Puglia. Gli Ordini dei medici chiedono chiusura sedi territoriali “insicure”

Puglia. Gli Ordini dei medici chiedono chiusura sedi territoriali “insicure”

Puglia. Gli Ordini dei medici chiedono chiusura sedi territoriali “insicure”
I rappresentanti della Federazione regionale degli Ordini dei Medici delle Provincie Pugliesi hanno chiesto che vengano immediatamente chiuse le sedi che non garantiscono condizioni minime di sicurezza per gli operatori e che quindi presentano situazioni a rischio elevato. L’Ordine dei Medici di Bari istituirà un Osservatorio sulla Sicurezza per monitorare il fenomeno. Nei giorni scorsi presentata la campagna contro le aggressioni ai medici.

In Puglia il sistema di continuità assistenziale non garantisce in molte sedi le condizioni minime di sicurezza degli operatori sanitari. È la denuncia fatta ieri dagli OMCeO pugliesi nell’incontro con Giancarlo Ruscitti, all’indomani dell’ennesimo episodio di violenza, avvenuto a Ruffano dove un paziente ha insultato e minacciato una dottoressa della guardia medica, e del lancio della campagna choc dell’OMCeO Bari sulle aggressioni ai medici.

I rappresentanti della Federazione regionale degli Ordini dei Medici delle Provincie Pugliesi (presenti Filippo Anelli, Presidente dell’Ordine di Bari, Francesco Morgante,Vice Presidente dell’Ordine di Lecce, Mimmo Nume,Presidente dell’Ordine di Taranto, Pierluigi De Paolis, Segretario dell’Ordine di Foggia, Donato Monopoli, VicePresidente dell’Ordine di Brindisi), hanno chiesto che vengano immediatamente chiuse le sedi che non garantiscono condizioni minime di sicurezza per gli operatori e che quindi presentano situazioni a rischio elevato. Hanno chiesto quindi che si proceda con la massima urgenza a una verifica di tutte le sedi (chiudendo immediatamente quello che non sono in regola). Secondo i rappresentanti dei medici un’organizzazione del sistema di guardia medica che preveda per alcune sedi (lontane da presidi ospedalieri o territoriali più ampi) la presenza di un solo medico in servizio costituisce già di per sé una condizioni di insicurezza ed elevato rischio per gli operatori.

Anche per questo gli Ordini chiedono che si proceda urgentemente ad una revisione complessiva del sistema di continuità assistenziale, modificando l’organizzazione dei presidi e dei turni di guardia medica, incapace al momento di garantire condizioni minimi di sicurezza per i lavoratori.

La Regione al momento ha dato il via libera all’Osservatorio regionale sulla Sicurezza, che era stato richiesto dagli Ordini dei medici pugliesi in una lettera aperta al Presidente Emiliano, e ha avviato sul territorio regionale il monitoraggio e censimento delle sedi di guardia medica e di pronto soccorso, in modo da rilevare le situazioni di maggiore criticità.

"Serve adottare soluzioni di medio-lungo periodo, coinvolgendo l’Anci e i sindacati in un ripensamento complessivo del sistema di continuità assistenziale – dichiara Filippo Anelli, Presidente dell’OMCeO di Bari – ma anche soluzioni immediate che rispondano alla drammaticità della situazione attuale, in cui abbiamo colleghi impegnati a garantire la propria incolumità personale pagando di tasca propria la vigilanza privata. Occorre chiudere subito le sedi con un tasso più elevato di pericolosità o predisporre la vigilanza".

L’Ordine dei Medici di Bari istituirà un Osservatorio sulla Sicurezza per monitorare il fenomeno, ampiamente sottostimato secondo i rappresentati della professione medica, dato che molti professionisti rinunciano a denunciare.

"Abbiamo deciso di creare un Osservatorio con un’email dedicata che i colleghi potranno utilizzare per segnalare i casi di violenza – spiega Anelli – il nostro invito ai medici è di non rassegnarsi, scrivere all’Ordine e denunciare.". L’invito non è rivolto solo ai medici in servizio presso le Guardie mediche ma a tutti quelli del 118, dei Pronto Soccorso, degli ospedali e di qualunque altro settore, dato che le aggressioni e gli episodi di violenza ai danni degli operatori ormai si stanno verificando in tutti gli ambiti del servizio sanitario.

Uno dei fattori che fanno sentire maggiormente insicuri i medici nelle sedi di guardia  (molti dei quali sono donne, le più esposte agli episodi di violenza ) è proprio il fatto di trovarsi a lavorare soli, di notte, in sedi non protette, in cui nella maggioranza dei casi il pulsante rosso di allarme non funziona e non vi è videosorveglianza. È quello che raccontano i medici pugliesi nel "Libro Bianco della Continuità Assistenziale" consegnato ieri a Ruscitti e inviato dagli Ordini anche ai Prefetti, ai Procuratori Generali della Repubblica, ai Direttori delle ASL e al Presidente Emiliano che raccoglie le testimonianze drammatiche dei medici di continuità assistenziale.


 


Ne emerge un quadro di terrore, angoscia e senso di abbandono in cui molti medici, in mancanza di soluzioni strutturali, ricorrono laddove possibile all’appoggio e alla sollecitudine dei colleghi del 118, alla presenza di amici e parenti o alla guardie private: "Pensi che fai il mestiere più bello del mondo – è la testimonianza di Monica Valente, sino al mese scorso incaricata a tempo determinato presso la sede di guardia medica di Ascoli Satriano (Foggia) – ma nel modo peggiore in cui si possa fare, senza le adeguate misure di sicurezza e senza nessuna garanzia per la tua incolumità. Continui a farlo, con la passione di sempre e con l'entusiasmo di sempre, ma con la paura nel cuore perché per i tuoi pazienti faresti di tutto, tranne rimetterci la vita".

Lorenzo Proia

23 Marzo 2017

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