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Per evitare chiusura dei Pronto Soccorso pagare i medici tenendo conto del disagio

08 LUG - Gentile Direttore,
ha fatto scalpore la chiusura del Pronto Soccorso a Noto, ma in realtà negli anni molti altri Pronto Soccorso hanno chiuso o sono diventati Punti di Primo Intervento, cioè poco più di una Guardia Medica, che ingenera nella popolazione, per pura volontà politica, aspettative non rispondenti alla realtà.
E’ un percorso: i concorsi vanno deserti o sono più numerosi i posti rispetto ai candidati e gli organici diminuiscono.

Il lavoro nell’emergenza-urgenza ha avuto negli anni una evoluzione che non consente più di tornare indietro senza mettere in ginocchio il SSN: I posti letto sono diminuiti, i ricoveri devono essere appropriati, l’utenza è disorientata e spaventata dal mondo del web, il medico territoriale non ha più il tempo di dedicarsi al paziente perché oberato da burocrazia e pressioni prescrittive che lo limitano nel lavorare in scienza e coscienza e il paziente pretende risposte immediate nei Pronto Soccorso.

Il medico del Pronto Soccorso è in trincea, gestisce l’assalto dovuto all’inefficienza del Sistema e nello stesso tempo deve fronteggiare la vera emergenza-urgenza, che appropriatamente si rivolge a lui.

In questo girone dantesco sono coinvolte anche altre specialità che ruotano intorno al sistema dell’emergenza-urgenza e che hanno anch’esse grosse difficoltà a trovare nuova “forza lavoro” (Ortopedici, anestesisti, radiologi, pediatri, ecc.).

Il SSN non è più attrattivo per i giovani medici ed è inverosimile che il Governo sia così miope da non rendersi conto che si sta condannando a morte quel Sistema Sanitario che un tempo ci era invidiato da tutto il Mondo.

Se non si provvede velocemente a incentivare il disagio lavorativo con un sistema contrattuale che invogli i giovani a partecipare ai concorsi e i più esperti a restare nella Sanità pubblica non sarà garantita, in tempi brevi, quella cura che la Costituzione invoca come diritto imprescindibile.

Proporre un rinnovo del contratto che non tenga minimamente conto del fatto che i professionisti della salute hanno continuato a garantire efficienza nonostante un salario proporzionalmente sempre in diminuzione da 10 anni a questa parte (forse il Governo non conosce il significato del potere d’acquisto) e un disagio lavorativo sempre in crescita, specialmente in alcuni settori, è indicativo della volontà politica di distruggere il SSN.

Se un politico facesse, in totale anonimato, una guardia in Pronto Soccorso e non solo una visita di pochi minuti con la Direzione Aziendale (che ovviamente cerca di evidenziare solo efficienza), si potrebbe rendere conto della realtà.

Garantire l’Emergenza ai cittadini senza medici specialisti non si può, l’unica soluzione è aumentarne l’attrattività per i professionisti.
Il Governo, per evitare che molti Pronto Soccorso seguano l’esempio di Noto, dovrebbe assumersi le sue responsabilità proponendo un contratto adeguato, con la giusta remunerazione già all’inizio dell’attività lavorativa e che tenga conto del disagio.
 
Giuseppina Fera
Componente segreteria nazionale Cisl Medici

08 luglio 2019
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