Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviata dal segretario regionale della Fimmg Liguria, Roberto Venesia, all’assessore alla Salute Luigi Genesio Icardi, in merito al documento "Prima analisi criticità e possibili modifiche nelle relazioni SSN/MMG in particolare nella prospettiva della riforma dell’assistenza territoriale determinata da PNRR” della Conferenza delle Regioni.
Egregio Assessore,
assistiamo in queste ultime settimane e in qualche modo siamo obbligati a prender parte, a un surreale dibattito inscenato in rubriche televisive, dichiarazioni politiche e audizioni parlamentari. Si parte dal presupposto di dover riformare una Medicina Generale ritenuta inadeguata, che si nega ai cittadini, governata da lobbies sindacali e scientifiche, talmente disorganizzata che questa sarebbe la ragione per cui molti medici sono morti di Covid e non per la loro abnegazione assistenziale pur nella carenza iniziale di DPI!
Assessore, Lei ben sa quanto invece i Medici di Famiglia nella sua Regione hanno lavorato e lavorano non solo contro la pandemia ma soprattutto per mantenere al massimo livello le funzioni di prevenzione, diagnosi e cura per tutte le patologie acute e croniche, attraverso decine di migliaia di accessi giornalieri presso i nostri studi che mai hanno chiuso nemmeno in questo anno e mezzo di estreme difficoltà. I medici si sono fatti carico con sacrificio, generosità e senso di responsabilità di garantire l’assistenza ai cittadini in un contesto organizzativo e logistico condizionato da anni di disinvestimento sul sistema salute del nostro paese.
Sappiamo bene che numerose sono le cause che generano una mutata domanda di salute e che, richiedendo un diverso modello organizzativo delle cure, rendono non più eludibile la riorganizzazione delle modalità di lavoro della Medicina Generale e complessivamente della organizzazione dell’Area delle Cure Primarie, di cui la Medicina Generale è il fulcro. Lo sosteniamo e lo diciamo spesso inascoltati da tempo. In tale ambito l’occasione di ripensamento complessivo dell’organizzazione della rete dei servizi sanitari e socio-sanitari a seguito della pandemia Covid-19, dovrebbe necessariamente condurre a una riflessione condivisa con i professionisti che operano a favore della salute dei cittadini e non passare per la loro delegittimazione e denigrazione.
Siamo altresì sorpresi e indignati, dal documento elaborato e sottoscritto da tutte le Regioni nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni “Prima analisi criticità e possibili modifiche nelle relazioni SSN/MMG in particolare nella prospettiva della riforma dell’assistenza territoriale determinata da PNRR”, dove la MG viene addirittura additata come “ostacolo al percorso di sviluppo e strutturazione” e “non idonea ad affrontare il cambiamento in atto” e si addossa, nel passaggio più infelice del documento, alla stessa medicina generale la responsabilità delle tante morti avute tra i suoi Medici. E’ difficile comprendere il motivo di una posizione tanto fuorviante sulle criticità della Medicina Generale a fronte di tanti risultati positivi certificati dalla qualità del SSN e dei tanti riconoscimenti di centralità del ruolo del Medico di Medicina Generale.
La Sua amministrazione sa riconoscere il valore dell’associazionismo e dell’autonoma organizzazione dei medici, al punto da aver proposto e attuato una riforma che stanzia le risorse per portare la totalità dei medici a operare in gruppo o in rete e con il supporto del personale necessario a dare ai cittadini la migliore assistenza possibile, liberando tempo e spazio per le attività cliniche e assistenziali del medico.
Le chiediamo quindi di discostarsi, come nostro Assessore e come vice coordinatore della Commissione Salute, dal documento elaborato dalle Regioni che dopo aver dequalificato e offeso la Medicina Generale ne progetta il definitivo smantellamento con proposte di dipendenza, accreditamento o addirittura doppi canali. I mancati investimenti normativi ed economici su una medicina generale capace di una medicina di iniziativa orientata a prevenire le acuzie e tenere sotto controllo le patologie croniche, una medicina di famiglia organizzata a riaccogliere le dimissioni ospedaliere sul territorio con potenziamento della domicilarità e residenzialità, sono le vere criticità da affrontare.
Lo strumento per determinare la riorganizzazione della medicina generale è certamente un nuovo ACN che consenta al territorio di essere dotato di tutti gli strumenti necessari per potenziare e migliorare l’attività che già svolge sul versante della prevenzione e della gestione della cronicità. Per questo è necessario che, nella prossima legge di bilancio, si individui un finanziamento specifico e adeguato alla fornitura alla medicina generale delle risorse umane, professionali e strumentali che consentano l’evoluzione del Sistema Medicina Generale e che coerentemente la Politica formuli un nuovo Atto di Indirizzo in linea con le necessità evolutive delle cure territoriali svincolato dalle dinamiche contrattuali della dipendenza.
Sediamoci per un confronto serio, basato su dati ed evidenze scientifiche, scevro da pregiudizi da bar o da ideologie politiche, per scrivere la riforma giusta, che fa bene al Paese e alla nostra Regione, nell’interesse esclusivo della salute dei cittadini e nel rispetto delle maggiori potenzialità dei medici e della loro capacità assistenziale.
Cordiali saluti
Roberto Venesia
Il Segretario Generale Regionale FIMMG Piemonte