Salute mentale. Bologna, il progetto “Recovery college” promosso da Comune, Ausl e università: “Sia bene comune”

Salute mentale. Bologna, il progetto “Recovery college” promosso da Comune, Ausl e università: “Sia bene comune”

Salute mentale. Bologna, il progetto “Recovery college” promosso da Comune, Ausl e università: “Sia bene comune”
L’8 maggio il convegno ‘La città come sistema di opportunità per la salute mentale’, verranno organizzati 13 laboratori aperti agli operatori del settore e alla cittadinanza. Il “Recovery college” prenderà via da giugno, obiettivo creare delle sperimentazioni e delle diverse attività di cura nel territorio. Comune: “Bisogno alto soprattutto da parte dei giovani”: Unibo: “Aumento altissimo della richiesta, dagli studenti e dal personale”.

“La scommessa che giochiamo col Recovery college è di costruire un luogo laboratoriale che possa aiutare a mettere nelle condizioni più efficaci gli attori del territorio che operano sulla sanità mentale”. Fabio Lucchi, direttore del dipartimento di salute mentale dell’Ausl di Bologna, ha presentato con queste parole il progetto “Recovery college” promosso in modo congiunto dalla Ausl, dall’Università e dal Comune di Bologna.

In occasione dell’anniversario della legge 180 del 1978 (conosciuta anche come legge Basaglia) nell’aula absidale Santa Lucia di Bologna verrà organizzato, l’8 maggio, il convegno ‘La città come sistema di opportunità per la salute mentale’. In quella giornata, inoltre, verranno organizzati 13 laboratori aperti agli operatori del settore e a tutta la cittadinanza dedicati proprio alla salute mentale.

Il “Recovery college”, così come promosso dalle istituzioni, prenderà via da giugno, con l’obiettivo di creare delle sperimentazioni e delle diverse attività di cura nel territorio bolognese.

“Che questa discussione avvenga in cui il bisogno è così alto, soprattutto da parte dei giovani – ha detto Luca Rizzo Nervo, assessore comunale al Welfare – credo che sia una risposta giusta nel momento giusto. Guardiamo alla salute non solo come processo prestazionale, ma attraverso un’idea partecipata”.
Per il rettore dell’Unibo, Giovanni Molari, si tratta di un percorso necessario, anche alla luce dei cambiamenti avvenuti all’interno dell’ateneo. “Dopo la pandemia c’è stato aumento della richiesta altissimo non solo da parte degli studenti, ma anche del personale – ha spiegato – lavoriamo insieme per trovare soluzioni concrete ai problemi dei cittadini”.

04 Maggio 2023

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