Cuore. Al Campus Bio-medico nuovo progetto di ricerca contro la miocardite silente  

Cuore. Al Campus Bio-medico nuovo progetto di ricerca contro la miocardite silente  

Cuore. Al Campus Bio-medico nuovo progetto di ricerca contro la miocardite silente  
Le malattie cardiovascolari causano più di 220.000 morti l’anno solo in Italia. Tra queste vi sono alcune infiammazioni cardiache, spesso senza sintomi, che colpiscono anche i giovani: dalla storia di Marco Mascarucci, scomparso a soli 36 anni, prende il via un nuovo progetto di ricerca della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico.

Circa 18 milioni di vittime nel mondo ogni anno, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Solo in Italia, stando agli ultimi dati Istat, si sono contati oltre 220.000 decessi nel corso del 2022, più di 600 al giorno. Quasi una persona su tre nel nostro Paese ha perso la vita per una patologia che colpisce il cuore. Le malattie cardiovascolari rappresentano, infatti, la prima causa di morte degli italiani. Tra queste la miocardite è tra le condizioni più insidiose, spesso responsabile di arresti cardiaci improvvisi nei giovani adulti e persino negli atleti, perché agisce in silenzio, senza alcun sintomo evidente. Ed è proprio un’infezione virale non riconosciuta in tempo che ha portato via Marco Mascarucci, a soli 36 anni, la cui storia è oggi al centro di un nuovo progetto di ricerca promosso dalla Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico.

“Marco – racconta il Policlinico Campus Bio-medico in una nota – è scomparso improvvisamente il 16 giugno dello scorso anno a causa di un’infiammazione cardiaca silente, senza che vi siano stati prima campanelli d’allarme. Designer in uno studio di architettura e appassionato del proprio lavoro, conduceva una vita normalissima, circondato dagli affetti e dagli amici. Il giorno in cui è mancato era a casa e si era sentito con la famiglia fino a pochi minuti prima. La sua storia ricorda quanto queste patologie possano colpire senza preavviso e quanto sia urgente disporre di strumenti capaci di riconoscerle in anticipo”.

Lo studio del Policlinico Campus Bio-Medico nasce con l’obiettivo di migliorare la capacità di diagnosi precoce della miocardite silente, in particolare nelle forme post-virali. Coordinato dal professore Gian Paolo Ussia, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Emodinamica della Fondazione, il progetto prevede il finanziamento di una borsa di studio riservata a un giovane ricercatore che lavori per dodici mesi all’identificazione dei parametri ecocardiografici più efficaci per riconoscere tempestivamente questa patologia – con particolare attenzione al global longitudinal strain (GLS), allo strain del ventricolo destro (VD) e all’imaging tridimensionale – e per prevenire così la morte cardiaca improvvisa. “Si tratta di criteri avanzati in grado di evidenziare disfunzioni con maggiore sensibilità rispetto a misurazioni standard”, spiega il Policlinicp.

“Questa iniziativa nasce da una storia personale che ci ha toccato profondamente, ma che vogliamo tradurre in un impegno concreto per la ricerca e la prevenzione”, dichiara l’Amministratore Delegato e Direttore Generale del Policlinico Campus Bio-Medico Paolo Sormani, che poi ha aggiunto: “Grazie anche al fondamentale supporto della famiglia di Marco, con questo progetto possiamo dare il via a un nuovo studio clinico con un obiettivo preciso: individuare i segni della miocardite nei giovani adulti prima che sia troppo tardi. È un’iniziativa che riflette la volontà del nostro Policlinico di fare passi avanti nella ricerca medica e che vuole trasformare la memoria di Marco in una possibilità reale di salvare altre vite”.

“La miocardite è un’infiammazione del muscolo cardiaco che può manifestarsi con sintomi variabili, da lievi fino a condizioni potenzialmente letali”, spiega Gian Paolo Ussia, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Emodinamica del Policlinico Campus Bio-Medico, che ha spiegato ancora: “Nei giovani adulti, soprattutto nei soggetti di sesso maschile, la miocardite è una causa significativa di morte improvvisa, spesso in assenza di sintomi evidenti. Per prevenire queste complicanze, è fondamentale una diagnosi precoce. I sintomi più comuni includono dolore toracico, affaticamento, palpitazioni e difficoltà respiratorie, spesso preceduti da un’infezione virale o simil-influenzale”. “Nelle forme subcliniche” – ha concluso Ussia – “può presentarsi con sintomi lievi o del tutto assenti, rendendo difficile una diagnosi precoce. Con questo progetto di studio vogliamo colmare questo gap, proponendo un percorso sostenibile e mirato, capace di intercettare precocemente i soggetti a rischio anche quando gli esami tradizionali non evidenziano alcuna anomalia”.

29 Settembre 2025

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