Dompé: su brevetti Ue l’Italia non si lasci “scavalcare” da altri Paesi

Dompé: su brevetti Ue l’Italia non si lasci “scavalcare” da altri Paesi

Dompé: su brevetti Ue l’Italia non si lasci “scavalcare” da altri Paesi
Il presidente di Farmindustria sostiene la linea del ministro per le Politiche comunitarie, Andrea Ronchi, che ha affermato che l’Italia non accetterà l’ipotesi di “cooperazione rafforzata” avanzata da alcuni Paesi europei che chiedono, in caso di mancata intesa del Consiglio Competitività sul regime linguistico per il brevetto Ue, di optare per tre lingue: inglese, francese e tedesco. “Urgente risolvere anche la questione della protezione dei brevetti high tech”

“Esprimo apprezzamento su quanto affermato dal Ministro per le Politiche Europee Andrea Ronchi che ha reagito alla lettera di ‘cooperazione rafforzata’ lanciata dalla Gran Bretagna con il sostegno di Irlanda, Svezia, Olanda e Slovenia. Una posizione cui va il pieno sostegno perché la proposta potrebbe ‘scavalcare’ l’Italia sul tema della lingua da utilizzare, imponendo soluzioni non condivise e di fatto più onerose per le imprese”.
Così il presidente di Farmindustria ha commentato il rifiuto, da parte di Ronchi, della proposta avanza da alcuni Paesi di Ue, secondo i quali, in caso di mancata intesa del Consiglio Competitività sul regime linguistico per il brevetto europeo, si dovrebbe concordare l’approvazione di solo tre lingue: inglese, francese e tedesco.

Dompé si dice quindi favorevole all’ipotesi elaborata dalla Confindustria italiana e da quelle di Spagna, Portogallo e Polonia, che chiedono, tra l’altro, l’accordo sulla sola lingua inglese. “Ma la debolezza dell’attuale sistema brevettuale rimane il problema più serio, con ripercussioni gravi sulla competitività internazionale”, osserva il presidente di Farmindustria, secondo il quale, quindi, “va risolto con urgenza” anche “una protezione della tutela brevettuale efficace che garantisca a tutti i settori hi tech e dunque anche al farmaceutico di continuare ad investire nel Paese”, perché solo così la Ricerca può crescere.

11 Novembre 2010

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