Il rigetto da parte della Corte Costituzionale della questione di legittimità sollevata con ricorso dal Governo sull’articolo 1, comma 1, della legge regionale n. 12 del 20 agosto 2024, che modifica l’art. 1 della L.R. n. 5/2023 relativamente al solo suo secondo periodo in cui inserisce il comma 2-ter, rende lieti tutte le Istituzioni che si sono adoperate per la promozione della suddetta normativa, nonché per la sua proroga, pensata come ulteriore soluzione per affrontare la cronica ed emergenziale carenza di medici.
A cominciare dalla presidente della Regione Alessandra Todde, che commenta: “Apprendiamo con soddisfazione che venerdì la Corte costituzionale ha respinto la questione di legittimità costituzionale in merito alla nostra legge regionale in cui si autorizzavano i medici di medicina generale in pensione ad aderire a progetti di assistenza primaria e continuità assistenziale per assicurare la completa copertura delle cure primarie nelle aree disagiate e disporre dei ricettari. Continuiamo a lavorare a testa alta nel solo interesse dei sardi e della Sardegna”.
Altrettanta soddisfazione esprime l’assessore Armando Bartolazzi: “Siamo molto compiaciuti per questa sentenza che premia una norma di civiltà e di buon senso, la Consulta riconosce in via prioritaria ed inequivocabile il diritto alla salute dei sardi e riconduce alla competenza legislativa della Regione Sardegna la facoltà ad agire per tutelare questo fondamentale principio, sancito dalla nostra Costituzione all’articolo 32”
“La Regione – evidenzia Bartolazzi – ha disposto in via emergenziale un provvedimento che non prevarica alcuna normativa ma al contrario, individuava una soluzione a carattere temporaneo per non privare i cittadini sardi, soprattutto nelle aree disagiate, di un servizio essenziale come quello della continuità assistenziale potendo usufruire della disponibilità a titolo volontario dei medici in pensione. Questa sentenza apre nuovi scenari giurisprudenziali a livello nazionale. La Sardegna è apripista di buone prassi che potranno ora essere adottate anche da altre regioni italiane”.
La presidente della Commissione Salute Carla Fundoni (PD), medico specialista in Malattie Infettive e in Radioterapia, proprio di recente si è occupata con i colleghi del parlamentino che presiede, di avviare l’iter di un’ulteriore proposta di legge che va a modificare ulteriormente la disciplina regionale n. 5/2023 e s.m.i. (l.r. n. 12/2024 e l.r. n. 2/2025), proposta che proroga il richiamo in servizio di medici di base in quiescenza, su base volontaria, fino al 31 dicembre 2025 e che, approvata in Aula, è divenuta legge regionale n. 15 il 16 giugno 2025.
“Sull’impugnazione del Governo contro la legge della Regione Sardegna sui medici in pensione – commenta Fundoni a Quotidiano Sanità – fin da subito abbiamo ritenuto incomprensibile che di fronte all’emergenza sanitaria presente nel nostro territorio ci fosse una decisione politica che non tenesse conto delle criticità rispetto alla mancanza di assistenza di migliaia di cittadini e cittadine. La legge sul rientro volontario dei medici in pensione, legge che abbiamo voluto e sostenuto con convinzione sia in commissione sanità che in Aula, si dimostra pienamente legittima ed è un esempio virtuoso non solo per noi ma anche per altre Regioni italiane che vivono le stesse criticità. Un ringraziamento va quindi a tutti i colleghi che si sono rimessi in gioco al servizio della Sanità regionale e dei nostri pazienti per garantire ovunque il diritto alla salute”.
“Di fronte alla carenza di medici in particolare sui territori disagiati – aggiunge Giuseppe Frau (Uniti per Alessandra Todde), medico specialista in Igiene e Medicina Preventiva e vice Presidente del Consiglio regionale -, crediamo che sia indispensabile il contributo di tutti, sarà fondamentale puntare sui giovani talenti senza escludere le straordinarie competenze dei colleghi più anziani. Grazie a tutti coloro che si sono messi e vogliono rimettersi in gioco al servizio della Sanità e dei nostri concittadini, impazienti di avere assistenza, per garantire ovunque il diritto costituzionale alla salute. È questa una bella notizia che da’ respiro e fiducia e ci spinge ad andare avanti sulla strada del cambiamento – conclude Frau.
Elisabetta Caredda