Rete oncologica. Il Pascale chiama a raccolta le associazioni, la Asl Na 1 affila le armi per l’autonomia

Rete oncologica. Il Pascale chiama a raccolta le associazioni, la Asl Na 1 affila le armi per l’autonomia

Rete oncologica. Il Pascale chiama a raccolta le associazioni, la Asl Na 1 affila le armi per l’autonomia
Primo incontro ieri al Pascale. Definito l’algoritmo dalla fase dell’accoglienza nei centri oncologici alla continuità territoriale dopo le cure ospedaliere, in modo da accompagnare il paziente per tutto il percorso della malattia. In pista anche la Asl Napoli 1 che, al crescere di screening e diagnosi, ha l'esigenza di dividere in percorsi autonomi dai centri di II livello, dove si concentrano pazienti ma crescono anche le liste di attesa.

La Rete oncologica campana incontra le associazioni attive sui territori, da Cittadinanza Attiva a Favo, da Acto a Amdos, da Aistom a Ficopp, da Abracadabra a Aistom, da Associazione noi per te all’Associazione italiana tumori del testicolo. Per gli ammalati di cancro si tratta di molto più che semplici sigle. Per chi ha la sfortuna di ammalarsi di tumore spesso queste associazioni rappresentano il primo punto di riferimento tra il paziente e la struttura ospedaliera. E così, ieri, al Pascale il direttore generale, Attilio Bianchi, e il responsabile scientifico della rete, Sandro Pignata, hanno riunito intorno a un tavolo i rappresentanti di quasi tutte le associazioni nate per supportare e rappresentare gli ammalati di cancro in Campania.

Scopo dell’incontro: informare le associazioni sul percorso fino ad oggi compiuto dalla Rete e programmare progetti comuni. Insieme si è concordato di portare avanti progettualità che originino dai reali bisogni degli ammalati oncologici. Il primo progetto definirà un percorso chiaro, volto a definire un algoritmo che identifichi per ogni fase assistenziale risposte precise da ospedali e territorio, partendo  dalla fase dell’accoglienza nei centri oncologici alla continuità territoriale dopo le cure ospedaliere, in modo da accompagnare il paziente per tutto il percorso della malattia.

 “Gli obiettivi  della Rete – dice Sandro Pignata – sono orientati al  miglioramento delle cure, alla semplificazione dei percorsi, e la totale presa in cura dei pazienti negli ospedali e sul territorio, sono alla base dei documenti approvati e oggetto di 3 decreti regionali sulla Rete oncologica e della piattaforma informatica che in queste settimane sta entrando nel pieno della attività”. “Ieri – aggiunge il direttore generale Bianchi – è iniziata una collaborazione che arricchirà ulteriormente i contenuti della Rete Oncologica Campana ponendo sempre più la Rete regionale al servizio degli ammalati. Il gruppo di lavoro costituito porterà avanti in modo collaborativo le progettualità discusse”.

Intanto nei giorni scorsi agli Incurabili, in una riunione tecnica che ha riunito medici di famiglia, oncologi, medici, chirurghi e radiologi, è stato tracciato il punto del piano oncologico della Asl Napoli 1. L’azienda metropolitana affila le armi per migliorare azioni ed esiti nelle attività di prevenzione, diagnosi e cura delle neoplasie. Oltre 150 addetti ai lavori si sono confrontati in una riunione tecnica dall’alto valore operativo. Dal basso parte una organizzazione che trae spunto da nodi e problemi sorti sul campo per convergere sulle proposte organizzative messe nero su bianco dalla Asl in una delibera firmata oltre un mese fa.  

Un incontro promosso da Marco De Fazio, primario chirurgo degli Incurabili (ospedale che si configura come polo oncologico della Asl con una vocazione specifica per colon, mammella e fegato), Tiziana Spinosa, direttore del distretto di Fuorigrotta e responsabile del Piano di screening della Asl e Gino Leopaldi oncologo proveniente dall’Ascalesi, attualmente in parcheggio all’Ospedale del mare ma destinato a rinforzare l’offerta assistenziale oncologica degli Incurabili non appena saranno comprati i lavori di ristrutturazione.

In cantiere anche la realizzazione di una unità, sempre agli Incurabili, per la cura dei tumori epatici, grazie alla presenza di un chirurgo esperto in questo campo, giunto da alcuni anni nel presidio del centro storico e dedicato a tale patologia. Epatocarcinoma a elevata incidenza in Campania, che sconta una elevata mobilità sanitaria passiva e per il quale non c’è ancora lo screening ma di recente identificazione, nella rete oncologica regionale, con un percorso diagnostico assistenziale ad hoc pubblicato dalla Regione. Per la diagnostica e la radioterapia è invece più che sufficiente l'offerta dell'Ospedale del mare.

Alla riunione agli Incurabili hanno partecipato in massa anche i medici di famiglia che, nonostante i limiti e le difficoltà della piattaforma informatica Saniarp sono chiamati a rimboccarsi le maniche. Camici bianchi arruolati pienamente nel decollo degli screening in atto e per l’indirizzo dei pazienti lungo i percorsi diagnostici assistenziali potenziati in tutti i quartieri della città. Identificata l’offerta interna anche per la chemioterapia, la radioterapia e la chirurgia, la Asl può competere e affiancare, nei livelli di assistenza, i grandi centri clinici attrattori, rappresentati da Pascale, Policlinici e Monaldi.

L’obiettivo  è ridurre ancora più i tempi di accesso avendo a portata di mano il percorso delle cure scandite nelle varie fasi della malattia. Il nodo da sciogliere? La carenza del personale medico e infermieristico. Nodo che la Asl potrà sciogliere col piano di assunzioni previste nel prossimo triennio e tarate in circa 4 mila unità chiamate a colmare le tante lacune della rete ospedaliera e distrettuale.

Ettore Mautone

Ettore Mautone

21 Febbraio 2019

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