Andare oltre la legge 180
Penso che, quanto scritto, da Andrea Angelozzi (QS 17 marzo 2025), sarebbe grave ignorarlo o negarlo, ma ancora peggio giustificarlo. Penso anche che negare il significato di quanto scritto da Alberto Sbardella (QS 18 marzo 2025) sia sbagliato, stupido e miope.
Oggi si può fare
Penso che, quello che sta accadendo in Italia sulla salute mentale, sia il feed back di un settore che con il mondo che va a destra si costituisce come un segnale patognomonico (nulla di più sia chiaro), quindi un sintomo tra mille sintomi, di una grande e pericolosa retroazione e restaurazione che, ovviamente va ben oltre la salute mentale, e ben oltre il nostro paese. Non so se la salute mentale anticipa ciò che sta avvenendo nel mondo ma so che quello che sta avvenendo nel mondo rischia di decidere il destino della salute mentale e di milioni di persone.
Che Milei, il presidente dell’Argentina, senta il bisogno di ripristinare le parole ‘ritardato’, ‘imbecille’, ‘idiota’ per definire le persone con una qualche disabilità non è casuale. Oggi lo può fare. Ieri era più difficile. Che Trump esca dall’Oms rompendo una storica solidarietà contro la malattia nel mondo e nello stesso tempo sferri un attacco alla diversità non solo di genere, ma allargata a tutti i poveri disgraziati della terra anche non è casuale. Ma anche lui oggi lo può fare. Prima no.
La controriforma del senso delle cose
Ma, non è neanche casuale, che a contesto invariato, il mio amico Andrea Angelozzi si allarmi e ci avverta che, a causa del consiglio superiore della magistratura (CSM), cioè a causa del documento finale relativo alle Rems, in Italia si rischia di riaprire i manicomi e, con il consenso del Tavolo Ministeriale, ove è rappresentata anche la SIP cioè la stessa che ha sottoscritto e condiviso i rutilanti manifesti proposti da psichiatria democratica (QS 15 settembre 2021). Prima, era impensabile anche supporlo, oggi viene ufficialmente proposto e, ripeto, con l’appoggio della Sip.
In fisica, la retroazione, indica la possibilità di un sistema dinamico di regredire aggiornando le proprie caratteristiche nei confronti di una realtà che è istruita da tutto quanto le permette di regredire. Prima era una provocazione proporre delle soluzioni custodialiste oggi le stesse soluzioni appaiono fin anche alla Sip come normali soluzioni razionali.
Secondo me, oggi, per richiamare i miei maestri (in particolare Frege) non è casuale che i significati dei valori in ballo stiano cambiando mutando in controvalori, ma oggi, soprattutto, sta cambiando il senso delle cose. Oggi come ha spiegato proprio Frege cambiando i contesti politici si sta riformando il senso delle cose. Compreso il senso della 180.
Habemus Tutorem
Oggi la sconfitta della sinistra non solo in Italia, ma nel mondo, ha un prezzo molto alto.
La sua responsabilità storica è non essersi evoluta come pensiero come strategia come progettualità come sogno, anzi di aver ripiegato a destra cercando di tornare indietro esponendo il mondo, agli errori e agli orrori, della destra.
Il ritorno al neoliberismo in sanità nel nostro paese da parte della sinistra è un orrore che tutta la sinistra ha tollerato.
Senza una sinistra neoliberista cioè una sinistra farlocca è mia convinzione che la destra nel nostro paese non avrebbe mai potuto vincere
La vera responsabilità della sinistra, con le sue scelte sbagliate i suoi errori è quella alla fine di aver tolto, con le proprie incapacità, l’hatù che difendeva il mondo dall’assurdità dall’ingiustizia e dal sopruso. Dal non senso.
Come essere senza un hatù
Ricordo che hatù come tutti sanno è certamente un anti-concezionale ma è anche l’acronimo creato addirittura da Goldoni di Habemus Tutorem. Hatù è la metafora di un presidio contro l’ignoto e i suoi pericoli.
Oggi come ha scritto Biasco[1] senza una “sinistra pensante” degna e adeguata alle sfide del tempo è come se il mondo fosse senza un garante capace di difenderlo dal non senso. Oggi la sinistra è la prima responsabile della destrutturazione dei valori ai quali essa si è ispirata fin dalla sua nascita. Una destrutturazione che in questi anni la sinistra in prima fila il PD ora anche la Cgil, quindi, che ha significato l’avvento del non senso. La vera novità è che il non senso lavora per la destra non per la sinistra.
E’ grazie all’avvento del “non senso” che, oggi, insieme a tanti altri fattori come la stupidità apologetica di alcuni soggetti politici, tra i quali annovero certamente “psichiatria democratica” ma non solo che è possibile, per il Csm per il tavolo ministeriale e per la Sip, riaprire per esempio i manicomi nel nostro paese. Quando la sinistra aveva un pensiero di sinistra il problema non si poneva nemmeno. Ma oggi si pone e la colpa non è di chi entra in casa e rompe tutto ma di chi con le sue incapacità ha lasciato la porta aperta.
La seconda conferenza della salute mentale: il dejà vu
Forse, i nostri lettori, ricorderanno che, poco dopo l’inizio del nuovo anno, proprio dopo la Befana, su questo giornale ho manifestato una critica ferma ma anche leale sulla seconda conferenza della salute mentale organizzata dalla Cgil “per conto” di psichiatria democratica e “per conto” della Bindi. (Qs 7 gennaio 2025). Che fece scalpore e mi causò non pochi dispiaceri.
