Una recidiva di sarcoma dell’utero di oltre tre chili (3.9kg) è stato asportato con successo dall’addome di una donna di 56 anni. L’intervento, di alta complessità, è stato effettuato la scorsa settimana all’ospedale Arnas G. Brotzu dai medici della Struttura di Ginecologia Oncologica, centro di riferimento regionale per la chirurgia oncologica, diretta dal Prof. Antonio Macciò.
“La massa asportata – spiega il Prof. Macciò a Quotidiano Sanità -, della grandezza di 30 cm per 20 cm, occupava completamente l’addome della donna. Ma partiamo dall’inizio. Alcuni anni fa la paziente comincia a notare una protuberanza al centro dello stomaco che con i mesi s’ingrandisce sempre più. Fatti gli accertamenti, i colleghi medici ai quali si è rivolta inizialmente la donna sono intervenuti ed è stato così eseguito un primo intervento di exeresi che però non ha sortito l’effetto sperato: la voluminosa neoformazione purtroppo non era scomparsa, ed era pericolosamente presente. La paziente nutre la necessità di cercare un ospedale specializzato per la sua particolare patologia che destava sempre più preoccupazione anche allo stesso personale sanitario, vista la delicatezza e l’unicità del caso”.
“La donna si rivolge così al nostro reparto all’Arnas G. Brotzu – prosegue il professore -, dove comunque una importante esperienza anche su casi complessi abbiamo avuto modo di maturarla. Dopo un’attenta valutazione, aiutato dalla mia équipe, mi sono trovato di fronte al bivio se operare o no la donna. In medicina, talvolta si sceglie, altre volte si decide. Nel caso specifico la condizione clinica richiedeva una decisione, un taglio netto tra ciò che poteva essere rimandato e ciò che invece esigeva una ben ponderata azione immediata”.
“Decido di operare. In queste situazioni, la tempestività e il lavoro di squadra giocano un ruolo chiave. Per questo si è provveduto a intervenire rapidamente, così da ripristinare quanto prima le normali funzioni fisiologiche. La voluminosa formazione si estendeva dalla cute alla fascia posteriore dei muscoli retti dell’addome, infiltrandoli completamente. Un’estesa incisione ha consentito di individuare all’interno della cavità addominale la massa invasiva, che è stata asportata con cautela ed estrema difficoltà tecnica, che ha necessitato una eviscerazione pelvica totale (asportazione di vescica, retto-sigma) e exeresi dell’intera vagina, completamente occupata da una voluminosa quantità di materiale neoplastico”.
“Attraverso questo complesso intervento chirurgico, atipico ed inusuale, siamo quindi riusciti ad asportare completamente la massa. Si è trattato di un intervento tecnicamente molto delicato, durato circa 10 ore, che è stato possibile grazie a un grande e coordinato lavoro di squadra, tanto per l’exeresi quanto per la ricostruzione, e che ha richiesto un estensivo impiego di risorse e la contemporanea necessità delle competenze plurispecialistiche, dei colleghi quindi della ginecologia oncologica, degli anestesisti e degli infermieri, che anche in questa occasione hanno dimostrato un elevato e profondo senso di umanità”.
“La chirurgia – commenta il direttore generale dell’Arnas G. Brotzu, Agnese Foddis – non è solo una questione tecnica, ma anche un equilibrio tra scelta e decisione. In alcuni casi, il medico può scegliere il miglior trattamento tra più opzioni disponibili. In altri, come questo, è necessario decidere, assumendosi la responsabilità di un’azione che non può essere rimandata. Una responsabilità che, all’ARNAS G. Brotzu, si traduce ogni giorno in impegno, esperienza e dedizione al servizio dei pazienti”.
Elisabetta Caredda