competenza, non si troveranno più sprovvisti degli adeguati strumenti necessari alla gestione delle piccole o grandi emergenze legate alla patologia diabetica. Dobbiamo aprire un nuovo corso per la Scuola Sarda, necessario per delineare un nuovo orizzonte di fiducia e per le aspettative di migliaia di famiglie "con diabete" in Sardegna”. 
 
Elisabetta Caredda

14 dicembre 2021
© Riproduzione riservata

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