La Sardegna è la seconda regione in Italia ad avere una legge sul fine vita. Il Consiglio regionale questa mattina ha votato a maggioranza il testo licenziato dalla commissione Salute, presieduta dal medico Carla Fundoni (PD), che è stata relatrice in Aula della proposta di legge, scritta sulla base di quella proposta dall’associazione Luca Coscioni e presentato in tutta Italia. La legge, ampiamente dibattuta, è stata approvata con 32 voti favorevoli espressi dai consiglieri del campo largo, 19 contrari dichiarati dall’opposizione, ed una sola astensione.
“La Sardegna sarà la seconda Regione – ha spiegato nel suo intervento Fundoni -, dopo la Regione Toscana, a dotarsi di una legge in materia di procedure e tempi certi per l’accesso al suicidio medicalmente assistito secondo la sentenza 242/2019 della Corte costituzionale. Il messaggio che mi sento di offrire nella discussione è che la politica deve saper affrontare anche i temi più complessi con responsabilità, con profondo rispetto nei confronti dei pazienti e delle famiglie che vivono quel particolare momento, degli operatori della sanità, senza slogan, senza giudizio e senza paura. Come istituzioni abbiamo il dovere di affrontare il tema con coraggio e responsabilità, senza lasciare che siano altri a decidere per noi”.
“Questo non è un tema che deve dividere – ha proseguito la relatrice -, ma che ci deve interrogare come persone e come istituzioni. Garantire diritti, ascoltare la persona nella sofferenza, tutelarne la dignità, garantirne la libertà e accompagnarla con cura e rispetto: questa è la direzione in cui vogliamo andare, nella piena consapevolezza del valore della vita fino all’ultimo istante. Ce lo ricorda Laura Santi: aveva 50 anni e da 25 il suo corpo era paralizzato, muoveva solo la testa e tre dita della mano dx. Non aveva più nessuna autonomia e dipendeva 24h su 24 da suo marito e dagli assistenti. La giornata era scandita dalla sofferenza, dal dolore, da una serie di gesti necessari per tenerla in vita, da una immensa fatica”.
“Il suo lascito “troverò il coraggio quando non ci sarà più niente da perdere, cosi diceva, mi sono messa a piangere quando l’ho saputo. Ero in un misto tra malinconia, tristezza, liberazione e trionfo. Mi sono fatta un pianto a dirotto pensando a me che schiacciavo quel pulsante. E’ dura dirlo, però è cosi: quel pensiero può essere visto come una grande liberazione, non potete capire il senso di libertà dalle sofferenze, dall’inferno quotidiano che ormai sto vivendo, o forse lo potete capire. State tranquilli per me, io mi porto di la un sacco di sorrisi, di bellezza che mi avete regalato. Ma vi prego ricordatemi. E nel ricordarmi non stancatevi mai di combattere, non rassegnatevi mai anche quando le battaglie sembrano veramente invincibili. Esercitate il vostro spirito critico, organizzatevi e non restate a guardare, ma attivatevi perché potrebbe un giorno riguardare voi o i vostri cari”.”
“Il Partito democratico ha espresso con convinzione voto favorevole al provvedimento. Siamo consapevoli di affrontare un tema complesso, che tocca la vita e la sofferenza delle persone nei momenti più difficili. Non introduciamo un nuovo diritto, ma colmiamo un vuoto normativo, dando certezza, trasparenza e dignità a chi si trova in condizioni estreme e irreversibili. Una legge che non contrasta con le cure palliative, ma le integra, rafforzando il percorso di accompagnamento e di tutela del paziente”.
“Il testo approvato dalla Commissione Sanità, frutto di un ampio lavoro di ascolto e confronto con esperti, ordini professionali e associazioni, garantisce un percorso chiaro: tempi definiti, procedure sicure, gratuità delle prestazioni e una Commissione multidisciplinare che, insieme ai comitati etici, assicurerà il rispetto delle condizioni stabilite dalla Corte Costituzionale. È una legge di civiltà e responsabilità istituzionale, che mette al centro la libertà e la dignità della persona, sostenuta e accompagnata senza imposizioni, nel rispetto della sua volontà. Con questo voto, ribadiamo che la politica deve affrontare anche i temi più delicati con coraggio e senza ideologie, assumendosi la responsabilità di garantire diritti e di non lasciare nessuno solo di fronte al dolore e alla sofferenza” – ha concluso Fundoni.
Per la maggior parte dei Consiglieri d’Opposizione, oltre alle forti motivazioni legate al proprio sentimento personale nel parlare di vita e di morte e quindi di un testo di legge che tratta una materia così delicata, la competenza della norma non sarebbe in capo alla Regione Sardegna, ma di esclusività dello Stato. Ulteriore motivazione questa per cui hanno espresso il proprio dissenso.
Ad astenersi il vice Presidente del Consiglio regionale e medico Giuseppe Frau (UpT), non convinto appieno della suddetta legge.
Elisabetta Caredda