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Protesi anca difettose. Cittadinanzattiva: “Urgente un Registro nazionale degli interventi”


Il ministero della Salute ha chiesto agli operatori sanitari di richiamare i pazienti con protesi all’anca Asr della DePuy. Tali impianti hanno infatti registrato un tasso di revisione chirurgica maggiore di altre protesi. Cittadinanzattiva: “Nessun allarmismo, ma più informazione e tutela per i cittadini”.

08 FEB - Dopo lo scandalo delle protesi mammarie Pip, ecco un nuovo caso di protesi difettosa. Si tratta, questa volta, delle protesi ortopediche di sostituzione d’anca Asr della DePuy. L’azienda produttrice, infatti, ha sospeso nell’agosto 2010 la commercializzazione di queste protesi a causa di “un incremento del tasso di revisione chirurgica maggiore di quello atteso a cinque anni”, come spiega una circolare del ministero della Salute che il 25 novembre 2011 richiamava gli operatori sanitari ad invitare i pazienti a cui era stata impiantata tale protesi a sottoporsi a un programma di follow up in linea con quanto già suggerito nell’agosto 2010 richiamando al protocollo suggerito dall’Agenzia regolatoria dei farmaci e dei prodotti sanitari della Gran Bretagna.

Con una nuova circolare emanata il 24 gennaio, il ministero ha fornito ulteriori raccomandazioni sul caso, invitando tutti gli operatori sanitari esecutori di impianti con protesi ortopediche di sostituzione d’anca Asr della DePuy a contattare, “direttamente o tramite le strutture sanitarie, tutti i pazienti al fine di sottoporli a visite di controllo con follow up ravvicinato, avvalendosi di accertamenti clinico-diagnostici ritenuti necessari e clinicamente giudicati”.
Ai medici di famiglia veniva chiesto di verificare che tale follow up fosse stato attivato per i loro assistiti con protesi Asr DePuy, oltre che di indirizzare i pazienti non richiamati a contattare la struttura sanitaria dove è stato effettuato l’impianto. Ai medici di famiglia il ministero chiedeva infine di sollecitare tutti gli assistiti con protesi all’anca che non siano a conoscenza del nome del fabbricante a contattare il medico o la struttura dove hanno effettuato l’intervento per accertare la tipologia di protesi impiantata.

La circolare stabiliva inoltre che le strutture sanitarie esecutrici di impianto di protesi Asr DePuy debbano comunicare alle Regioni e al distributore Johnson & Johnson Medica Spa la conferma dell’inizio del follow up, il numero di revisione effettuate e le ragioni cliniche della revisione chirurgica. Le Regioni, mensilmente, dovranno inoltrare i dati al ministero della Salute fino alla chiusura del follow up stesso.

Ma il Tribunale per i diritti del Malato di Cittadinanzattiva chiede al ministero anche di “accelerare l’istituzione di un vero e proprio Registro nazionale degli interventi di protesi, sulla base dell’esperienza pilota già attivata dall’Istituto Superiore di Sanità”. “Questo – ha affermato Francesca Moccia, coordinatrice nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva - permetterebbe di avere informazioni dettagliate sull’impianto di ogni protesi e di raggiungere più facilmente i cittadini coinvolti”.

Infatti, spiega il Tdm, “sebbene il Ministero e la stessa azienda abbiano provveduto ad informare le strutture ospedaliere coinvolte per richiamare i pazienti, alcuni cittadini ci contattano per avere maggiori informazioni”. “Senza allarmismo”, il Tdm suggerisce ai cittadini di “controllare nella cartella clinica quale tipologia di protesi è stata impiantata; di regola, infatti, ogni volta che viene impiantato un dispositivo medico o protesi vengono riportate in cartella clinica una serie di informazioni quali la marca, il modello, la dimensione, il numero di lotto ed il numero di serie della protesi”. “Solo a chi ha una protesi del tipo su indicato – continua il Tdm-Cittadinanzattiva – suggeriamo di rivolgersi al medico chirurgo che ha effettuato l’intervento oppure ad un ortopedico”.
 

08 febbraio 2012
© Riproduzione riservata

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