Covid. Consiglio boccia mozione su distribuzione omogenea dei positivi nelle terapie intensive regionali

Covid. Consiglio boccia mozione su distribuzione omogenea dei positivi nelle terapie intensive regionali

Covid. Consiglio boccia mozione su distribuzione omogenea dei positivi nelle terapie intensive regionali
La mozione aveva l’obiettivo di evitare che alcuni ospedali fossero convertiti in via esclusiva a Covid Hospital, con l’effetto di ridurre i servizi ospedalieri di cura e assistenza agli abitanti d quel territorio. Per Lanzarin necessario dedicare alcune strutture, preferibilmente le più moderne, al ricovero esclusivo dei pazienti Covid. “Nel frattempo assicuro che nessuna emergenza e nessun paziente sono stati lasciati indietro”, chiarisce. LA MOZIONE

Il Consiglio regionale del Veneto ha detto ha respinto, con 30 voti contrari a fronte di 8 ‘sì’, la mozione presentata da Elena Ostanel (VcV) che sollecitava la Giunta a distribuire in modo equo, di concerto con le Ulss e i sindaci del territorio, i pazienti Covid in terapia intensiva tra tutte le strutture ospedaliere e assistenziali della regione, al fine di evitare che alcuni ospedali, come quello di Schiavonia nella Bassa Padovana, siano convertiti in via esclusiva a Covid Hospital, con l’effetto di ridurre i servizi ospedalieri di cura e assistenza agli abitanti d quel territorio.

L’assessore alla sanità Manuela Lanzarin, fa sapere una nota del Consiglio che informa sul voto, “ha ribadito l’esigenza di dedicare alcune strutture, preferibilmente le più moderne, al ricovero esclusivo dei pazienti Covid”. “Siamo in una situazione di emergenza – ha aggiunto Lanzarin -. Mi auguro che a fine gennaio, quando la curva della quarta ondata potrebbe essere in flessione, possano essere ripristinate le funzioni dell’ospedale di Schiavonia. Nel frattempo assicuro che nessuna emergenza e nessun paziente sono stati lasciati indietro”, ha precisato l'assessore.

Per la vicepresidente della commissione Sanità, Annamaria Bigon (Pd), tuttavia, “si poteva fare ricorso alle strutture sanitarie private convenzionate o alle nuove strutture sanitarie non ancora attivate dalla Regione, al fine di non sguarnire i diversi territori dei servizi sanitari primari”. Anche il portavoce dell’opposizione Arturo Lorenzoni nel chiedere “maggior collaborazione con le strutture convenzionate” nella gestione della pandemia.

Il capogruppo Alberto Villanova (Lega-Lv) ha invitato i rappresentanti dell’opposizione a evitare “errori di tipo organizzativo e di tipo sanitario”. Perché “distribuire i pazienti Covid in tutto il territorio bloccherebbe le attività chirurgiche in tutti i presidi- ha spiegato- E assegnare maggior peso alla sanità privata in Veneto sarebbe contradditorio con gli indirizzi di programmazione sanitaria perseguiti sinora”. 

Posizione ribadita anche dalla collega di partito e presidente della commissione Sanità Sonia Brescacin, secondo la quale la partecipazione della sanità privata alla gestione dell’emergenza pandemica sia già un dato di fatto.

12 Gennaio 2022

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