Da Ema un reflection paper per un uso sistematico dei dati sull’esperienza del paziente nello sviluppo e nella valutazione dei farmaci

Da Ema un reflection paper per un uso sistematico dei dati sull’esperienza del paziente nello sviluppo e nella valutazione dei farmaci

Da Ema un reflection paper per un uso sistematico dei dati sull’esperienza del paziente nello sviluppo e nella valutazione dei farmaci
Il paper sottolinea le criticità legate a qualità, rappresentatività e validazione degli strumenti, nonché il rischio di sovraccarico per i partecipanti, e richiama la necessità di armonizzazione internazionale. L’Agenzia invita industria, ricercatori e gruppi di pazienti a un dialogo precoce con i regolatori, così da valorizzare i PED come evidenza scientifica nelle decisioni sui farmaci. Il documento sarà in consultazione pubblica fino al 31 gennaio.

L’Agenzia europea dei medicinali (EMA) ha pubblicato un reflection paper che apre la strada a una più ampia e strutturata integrazione dei dati sull’esperienza del paziente (Patient Experience Data, PED) nell’intero ciclo di vita dei farmaci. Il documento, adottato dai comitati scientifici dell’EMA e ora in consultazione pubblica fino al 31 gennaio 2026, mira a fornire un quadro di riferimento condiviso per industria, ricercatori, pazienti e regolatori.

Cosa sono i dati sull’esperienza del paziente

Con PED si intendono informazioni raccolte direttamente dai pazienti o dai caregiver, senza interpretazione da parte di clinici o terzi, che riguardano sintomi, qualità di vita, preferenze terapeutiche, tolleranza agli effetti collaterali e aspettative sui trattamenti. Questi dati possono essere ottenuti tramite strumenti quantitativi (questionari standardizzati, PROs – Patient Reported Outcomes), studi sulle preferenze dei pazienti (Patient Preference Studies, PPS), interviste o focus group, nonché attraverso canali innovativi come i registri digitali, le tecnologie mobili o persino i social media.

Secondo l’EMA, i PED rappresentano una componente essenziale per arricchire le valutazioni regolatorie e migliorare la personalizzazione delle cure. Possono influenzare:

  • la progettazione dei trial clinici, orientando la scelta degli endpoint più rilevanti per i pazienti e migliorando arruolamento e retention;
  • la valutazione beneficio-rischio, fornendo elementi sulla qualità di vita, la percezione degli effetti collaterali e la tolleranza ai rischi;
  • le decisioni post-marketing, con dati raccolti in contesti reali che supportano farmacovigilanza e minimizzazione dei rischi;
  • le politiche di accesso e rimborso, integrando le valutazioni di efficacia relativa e costo-beneficio con le preferenze espresse dagli stessi pazienti.

Sfide e raccomandazioni

Il reflection paper evidenzia tuttavia criticità da affrontare:

  • problemi di qualità e rappresentatività dei dati, spesso influenzati da bias o da campioni troppo ristretti;
  • la necessità di strumenti validati per misurare gli esiti riferiti dai pazienti;
  • il rischio di sovraccarico per i partecipanti quando i metodi di raccolta sono troppo onerosi;
  • la mancanza di armonizzazione internazionale su metodologie e standard di valutazione.

Per questo, l’EMA invita sviluppatori e ricercatori a un confronto precoce con l’Agenzia tramite scientific advice e procedure di qualificazione, così da garantire che i dati raccolti possano essere realmente utilizzati nei processi regolatori.

Nelle conclusioni, l’EMA incoraggia tutti gli attori coinvolti – dall’industria ai gruppi di pazienti – a integrare sistematicamente i PED nei programmi di sviluppo e nelle richieste di autorizzazione all’immissione in commercio. L’obiettivo è costruire un approccio regolatorio che riconosca pienamente il valore dell’esperienza dei pazienti come evidenza scientifica a supporto delle decisioni sui farmaci.

29 Settembre 2025

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