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Sardegna. L’Assemblea legislativa approva legge per la prevenzione e contrasto dei fenomeni del bullismo e del cyber bullismo

di Elisabetta Caredda

Il testo prevede lo stanziamento di 600.000 euro annui per il 2023 e per il 2024. L’annuncio di Pais: “Si tratta di una legge di civiltà voluta fortemente dal Consiglio regionale che ha l’obiettivo di combattere un fenomeno in continua crescita tra le ragazze e i ragazzi e che spesso ha dei risvolti drammatici. Le Istituzioni  hanno il dovere di approvare provvedimenti legislativi  diretti ad arginare  un fenomeno ormai radicato che crea danni irreparabili per tutta la vita e che è causato  anche dalla  profonda  solitudine delle giovani generazioni”. IL TESTO

28 OTT -

Il Consiglio regionale della Sardegna ha approvato all’unanimità lo scorso 25 ottobre il Testo unificato sulle ‘Disposizioni in materia di prevenzione e contrasto ai fenomeni del bullismo e del cyber bullismo’ che prevede lo stanziamento di 600.000 euro annui per il 2023 e per il 2024.

La Sardegna si dota dunque di un testo di legge con l’auspicio di contrastare tutti quei comportamenti di prevaricazione e di sopraffazione tipici dei ‘bulli’, sentiti purtroppo in modo importante anche nel territorio isolano.

Il relatore di maggioranza Andrea Piras (Lega), nell’illustrare il testo ne ha chiarito in primis gli obiettivi: “Il fenomeno della devianza minorile è configurabile per buona parte nella mancata efficacia della formazione e controllo da parte delle strutture educative tradizionali quali la famiglia, la scuola e le strutture sociali dove i giovani vivono la socializzazione e la crescita come oratori, comunità sportive ed artistiche. L’obiettivo della legge è dunque quello di attuare politiche attive di prevenzione sul piano informativo e formativo sul disvalore morale-giuridico dei comportamenti devianti e sulle conseguenze di tali comportamenti. Politiche rivolte ai minori, alle loro famiglie, alla scuola e ai contesti sociali ove si svolge la vita sociale dei minori e, contestualmente, porre in essere politiche attive di monitoraggio, valutazione, azioni di prevenzione di sistema, azioni di tutela delle vittime”.

Ne condivide appieno il contenuto il relatore di minoranza Piero Comandini (Pd), che ha affermato: “Il fenomeno del bullismo e del cyber bullismo è presente in forma capillare nel mondo giovanile con gravi danni per le ragazze e i ragazzi. Occorre dare loro gli strumenti per difendersi. Questa legge ci dà la possibilità di dialogare con i nostri figli. Mette a disposizione anche per noi importanti strumenti per difenderci. Un giovane su cinque, tra i 10 e i 19 anni, è stato sottoposto almeno una volta a un atto di bullismo: può essere anche un nostro figlio e noi non lo sappiamo. E’ difficile denunciare perché si rischia l’emarginazione. E’ una legge dunque di “grande civiltà” che copre un vuoto e ci mette alla pari di altre regioni che hanno già legiferato. Molto ci sarà ancora da fare poi, la Giunta dovrà emanare un regolamento, ma ciascuno di noi può dare un contributo per arginare il bullismo”.

In fase di discussione, sono stati numerosi i consiglieri intervenuti, ciascuno ha dato il proprio importante contributo; alcuni poi hanno riportato mirati accorgimenti. Come il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, che ha avvertito: “La Sardegna è la regione italiana con il tasso più alto di dispersione scolastica, circa il 30%. Si parla addirittura del 40% tra i giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni. Oggi facciamo un passo doveroso ma evitiamo che il problema riguardi solo alcune scuole, solo perchè il problema riescono a farlo emergere, mentre in molti altri casi non se ne parla: sono a volte gli stessi docenti a subire atti di bullismo. E’ con il rafforzamento dell’istituzione scolastica che possiamo contrastarlo. Serve tenere gli occhi aperti”.

La consigliera Elena Fancello (Psd’Az), d’accordo sulla norma, ha però rilevato: “Riconosco che su questo tema siamo poco preparati, per questo è necessario rivolgersi a persone esperte. Ciò però non avviene con questa legge, non capisco perché ci si debba affidare alla politica che non ha competenze. E’ ciò che emerge dall’art.7 che prevede un coordinamento composto da varie figure istituzionali. Nell’organismo è presente anche il Garante dell’infanzia e dell’adolescenza che il Consiglio regionale non ha ancora nominato. Per questo presenterò un ordine del giorno per sollecitarne la nomina. Come avviene infatti nelle altre regioni, non possiamo relegare gli esperti a un ruolo marginale”.

Per la consigliere Annalisa Mele (Riformatori): “Occorre introdurre la figura dello psicologo nella scuola che potrebbe percepire in anticipo alcuni segnali e prevenire azioni potenzialmente in grado di sfociare in fenomeni di bullismo e cyber bullismo. La legge va approvata ed applicata quanto prima, possibilmente incrementando le risorse disponibili”.

Il Consiglio regionale, a termine del dibattito, ha dunque licenziato all’unanimità il provvedimento di legge con 50 voti favorevoli. Soddisfazione sull’approvazione è stata espressa dal Presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, che attraverso una nota consiliare annuncia l’esito: “Si tratta di una legge di civiltà voluta fortemente dal Consiglio regionale che ha l’obiettivo di combattere un fenomeno in continua crescita tra le ragazze e i ragazzi e che spesso ha dei risvolti drammatici. Le Istituzioni hanno il dovere di approvare provvedimenti legislativi diretti ad arginare un fenomeno ormai radicato che crea danni irreparabili per tutta la vita e che è causato anche dalla profonda solitudine delle giovani generazioni ”.

Elisabetta Caredda



28 ottobre 2022
© Riproduzione riservata

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