Inquinamento. Dallo smog alle microplastiche, i nemici invisibili della salute dei bambini. Pediatri: “Servono azioni coordinate”

Inquinamento. Dallo smog alle microplastiche, i nemici invisibili della salute dei bambini. Pediatri: “Servono azioni coordinate”

Inquinamento. Dallo smog alle microplastiche, i nemici invisibili della salute dei bambini. Pediatri: “Servono azioni coordinate”
Per i pediatri della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili occorre una “medicina ambientale” che non curi solo i sintomi, ma che sappia riconoscere e prevenire le cause profonde delle malattie respiratorie. Informare le famiglie e promuovere comportamenti più sicuri è un passo fondamentale per proteggere i bambini.

Dallo smog cittadino alle microplastiche presenti anche nell’aria domestica, l’ambiente in cui vivono i bambini è oggi una delle principali minacce alla loro salute respiratoria.

I dati parlano chiaro: nel 2021 l’inquinamento atmosferico ha causato 8,1 milioni di decessi a livello globale, di cui 700mila tra i piccoli sotto i cinque anni, soprattutto nei Paesi a basso reddito. Quasi il 40% di questi decessi è stato attribuito all’inquinamento dell’aria domestica.

A lanciare l’allarme i pediatri della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (Simri, affiliata alla Società Italiana di Pediatria) che invitano ad azioni coordinate per ridurre l’esposizione quotidiana ai “nemici invisibili” dentro e fuori casa. Informare le famiglie e promuovere comportamenti più sicuri è un passo fondamentale per proteggere i bambini.

In Italia oggi, un bambino su quattro soffre di bronchite asmatica, circa 1 su 3 manifesta rinite allergica, 1 su 10 è affetto da asma. Questi numeri sono in aumento, le cause sono molteplici, ma l’esposizione ambientale gioca un ruolo sempre più centrale, secondo la Simri. “L’inquinamento, il cambiamento climatico, la presenza di sostanze tossiche come PFAS, ftalati, e microplastiche influiscono sullo sviluppo polmonare sin dai primi giorni di vita – afferma la Presidente Simri Stefania La Grutta – i bambini sono particolarmente vulnerabili: hanno un sistema respiratorio in via di sviluppo, assorbono più inquinanti per chilo di peso corporeo, hanno una capacità limitata di termoregolazione e una maggiore sensibilità alle infezioni. Inoltre, esplorano il mondo con la bocca e le mani, aumentando l’esposizione involontaria a sostanze nocive che si trovano nell’aria, nei giocattoli, nei tessuti o nei materiali domestici”.

Oltre il 90% della popolazione mondiale respira aria contaminata. Oggi, oltre il 90% della popolazione mondiale respira aria contaminata da particolato fine (PM2.5 e PM10), ozono e biossido di azoto. E i cambiamenti climatici aggravano il problema, soprattutto per i bambini più piccoli affetti già affetti da asma e allergie, aumentando l’esposizione a inquinanti atmosferici, pollini allergenici e condizioni meteorologiche estreme. Spiega Carla Ancona, Epidemiologa, Dipartimento di Epidemiologia, SSR Lazio, Roma:La conseguenza è un aumento di crisi respiratorie, infezioni, ospedalizzazioni. Ma non solo: caldo e inquinamento colpiscono anche il sistema nervoso centrale. Studi recenti dimostrano un incremento fino al 9,7% dei ricoveri psichiatrici durante le ondate di calore. Tuttavia, esistono strategie di mitigazione efficaci: le aree verdi urbane migliorano il benessere mentale, riducono l’inquinamento e abbassano le temperature”

Attenzione all’aria di casa “Spesso ci preoccupiamo dello smog, ma trascuriamo l’aria che respiriamo in casa – avverte Giovanni Viegi, pneumologo ed epidemiologo, Istituti di Fisiologia Clinica, Pisa e di Farmacologia Traslazionale, Palermo, Cnr – trascorriamo il 90% del nostro tempo in ambienti chiusi, e i bambini ancora di più”.
Fumo passivo, stufe, spray, vernici, muffe: le fonti sono tante e spesso sottovalutate. La buona notizia? “Con semplici accorgimenti quotidiani possiamo ridurre i rischi: arieggiare, usare la cappa in cucina, evitare prodotti aggressivi per uso domestico. Sono piccole azioni che fanno una grande differenza, soprattutto per i bambini più fragili”, conclude Viegi.

Microplastiche: nel sangue, nei polmoni, nella placenta “Le micro e nanoplastiche sono diventate una presenza silenziosa nelle nostre vite. Invisibili all’occhio, ma capaci di infiltrarsi ovunque: nell’acqua che beviamo, nell’aria che respiriamo, persino nel nostro stesso corpo” spiega Giacomo Toffol, Pediatra di famiglia, Ulss 2 Veneto. Le microplastiche sono state ritrovate nel sangue, nei polmoni e addirittura nella placenta, con il rischio di alterare lo sviluppo del feto ancora prima della nascita. “Queste particelle possono veicolare sostanze tossiche come ftalati, Pfas e metalli pesanti. Interferiscono con il sistema endocrino, aumentano il rischio di malattie infiammatorie e hanno effetti sulla funzione cognitiva e sul metabolismo. Per ridurre i rischi per la salute è indispensabile ridurre l’utilizzo delle sostanze plastiche, come suggeriscono con utili indicazioni pratiche le società scientifiche che hanno dato origine alla “Campagna nazionale di prevenzione dei rischi per la salute da esposizione alla plastica”.

Cattive abitudini, povertà e fumo: i polmoni si ammalano da piccoli “Spesso pensiamo che la salute respiratoria sia solo una questione genetica o medica, ma non è così – racconta Maria Elisa Di Cicco, Ricercatrice, U.O Pediatria, Università di Pisa – la qualità dell’aria che un bambino respira, il cibo che mangia, se fa attività fisica o se è esposto al fumo in casa… tutto questo incide in modo determinante già dai primi mesi di vita”.

E non tutti i bambini hanno le stesse condizioni di partenza “Chi vive in una famiglia con risorse limitate ha più probabilità di abitare in zone inquinate, in case umide, con muffe o materiali tossici. Spesso ha meno accesso a cibo sano, a cure mediche, a informazioni corrette. E così le disuguaglianze si traducono in più asma, più infezioni, più ospedalizzazioni” aggiunge.
La prevenzione, quindi, passa anche per la giustizia sociale. “Educazione, politiche pubbliche, sostegno ai genitori: tutto concorre a dare ai bambini la possibilità di respirare un’aria migliore e di crescere in salute”.

L’appello della Simri: “Serve una nuova medicina ambientale” I pediatri non si limitano a lanciare un allarme. Occorre una “medicina ambientale” che non curi solo i sintomi, ma che sappia riconoscere e prevenire le cause profonde delle malattie respiratorie. Una medicina che metta al centro non solo il bambino, ma il contesto in cui vive: la casa, la scuola, il quartiere, l’aria che respira. È questo l’impegno che la Simri ribadisce nel contesto di una visione attenta alla prevenzione, consapevole che la tutela della salute respiratoria dei bambini è una responsabilità collettiva. Perché i bambini sono tra i soggetti più esposti agli effetti dell’inquinamento e del cambiamento climatico, ma sono anche quelli che hanno più da guadagnare da un’azione immediata e concreta.

12 Settembre 2025

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