E’ una corsa contro il tempo. Dopo quasi sei mesi di stop, nel mese di settembre riapriranno università, scuole e asili. La voglia di tornare alla vita di sempre ha come contropartita il rischio che con gli assembramenti il virus ritorni a galoppare. “Da metà settembre per tutti e, quindi, anche per noi pediatri – spiega Franco Pisetta, segretario regionale FIMP Veneto – inizierà una grande sfida per la probabile grande mole di lavoro a cui saremo sottoposti, come per tutte quelle famiglie con bambini che frequenteranno scuole ed asili. Una prima esperienza l’abbiamo appena vissuta in questo mese e mezzo con l’apertura dei centri estivi e delle scuole per l’infanzia ma, come si sa, nel periodo autunnale – invernale i bambini sono soggetti a raffreddori, tosse, mal di gola, sintomi intestinali in quantità ben maggiore. Il Coronavirus ha queste stesse manifestazioni, come un qualsiasi altro virus simil-influenzale. Sarà quindi fondamentale per qualsiasi bambino sbarazzarsi dell’incognita Sars-Cov-2 entro poche ore dall’inizio di questi sintomi”.
Per le famiglie, la corretta sequenza, che è la stessa adottata fino ad oggi, sarà quella di contattare il proprio pediatra ai primi sintomi e, tramite triage telefonico, lo stesso pediatra indicherà la eventuale necessità del test diagnostico per SARS-CoV2 e lo screening previsto.
“Il percorso previsto – argomenta Pisetta – sarà quello di prescrivere un tampone naso faringeo al bambino in presenza di sintomi di sospetto. Se, come detto, i sintomi del Sars-Cov-2 sono di fatto sovrapponibili a quelli del virus dell’influenza o della maggioranza delle comuni frequenti infezioni delle comunità infantili, la logica della sorveglianza prevede che immediatamente si debba sapere se un bambino è positivo o meno al Covid. La sfida più grande sarà proprio questa: avere a disposizione un elevato numero di tamponi, un’adeguata organizzazione di esecuzione e processazione con un con un tempo di risposta nelle 24/h successive alla richiesta”.
“In Veneto le nove Aziende sanitarie – continua il Segretario FIMP – hanno tempi non omogenei nel processare i tamponi naso faringei. Ci sono Aziende che ci impiegano meno di 24 ore e altre che impiegano anche più giorni. Probabilmente l’attuale organizzazione che va dalla richiesta, esecuzione, processazione, sino alla comunicazione della risposta dei tamponi, non è diffusamente adeguata alle probabili necessità conseguenti al rientro a regime della scuola. Sarebbero necessari canali dedicati a bambini e studenti per il prelievo dei tamponi e tempi sufficientemente brevi e definiti per la risposta. Per aprire le scuole e, soprattutt, per tenerle aperte, non sarà sufficiente solo l’indispensabile collaborazione fra scuola, famiglie e pediatri, ma sarà necessario stabilire sin dai primi sintomi se un bambino ha contratto il coronavirus”.
FIMP Veneto chiede, perciò, al governo regionale di individuare un’omogenea organizzazione specificatamente dedicata a bambini e studenti che renda possibile, in tutto il territorio, un rapido percorso uniforme di richiesta, esecuzione, processazione e comunicazione della risposta dei tamponi per SARS-CoV2 e ciò al fine di individuare tempestivamente gli eventuali casi positivi riducendo al minimo, in presenza di casi sospetti, i disagi per bambini, famiglie e scuole.
Endrius Salvalaggio