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Carenza medici e servizi nel Nuorese, in migliaia alla fiaccolata di protesta: “Così non si può andare avanti”


Un serpentone che dall’ospedale Zonchello è passato davanti all’Hospice, ha costeggiato l’Istituto tecnico commerciale ed è approdato al piazzale del Pronto Soccorso dell’ospedale San Francesco, dove medici e infermieri si sono affacciati alle finestre rivestite di un drappo bianco, salutati dagli applausi dei manifestanti. Al corteo cittadini, amministratori, Cgil-Cisl-Uil, associazioni dei pazienti, medici e infermieri.

29 LUG - In centinaia, con la fiaccola in mano, hanno dato vita ieri a una marcia silenziosa per il diritto alla salute a Nuoro, un territorio che sta soffrendo per la carenza dei medici e dei servizi sanitari.

Le magliette celesti dell’associazione “Vivere a Colori” che hanno promosso la manifestazione, hanno aperto il corteo: un serpentone lunghissimo che dall'ospedale Zonchello è passato davanti all’Hospice, ha costeggiato l’Istituto tecnico commerciale ed è approdato al piazzale del Pronto Soccorso dell’ospedale San Francesco, dove medici e infermieri si sono affacciati alle finestre rivestite di un drappo bianco, salutati dagli applausi dei manifestanti. Un momento che ha portato privati cittadini, amministratori, sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil, associazioni dei pazienti, medici e infermieri a unirsi per il diritto alle cure negli ospedali della Asl 3 e negli ambulatori di medicina generale.

Il corteo si è fermato davanti al camper di “Vivere a Colori” simbolo della lotta in questo territorio : “Dopo anni di manifestazioni urlate, abbiamo promosso un corteo silenzioso per esprimere il nostro disagio per il depotenziamento della sanità territoriale - ha detto Marilena Pintore, leader di Vivere a Colori -. L’ospedale di Nuoro, un tempo nosocomio di eccellenza, sta arrancando tra reparti chiusi o personale insufficiente. Siamo qui non solo per rivendicare il diritto alle cure dei cittadini deportati in altri ospedali dell’isola ma anche per solidarizzare con medici e personale sanitario sottoposti a turni massacranti. Chiediamo anche un cambio di passo per gli ospedali di Sorgono e Lanusei, perché tutti i cittadini del centro Sardegna abbiano gli stessi diritti”.

“Sono qui come medico e come cittadina di questo territorio per rivendicare il sacrosanto diritto alla salute - ha aggiunto Lucia Pitzoi, medico rianimatore del San Francesco - il mio reparto ha ridotto il personale, ma riesce ancora ad andare avanti, purtroppo non è così in altre unità operative: il Pronto soccorso è in grave difficoltà, ma anche Urologia, Cardiologia, Medicina e potrei continuare. Così non si può andare avanti”.

Gli amministratori arrivano alla spicciolata, alcuni hanno la fascia tricolore: “Il problema va risolto a due livelli: quello regionale e quello nazionale - rimarca Salvatore Lai, sindaco di Gavoi - vanno aperte le facoltà  di Medicina e vanno pagati bene i giovani medici. La Regione e lo Stato devono intervenire”.

“Bisogna trovare soluzioni rapide e definitive - ha concluso il vicesindaco di Nuoro Fabrizio Beccu - sono anni che andiamo avanti con i servizi territoriali depotenziati e con manifestazioni ogni tre mesi. La politica deve fare la propria parte ora subito, altrimenti si curerà solo chi ha soldi”.

29 luglio 2022
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