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Ha un tumore ma per la chemio deve aspettare almeno 3 settimane. Cuccu presenta interrogazione

di Elisabetta Caredda

L’uomo, in cura all’ospedale di Sirai, si sarebbe visto sospendere la chemioterapia dapprima per la mancanza dei cateteri per eseguirla e poi per l’assenza di medici specializzati che potessero utilizzare i dispositivi. L’Ospedale Sirai è l'unico presidio del Sulcis-Iglesiente dotato di un reparto di oncologia medica. La segretaria della commissione Salute interroga la Regione sulle misure per superare la situazione: “I pazienti si trovano spesso a dover fare i conti con la disorganizzazione dell’assistenza e con la carenza di personale. Bisogna garantire terapie efficaci, tempestive e sicure”. L'INTERROGAZIONE

17 OTT - In seguito all’appello di un paziente oncologico che si è visto slittare la sospensione del suo quinto ciclo di chemioterapia dai 7 sette giorni previsti a tre settimane e oltre, prima per la mancanza dello strumento per eseguirla (i cosiddetti PICC, Peripherally Inserted Central Cathete) e poi per l’assenza di medici specializzati che potessero utilizzare il dispositivo, la Segretaria della Commissione consiliare Sanità, Carla Cuccu, ha presentato una interrogazione per conoscere quali misure il Presidente della Regione, Christian Solinas, e l'Assessore alla Sanità, Mario Nieddu, intendano adottare per evitare il ripetersi di simili episodi: “I pazienti si trovano spesso a dover fare i conti con la disorganizzazione dell’assistenza e con la carenza di personale sanitario in ospedale. Si rileva la necessità di garantire ai pazienti un percorso terapeutico efficace, tempestivo e sicuro”.

“Tutti i cittadini hanno diritto di trovare nei servizi sanitari, operatori e strutture efficienti volti ad una adeguata assistenza e cura per migliorare il loro stato di salute”, dichiara Carla Cuccu (M5S), Segretaria della Commissione consiliare Sanità, in seguito all’appello del paziente, la cui storia è stata rilanciata qualche giorno fa dall’Unione Sarda.
 
Il paziente, seguito all’ospedale del Sirai a Carbonia, lotta contro un tumore al polmone. Sulle cause che hanno determinato lo slittamento della terapia, ha riferito di essersi prima sentito rispondere che dipendeva dalla mancanza di “picc”, ossia dei cateteri venosi centrali che vengono inseriti perifericamente all'altezza del braccio con l'aiuto dell’ecoguida, e usati per le terapie chemioterapiche di medio e lungo periodo; quando questi sono stati riforniti al reparto, il paziente si è sentito dire che mancava il personale medico specializzato per l’inserimento di questa tipologia di catetere.

“L'Ospedale Sirai è l'unico presidio del Sulcis-Iglesiente che eroga tale prestazione sanitaria – evidenzia la Consigliera nella interrogazione -, in quanto dotato di un reparto di oncologia medica per la diagnosi e la cura delle malattie neoplastiche”. Cuccu ricorda come “scopo della chemioterapia sappiamo bene essere quello di debellare la malattia, ridurre la possibilità di recidiva, ridurre il volume tumorale e prolungare la sopravvivenza assicurando al paziente una buona qualità della vita”. Per la segretaria della Commissione, dunque, “quanto accaduto è un fatto gravissimo che non deve ripetersi in futuro”.

“I pazienti – denuncia Cuccu - si trovano spesso a dover fare i conti con la disorganizzazione dell’assistenza e con la carenza di personale sanitario in ospedale. Una seria programmazione avrebbe evitato il triste episodio. Pertanto, si rileva la necessità di garantire ai pazienti un percorso terapeutico efficace, tempestivo e sicuro, e di ricostruire il legame di fiducia tra il cittadino e le strutture ospedaliere alle quali si affida”.

Motivazioni per cui la Segretaria della Commissione Sanità ha presentato una urgente interrogazione consiliare per conoscere se il Presidente della Regione Christian Solinas e l'Assessore alla Sanità Mario Nieddu siano stati messi al corrente della vicenda e di quali misure intendano adottare per evitare il ripetersi di simili episodi.
 
Elisabetta Caredda

17 ottobre 2019
© Riproduzione riservata

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