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Riforma sanitaria. Tomasella e Nieddu rispondono in Commissione Sanità

di Elisabetta Caredda

Diverse le criticità sollevate dai consiglieri durante la seduta, in particolare sulle competenze diversificate di Ares e le Asl. Tomasella chiarisce: “L’Ares avrà prevalentemente compiti organizzativi e anche una componente sanitaria. Si occuperà delle verifiche sull’appropriatezza dei ricoveri, delle liste d’attesa ecc.”. Le Asl si concentreranno sul ‘servizio sanitario’. Nieddu assicura che la riforma andrà avanti, anche apportando miglioramenti.

09 MAR - Nel pomeriggio di ieri il nuovo direttore generale dell’Ares Anna Maria Tomasella ha sostenuto in Commissione Salute il suo ingresso con la prima audizione pertinente allo stato di attuazione della riforma sanitaria, ed insieme all’assessore alla Sanità Mario Nieddu, hanno risposto ai quesiti sulle criticità sollevate dai consiglieri durante il dibattito svoltosi nel corso della seduta.

Innanzitutto, riguardo alle competenze diversificate di Ares e le Asl, la manager di Ares ha spiegato, secondo quanto si apprende dal resoconto sommario consiliare, “che la prima avrà prevalentemente compiti organizzativi, mentre le seconde si concentreranno fondamentalmente sul servizio sanitario mantenendo solo alcune funzioni amministrative”.

Già a partire dal confronto su questo punto sono intervenuti i consiglieri Giorgio Oppi (Udc-Cambiamo), per il quale “l’Ares deve fornire servizi al sistema ma non esercitare il ruolo di super-governo della sanità regionale, oltretutto con un numero esagerato di dipendenti”, e Michele Cossa (Riformatori), secondo cui “l’uscita dall’azienda unica decisa dal Consiglio regionale è irreversibile, però bisogna accelerare sull’attuazione della riforma”.

Ha espresso dubbi il vice presidente di Commissione Daniele Cocco (Leu): “Il sistema regionale è bloccato dall’incertezza sui confini fra Ares ed Asl, con gravi danni per i cittadini, determinati anche dalla lungaggini dei concorsi”, il concetto di Cocco sintetizzato nella nota del Consiglio.

“Di riforma rimasta a metà strada - si legge dal resoconto della seduta - ha parlato anche Gianfranco Ganau (Pd), mentre Pierluigi Saiu (Lega) ha auspicato ad una riflessione più ampia, chiedendo però dati precisi sulla distribuzione del personale (medico e non) nelle diverse aziende”.

Ancora, il capogruppo Progressisti Francesco Agus ha osservato che a quasi due mesi dalla legge di riforma “si procede con le interpretazioni e nel frattempo si sta andando incontro ad uno scenario non facile, fra “coda” della pandemia e liste d’attesa”. Gli fa eco il collega Antonio Piu, sempre dei Progressisti, secondo il quale “sono ormai tre anni che la sanità sarda naviga nell’incertezza ed anche la riforma aggiunge confusione”. La Segretaria di commissione Rossella Pinna (Pd) ha infine “ribadito anch’essa le critiche alla riforma mancata ma ha invitato a non dimenticare la proroga dei contratti “Covid” in scadenza per la fine del mese e la possibilità delle stabilizzazioni offerta dalla legge Madia”.

Alle criticità sollevate dai consiglieri la direttrice Tomasella ha risposto fornendo alcune delucidazioni. Partendo dalla premessa “che l’Ares avrà sempre una componente sanitaria, la Manager ha chiarito che il personale sanitario in Ares si occupa delle verifiche sull’appropriatezza dei ricoveri, delle liste d’attesa (quest’ultima competenza verrà poi decentrata), della sanità digitale, della medicina convenzionata, di formazione, di ingegneria chimica e di risk-management. Quanto ai concorsi unici per tutta la Regione (già avviati al momento del suo insediamento), la Tomasella ha definito la scelta discutibile perché non individua con precisione il fabbisogno dei territori e quindi, per il futuro, si manterranno i concorsi unificati consentendo però ai partecipanti di indicare la sede per la quale concorrono”.

Nel suo intervento successivo, l’assessore Nieddu “ha assicurato che la riforma andrà avanti, anche se nel passaggio dal testo di legge alla realtà sono emersi aspetti da approfondire e migliorare. Non c’è dubbio, però – ha proseguito concludendo l’esponente di Giunta -, che la sanità sarda ha molto bisogno delle persone e sarebbero in arrivo novità proprio in materia di personale, sia per gli assunti “covid” i cui contratti potrebbero essere prorogati almeno fino al prossimo 30 settembre, e le graduatorie degli infermieri dovrebbero essere sbloccate a breve, sia infine per la mobilità extra Regione di 36 medici, che hanno scelto di rientrare in Sardegna”.

Elisabetta Caredda

09 marzo 2022
© Riproduzione riservata

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