Coronavirus. Pediatri: “Bambini sintomatici casi sentinella di possibili contagi intra-familiari”

Coronavirus. Pediatri: “Bambini sintomatici casi sentinella di possibili contagi intra-familiari”

Coronavirus. Pediatri: “Bambini sintomatici casi sentinella di possibili contagi intra-familiari”
Il Presidente del sindacato dei pediatri Paolo Biasci: “Non condividiamo la tesi di chi vuole effettuare i tamponi ai bambini solo nei casi gravi. I più piccoli sono in isolamento domestico ormai da settimane e l’epidemia influenzale stagionale si sta esaurendo. Se si ammalano vuol dire che sono stati contagiati dagli adulti, magari asintomatici. Servono tamponi e analisi sierologiche per mappare l’epidemia e contenerla”

“A questo punto dell’epidemia non condividiamo la tesi di chi afferma che i tamponi sui bambini debbano essere eseguiti solo in caso di febbre che perduri elevata per tanti giorni o di sintomi gravi. Il tampone sui bambini non serve di per sé ai bambini stessi, che nella stragrande maggioranza dei casi manifestano la COVID-19 con sintomi medio-lievi, ma è necessario per mettere in evidenza il pericoloso fenomeno della diffusione intra-familiare dell’infezione da parte di adulti asintomatici, pre-sintomatici o pauci-sintomatici. I bambini sono chiusi in casa ormai da settimane. Se manifestano sintomi di infezione ascrivibili a sintomi “influenzali” (anche non gravi) devono essere considerati casi sentinella di un possibile trasmissione intra-familiare del SARS-CoV-2, anche se gli adulti con cui convivono risultano asintomatici. Eseguire tamponi e analisi sierologiche sul cluster familiare ci aiuta a rilevare i positivi e gli immuni, ovvero a mappare l’epidemia e a pensare al futuro. Partiamo dalle famiglie per censire la diffusione del virus sul territorio, senza rompere l’isolamento domestico e rischiare di amplificare il contagio”. Questo l’appello di Paolo Biasci, Presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri.
 
“Abbiamo predisposto una nuova flow-chart per i pediatri di famiglia – prosegue Mattia Doria, Segretario nazionale alle Attività Scientifiche ed Etiche della FIMP -. In presenza di segni di infezione non riconducibili in maniera evidente ad altre malattie, dobbiamo trattare il bambino come caso sospetto di Covid-19. Dobbiamo esercitare il principio di precauzione e assumere, per prudenza, che tutte le patologie acute che insorgono nei più piccoli in un periodo di mancata esposizione sociale tranne gli stretti conviventi, siano infezioni da Covid-19 fino a prova contraria. Ciò che è sempre più importante, con l’evolversi dell’epidemia, non è più o non solo il riconoscimento dei pazienti gravi ma l’interruzione della circolazione del virus tra la popolazione apparentemente sana”.
 
“L’isolamento domestico, nel panorama epidemiologico attuale caratterizzato dal crollo dell’epidemia influenzale stagionale e dalla netta riduzione delle altre patologie infettive e di organo – riprende Biasci – è un elemento importante per definire la linea di contagio. Il bambino con sintomi infettivi, anche lievi o aspecifici, può essere infatti il primo segnale di diffusione del virus in un possibile contesto familiare di genitori positivi asintomatici che, se non riconosciuto, continueranno inconsapevolmente a uscire di casa e ad avere contatti sociali nei contesti più comuni, dal lavoro alla spesa al supermercato”.
 
“L’evoluzione epidemiologica pediatrica dell’infezione da Covid-19, al di là di sporadici casi letali segnalati negli USA e in alcuni Paesi Europei – spiega Doria – si conferma essere caratterizzata da una sintomatologia prevalentemente di gravità medio-lieve, che si manifesta anche con segni e sintomi non di tipo respiratorio. Sintomi che devono essere considerati con attenzione all’interno del triage telefonico con il genitore e il monitoraggio clinico delle condizioni di salute”.
 
“L'esperienza che stiamo raccogliendo sul campo con il coinvolgimento di migliaia di pediatri di famiglia – sottolinea il Presidente Biasci – mette in evidenza che il diffondersi dell'epidemia di Covid-19 ha determinato un deciso sovvertimento di approcci clinico-assistenziali consolidati, sia per i servizi sanitari pubblici che per i medici delle cure primarie, costringendo a cambiarli, anche rapidamente, più volte nel divenire della situazione epidemiologica. In non pochi casi la diagnosi di positività al Covid-19 nei genitori e gli adulti conviventi e in un secondo momento dei figli nostri assistiti, è avvenuta senza che sia stata documentata un’esposizione certa a situazioni o rischi identificabili con il triage telefonico. Questo è il segno che il contagio si è verificato casualmente, in modo non prevedibile, nei luoghi frequentati dagli adulti”.
 
“In un contesto di circolazione del virus, attualmente non controllata e di diffusione locale dell’infezione – conclude Biasci – per contribuire in modo significativo al contenimento della diffusione del contagio, si rende sempre più necessario segnalare i bambini sospetti ai Servizi Sanitari locali, secondo le modalità attivate dalle Regioni e Province autonome, per favorire l’esecuzione del test diagnostico anche sui familiari. In questa emergenza, rinnoviamo l’appello alle istituzioni sanitarie italiane e alla task-force nazionale di volerci considerare a disposizione per contribuire ad un approccio all’epidemia a 360°: per ridurre l’accesso ai Pronto Soccorso e il rischio di ricorso alle Terapie Intensive dobbiamo sempre più e sempre meglio lavorare sulla prevenzione e sull’intercettazione precoce”.
 

 
 

02 Aprile 2020

© Riproduzione riservata

Morbillo. Morti in calo dell’88% dal 2000 grazie ai vaccini, ma nel 2024 oltre 11 milioni di casi e 95.000 decessi. Il report Oms
Morbillo. Morti in calo dell’88% dal 2000 grazie ai vaccini, ma nel 2024 oltre 11 milioni di casi e 95.000 decessi. Il report Oms

Gli sforzi globali di immunizzazione hanno salvato quasi 59 milioni di vite. Ma nel 2024, i casi di morbillo sono aumentati dell’86% nella Regione del Mediterraneo orientale, del 47% in...

Infertilità. Colpita 1 persona su 6. L’Oms lancia la prima guida mondiale per cure più eque
Infertilità. Colpita 1 persona su 6. L’Oms lancia la prima guida mondiale per cure più eque

Si stima che l’infertilità colpisca 1 persona su 6 in età riproduttiva in qualche momento della propria vita. Sebbene la domanda di servizi sia in crescita in tutto il mondo,...

Prevention Talk. Vaccinazione in terza età, un obiettivo di salute individuale e di sanità pubblica
Prevention Talk. Vaccinazione in terza età, un obiettivo di salute individuale e di sanità pubblica

L’aspettativa di vita, in Italia, cresce ed è sicuramente una buona notizia. Ma insieme al numero di anziani, cresce anche numero di pazienti fragili e malati cronici. La vaccinazione è...

Bando Aifa 2025 per la ricerca indipendente su medicina di precisione e contrasto antibiotico-resistenza: presentati oltre 100 progetti
Bando Aifa 2025 per la ricerca indipendente su medicina di precisione e contrasto antibiotico-resistenza: presentati oltre 100 progetti

Adesione elevata per il secondo Bando Aifa di ricerca indipendente per il 2025, dedicato a due aree strategiche per il Servizio sanitario nazionale: l’antimicrobico-resistenza e la medicina di precisione. Sono...