L’assessore per la Salute, Massimo Russo, ha diffidato la Casa di cura Latteri dall’erogare prestazioni di oncologia medica poiché non autorizzate. Il provvedimento è scattato a seguito dell'ispezione disposta il mese scorso, parallelamente alle indagini della magistratura palermitana, su una presunta truffa al sistema sanitario regionale messa in atto da alcune cliniche private.
Avendo rilevato anche la inadeguata erogazione delle prestazioni di chirurgia oncologica, l'assessorato si è riservato di sospendere – a scopo cautelare e in via provvisoria – l'accreditamento del relativo "modulo" di 8 posti letto se entro 10 giorni non verranno fornite adeguate controdeduzioni.
L'ispezione, infatti, ha permesso di rilevare un indice di attività della chirurgia oncologica talmente poco significativa (14 interventi nel 2010 pari al 7,3% e 1 soltanto nel 2011 pari all'1,4%) da ritenere possibile che non sia stato garantito il livello qualitativo delle prestazioni. Di contro, l'attività di oncologia medica (192 prestazioni nel 2010 e 71 nel 2011) è risultata inappropriata in quanto non afferente a quelle di chirurgia oncologica per la quale la casa di cura è stata autorizzata.
In particolare, l'esame delle cartelle cliniche visionate, ha dimostrato che presso la Casa di cura è stata svolta quasi esclusivamente attività di chemioterapia (che rientra nell'attività di oncologia medica per la quale la clinica non era nè autorizzata nè accreditata) e che nella maggior parte dei casi l'attività chirurgica è stata eseguita presso altre strutture (in gran parte pubbliche).
Numerose le criticità emerse nel corso dell'ispezione che puntava anche a verificare l'adeguatezza dei processi assistenziali: nella relazione si legge che "raramente si deduce il percorso terapeutico del paziente; le cartelle cliniche del campione esaminato risultano lacunose per quanto riguarda anamnesi, inquadramento clinico, esame obiettivo, valutazione e/o rivalutazione clinica, iter diagnostico terapeutico, follow up dei pazienti; in particolare i documenti del 2009 presentano reiteratamente delle correzioni a penna sulla data di dimissione e delle cancellature con correttore sul frontespizio delle cartelle cliniche, riferite al nome del medico specialista; risalta, nel quadro di una valutazione generale approssimativa della valutazione clinica del caso, l'assenza di ogni riferimento al peso e all'altezza dei pazienti, parametri indispensabili per dimensionare la posologia del trattamento chemioterapico; le relazioni cliniche di dimissione non prevedono programmazioni, nè prenotazione per la prosecuzione del trattamento terapeutico; nella maggior parte delle cartelle esaminate, la documentazione citata in cartella clinica non è allegata; il consenso informato viene acquisito con modalità insufficiente a dimostrare una consapevole accettazione del trattamento da parte del paziente; con riferimento specifico alla sicurezza del percorso correlato alla chemioterapia, nonostante esista una procedura generale della Casa di cura che disciplina l'intero processo per il corretto utilizzo dei farmaci antiblastici, la stessa non è conosciuta come tale dagli operatori e l'intero processo non è supportato dalle competenze di un farmacista; non sono presenti specifiche procedure di controllo interno per l'attività di prescrizione e somministrazione dei chemioterapici e per gli operatori (infermieri) coinvolti nel processo manca evidenza di un percorso formativo dedicato".
L'Asp di Palermo avrà adesso il compito di verificare l'avvenuta chiusura delle cartelle cliniche relative ai pazienti oncologici della Latteri e di svolgere gli adempimenti finalizzati all'eventuale recupero delle somme indebitamente corrisposte alla casa di cura palermitana.
Il Dipartimento attività sanitarie dell'assessorato della Salute ha già programmato analoghe ispezioni in altre strutture private.