Sardegna. Todde invita i Dg ad attenersi ad attività di ordinaria amministrazione 

Sardegna. Todde invita i Dg ad attenersi ad attività di ordinaria amministrazione 

Sardegna. Todde invita i Dg ad attenersi ad attività di ordinaria amministrazione 
A prevederlo è un atto d'indirizzo della neo presidente, con il quale chiede di sospendere anche le procedure di conferimento di nuovi incarichi. Todde: “Con l'insediamento della Giunta verrà avviato un nuovo processo di programmazione del Ssr”. Resta aperto il tema delle nuove strutture ospedaliere. Peru (Sardegna al Centro 2020): “Realizzare nuovi ospedali non è un costo, ma un risparmio”.

I manager delle aziende sanitarie, in questa fase di costituzione del nuovo governo regionale, devono potersi limitare all’ordinaria amministrazione ed a sospendere le procedure di conferimento di nuovi incarichi. A prevederlo è un atto d’indirizzo sul servizio sanitario della Sardegna della neo presidente Alessandra Todde, protocollato il 29 marzo scorso.

Già dal mese di febbraio a sollevare perplessità sulla celerità nelle procedure di concorsi di primari e varie nomine di ruoli apicali era stata sollevata dai capogruppo dei Progressisti e del Partito Democratico, Francesco Agus e Gianfranco Ganau, componenti ancora sino ad allora della commissione consiliare Salute. Alcune nomine inoltre, come quelle di una decina di direttori di dipartimento dell’Arnas Brotzu di Cagliari, sono state ufficializzate poco prima della proclamazione degli eletti, avvenuta il 20 marzo scorso. Ora l’invito ai manager di attenersi alle procedure di ordinaria amministrazione lo formalizza Todde.

“Con l’insediamento della Giunta regionale – ha scritto e comunica la governatrice – verrà avviato un nuovo processo di programmazione del servizio sanitario regionale. In questa fase di transizione, quindi, si ritiene opportuno che non siano adottati provvedimenti che possano condizionare severamente la programmazione dei servizi sanitari e incidere, in termini rilevanti, sui relativi costi”.

Rimane acceso intanto il discorso sulla sospensione della delibera relativa alla realizzazione delle nuove strutture ospedaliere. Anche Antonello Peru, coordinatore di Sardegna al Centro 2020 e neoeletto consigliere regionale, interviene in merito al tema su Quotidiano Sanità e spiega: “Realizzare nuovi ospedali non è un costo, ma un risparmio. Verrebbero eliminati tutti gli sprechi di denaro legati al fatto che quelli attuali sono per lo più realizzati con concezioni superate. Realizzare e riqualificare nuovi ospedali significa anche razionalizzare e organizzare meglio la funzionalità delle discipline connesse al dialogo tra servizi ospedalieri, utili a generare un enorme risparmio energetico e, soprattutto, a distribuire e organizzare al meglio tutti gli operatori sanitari. Nel 2019, nel corso di un incontro al quale partecipò anche il Sindaco di Sassari, segnalai al Presidente della Regione che la priorità delle priorità in sanità era la realizzazione di nuovi ospedali, a Sassari, ad Alghero e nelle altre aree della Sardegna”.

“Di recente – prosegue – ho vissuto personalmente un ricovero all’Ospedale civile di Alghero. Ho trovato personale medico e paramedico meraviglioso che purtroppo deve lavorare in una struttura da terzo mondo. Cinque anni fa avevo proposto di costruire un unico presidio ospedaliero che rispondesse alle esigenze reali del territorio e non continuare a tenere due strutture lontane e che non dialogano fra di loro, vista la carenza del personale medico in particolare. Al tempo si sollevarono gli scudi e organizzarono da subito un comitato ‘giù le mani dal Marino’. Sarebbe stato un risparmio e un miglioramento sensibile del servizio agli utenti, e invece ora abbiamo perso le risorse e non sono stati eliminati i doppioni e gli sprechi”.

“Dall’inizio della passata legislatura – aggiunge Peru – ho detto in tutte le occasioni che serviva un netto cambio di mentalità, e ho fatto spesso l’esempio proprio dell’ospedale di Sassari, oggi concepito in dimensione verticale, con sette palazzine che provocano una forte dispersione energetica in cui non si dialoga tra le discipline mediche. E non parliamo delle spese e delle perdite di tempo che si sprecano per passare da una stecca all’altra o per esempio a trasportare i pazienti da un reparto ad un altro. Io dico da tantissimo tempo che si deve andare verso un modello orizzontale in cui ospedalieri e universitari possano dialogare meglio e non devono essere uniti giuridicamente da una legge e divisi fisicamente da una strada. Purtroppo, si è sprecata una grande opportunità e si doveva approfittare di un’occasione storica, quella della disponibilità finanziaria, oggi dimezzata e non più sufficiente, per renderli più funzionali, più moderni, con tecnologie avanzate. In poche parole: ospedali adatti per una sanità del 2024 e non per quella degli anni ’70 o ’80”.

“Spero tanto – conclude il coordinatore di Sardegna al Centro 2020 – che la nuova giunta oltre a questo tema fondamentale sull’edilizia sanitaria, proceda con la riorganizzazione delle reti ospedaliere per la cura dell’acuzie e quelle territoriali per fare in modo che si possa finalmente fare prevenzione e riabilitazione. Se si procederà su questa strada, potrò garantire da subito la mia piena disponibilità a collaborare, perché per quanto mi riguarda tutto ciò che verrà fatto per il bene della Sardegna sarà valutato in maniera propositiva”.

Elisabetta Caredda

Elisabetta Caredda

03 Aprile 2024

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