L’attuazione del progetto di sperimentazione domotica per l’ attività fisica adattata (AFA) sarà uniforme in tutto il territorio regionale, e rivolta a persone con patologie croniche stabilizzate. Per tali finalità, la Giunta ne ha approvato l’analisi metodologica e le indicazioni operative.
“Il progetto – spiega a Quotidiano Sanità l’assessore Armando Bartolazzi -, che abbiamo finanziato con 3 milioni di euro provenienti dal FESR, si inserisce nel solco della sperimentazione deliberata nell’ottobre 2024 e riguardante le ‘centrali operative per l’attività fisica adattata’ rientrante nell’ambito del PR Sardegna FESR 2021-2027, Priorità 5 ‘Sardegna più Sociale e Inclusiva’, Azione 5.3.2 ‘Potenziamento di servizi sociosanitari e di assistenza a lungo termine’, a supporto di un modello di assistenza mirato a sostenere l’accessibilità ai servizi nonché a garantire la tutela dei diritti delle persone con disabilità e delle persone più fragili”.
“Ricordo – prosegue l’assessore – che già nel settembre 2017 erano stati adottati, sempre con delibera, gli indirizzi operativi per la promozione dell’attività fisica e la prescrizione dell’esercizio fisico alle persone con patologie croniche, in attuazione del Piano regionale di prevenzione 2014-2018. Provvedimento in cui sono state definite le patologie eleggibili, le indicazioni cliniche e i protocolli operativi per la prescrizione dell’attività fisica adattata (AFA). Abbiamo dunque previsto che il programma integrato possa consentire ai soggetti attuatori, che sono la ASL n. 1 di Sassari, la ASL n. 3 di Nuoro e la ASL n. 8 di Cagliari, di realizzare vere e proprie “centrali operative per l’attività fisica adattata”, mediante l’allestimento di spazi idonei da adibire a palestra, dotati di strumentazione domotica e funzionali alla somministrazione di percorsi di esercizio fisico anche in modalità ‘a distanza’, secondo modelli replicabili sull’intero territorio regionale”.
“Necessario garantire l’uniformità attuativa dell’iniziativa, ed ecco perché abbiamo approvato la definizione di apposite indicazioni operative. Grazie al contributo dei referenti della ASL n. 8 di Cagliari, è stato predisposto un manuale operativo per l’individuazione dei destinatari e la conduzione dei percorsi di attività fisica adattata. Sulla base di importanti evidenze scientifiche, l’intervento è stato orientato verso gruppi di popolazione per i quali l’attività fisica adattata ha dimostrato un impatto significativo in termini di miglioramento della qualità della vita, della riduzione delle complicanze e, in alcuni casi, dell’aumento della sopravvivenza. La scelta è ricaduta su patologie ad alta incidenza e con un impatto rilevante sullo stato di salute della popolazione sarda, sia sotto il profilo epidemiologico che assistenziale”.
“Nella fase iniziale della sperimentazione, pertanto, potranno accedere ai percorsi previsti persone adulte, maggiori di 18 anni, con patologie croniche stabilizzate, quali il diabete mellito di tipo 2 nonché specifiche patologie oncologiche e neurologiche, che sono state valutate dal medico di medicina generale o specialista di branca per l’idoneità alla partecipazione. L’attività fisica caratterizzante questo progetto viene intesa non come semplice movimento, ma come intervento prescrivibile, strutturato e monitorato, integrato in una strategia di salute pubblica orientata alla prevenzione terziaria, al miglioramento della qualità della vita e alla riduzione delle complicanze, quindi al miglioramento dell’autonomia e del benessere psico-fisico degli utenti. – conclude Bartolazzi.
Elisabetta Caredda