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Salute detenuti. Negli ospedali mancano reparti detentivi, Cossa (Riformatori): “Regione intervenga”

di Elisabetta Caredda

Il ricovero dei detenuti avviene ora in stanze condivise con altri pazienti, con le conseguenze che ne derivano. Cossa fa appello al governatore Solinas e l’assessore Nieddu chiedendo un intervento sulla consegna immediata del reparto detentivo presente presso l'ospedale Santissima Trinità a Cagliari, ora utilizzato come deposito, e un intervento presso tutte le ASL al fine di far prevedere in tempi brevi l’attivazione di reparti ospedalieri detentivi dedicati

23 MAR - Nel contesto della riforma sanitaria e territoriale viene messo in luce dal Consiglio regionale un altro importante problema: si parla della “mancata realizzazione dei reparti ospedalieri detentivi negli ospedali di riferimento delle carceri della Sardegna”.  Ad evidenziarlo a Quotidiano Sanità è il vice capogruppo dei Riformatori Michele Cossa.

“Il diritto alla salute - spiega Cossa - si realizza garantendo a tutti l’accesso alle cure e terapie, senza distinzioni e senza creare situazioni di svantaggio o di pericolo per i pazienti. Attualmente l’assistenza sanitaria penitenziaria è a carico del SSR e questa deve poter esser essere realizzata anche attraverso l’istituzione di appositi reparti detentivi all’interno dei presidi ospedalieri che hanno sede nei comuni sardi dove sono presenti le carceri”.

“A tal proposito – prosegue il consigliere - si rileva che negli ospedali che fanno da riferimento delle maggiori strutture penitenziarie sarde non vi siano reparti detentivi, ad eccezione di quello attrezzato presso l’Ospedale Santissima Trinità di Cagliari, che è però al momento ancora destinato ad uso di magazzino/deposito. Il ricovero dei detenuti avviene infatti ora in stanze in condivisione con altri pazienti, che si sentono conseguentemente esposti a pesanti disagi e a condizioni di rischio, nonché è significativo l’oneroso impiego di risorse umane ed economiche sia della polizia penitenziaria che della sanità pubblica che vengono impegnati ovviamente a seguire questi casi”.

“Vi è da tener conto – sottolinea Cossa - che le degenze ospedaliere, alle quali si somma il numero crescente di detenuti psichiatrici, comportano di seguito un utilizzo di sottufficiali e agenti di Polizia penitenziaria tale da determinare un conseguente aumento delle criticità che inevitabilmente  derivano dalle carenze di organico che interessano anche tutti i settori del personale penitenziario, oltre che di quello ben noto nel campo medico e sanitario”.

Il vice Capogruppo dei Riformatori si fa portavoce del problema in aiuto concreto ai sindacati della Polizia penitenziaria che hanno più volte segnalato le criticità operative. “Tra queste – evidenzia il consigliere – ricordo le difficoltà riscontrate dal personale di Polizia penitenziaria durante il servizio di piantonamento in ospedale nel contenere tentativi di evasione o di aggressione da parte di detenuti particolarmente pericolosi nei confronti degli Agenti o degli operatori, e dei casi che hanno causato ingenti danni alle strutture ed alle attrezzature dell'ospedale. Peraltro, proprio questo contesto di ‘precaria sicurezza’ si può dire abbia concorso a creare anche le condizioni favorevoli al suicidio di un detenuto”.

La situazione descritta per gli ospedali non è molto diversa da quella che si presenta negli aeroporti dell’isola. “Tra le gravi problematiche evidenziate – rileva il vice Capogruppo - c’è inoltre l’assenza di appositi presidi fissi presso gli aeroporti: all’aeroporto di Elmas la Polizia penitenziaria è ospitata in un indecoroso container arrugginito, situazione offensiva della dignità del Corpo e delle persone che lì transitano”.

Cossa fa appello dunque alla Regione. “Le motivazioni spiegate sono la chiara raffigurazione di una situazione non più tollerabile. Richiamo perciò a riguardo l’attenzione del governatore Christian Solinas e dell’assessore alla Sanità, Mario Nieddu, perché intervengano immediatamente sulla consegna perlomeno del reparto detentivo ospedaliero realizzato presso l'ospedale Santissima Trinità a Cagliari, consegna non più rimandabile. Al tempo stesso, è necessario un intervento anche presso le competenti ASL al fine di far prevedere in tempi brevi e comunque ragionevoli, l’attivazione di reparti ospedalieri detentivi in grado di accogliere i detenuti che hanno necessità di cure ospedaliere senza mettere a repentaglio la sicurezza degli altri pazienti e del personale sanitario e penitenziario coinvolto. Infine, chiedo che si faccia luce su quali siano le cause della mancata realizzazione delle camere di sicurezza presso gli scali aeroportuali dell’Isola, perché la situazione oggi esistente possa trovare miglioramenti”.

Elisabetta Caredda

23 marzo 2022
© Riproduzione riservata

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