“Per conto di”, come si sa, è una perifrasi, che non va presa alla lettera. La Cgil non è una agenzia che organizza convegni per conto terzi. La funzione della perifrasi ha un significato politico e cioè di mettere in relazione un costituente della frase, in questo caso la Cgil, con altri costituenti, in questo caso psichiatria democratica e la Bindi. Nel primo caso un pensiero apologetico prigioniero della propria ideologia e nel secondo caso un pensiero neoliberista tutt’altro che di sinistra.
Ma mettere insieme “apologia” “ideologia” e “neoliberismo” come sta provando a fare la Cgil (penso alla “via maestra e alla lettera aperta scritta a Landini in questi giorni dal forum per il diritto alla salute) (Qs 18 marzo 2025) non è una buona cosa. Anzi tutto sembra preludere alle restaurazioni temute da Angelozzi. Quando il gatto è fuori casa, i topi ballano sul tavolo e senza hatù sia gli apologeti che i neoliberisti possono fare davvero danni enormi.
I ladri di diritti
Ricordo anche l’obiezione politica da me fatta alla Cgil in quella circostanza: perché chiedere ai ladri dei diritti in questo caso alla Bindi di recuperare i diritti rubati? Ricordo che è grazie alla controriforma Bindi se è avvenuta a suon di incentivi fiscali a carico nostro la crescita della privatizzazione, una crescita che ha riguardato anche la psichiatria cioè la manicomialità privata.
Insomma per quale diavolo di ragione, con una salute mentale che cade a pezzi, con gli operatori che non sanno più dove sbattere la testa, con una evidente situazione regressiva, un sindacato serio come la Cgil, organizza la seconda conferenza della salute mentale di fatto per “conto di” un pensiero pietrificato come quello di psichiatria democratica e per conto di un pensiero neoliberista come quello della Bindi ?
Insulti e insolenze
Ai miei interrogativi non ho avuto le risposte che mi aspettavo ma in compenso ho avuto insulti e insolenze da parte di Antonello D’Elia a nome di “psichiatria democratica” cioè a nome di chi ,esattamente come gli ascensori , secondo me è ormai out of service. Lui che come è ovvio non ci sta ad essere considerato fuori servizio perché immagino sia troppo comodo vivere di rendita con le ideologie ospite della Cgil e facendo il “pasdaran” che certamente non è, da “democratico” quale è, non potendo rispondermi mi ha negato il diritto di avere una opinione , avvertendomi che solo uno psichiatra, come lui, può capire la malattia mentale e facendomi sentire pur con le mie due lauree e (una delle quale ad honorem in medicina) piccolo piccolo e al suo gigantesco cospetto culturale drammaticamente incongruo. (QS 9 gennaio 2025)
Ma se alla critica sulla conferenza della salute mentale non ho avuto risposte ma solo insulti da parte di chi non poteva rispondere la risposta me l’ha data la famosa “regola transitiva”: se la Cgil fa la conferenza per psichiatria democratica e fa fare le conclusioni alla Bindi cioè a chi ha rubato i diritti ai cittadini allora la Cgil psichiatria democratica e la Bindi sono praticamente la stessa cosa. Per cui la conseguenza paradossale è che dopo la Bindi anche la Cgil rischia di rubare i diritti.
Ma se le cose stanno così, cioè se il non senso, ha preso piede allora il timore di Angelozzi è meno ingiustificato di quello che sembra. Anzi è più reale di quello che potrebbe apparire. C’è il rischio che egli non stia esagerando ma che abbia ragione a temere il peggio.
Il doppio circuito
E’ vero che si sta creando un “doppio circuito”, come scrive Angelozzi, che distingue malati riabilitabili da malati irrecuperabili. I primi da curare i secondi da contenere. I primi da curare nei servizi di salute mentale i secondi da mettere sotto chiave dentro strutture di alta sicurezza quindi solo da custodire. Ma questo, per me, è un pericolo reale, non in se, ma solo perché esistono “ascensori fuori servizio”, “sindacati diventati neoliberisti” e neoliberisti messi a guardia dei diritti.
Il pericolo è che oggi non c’è più l’hatù. Sia chiaro, dopo la chiusura degli Opg e l’apertura delle rems che esistano anche questi malati è innegabile ma nonostante io non sia uno psichiatra, e quindi per D’Elia non avrei titolo a parlare dei problemi della salute mentale, proprio Basaglia mi ha insegnato che questo non solo non è una novità ma che come dice l’ultimo Dsm 5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) ancora oggi esattamente come ai tempi di Basaglia esistono gradienti di malattia mentale, da 0 a 1 dove vi sono malati mentali vicino a O altri vicini a 0.5 e altri ancora come quelli delle rems vicino a 1. Ma questa complessità a meno di andare contro il senso non autorizza nessuno a recuperare la dicotomia curabile/incurabile cioè recuperabile/ irrecuperabile cura/custodia che proprio Basaglia aveva messo in discussione e che oggi rispunta fuori.
La rottura completa con la 180
Quindi sono d’accordo con Angelozzi quando dice che questo recupero costituirebbe “una rottura completa con la 180” una rottura che potrebbe creare un precedente che a sua volta “potrebbe innescare lo stesso criterio di “inemendabile” per altre categorie nosologiche”.
Il precedente di cui parla Angelozzi per me è pericoloso in particolare oggi, proprio perché la seconda conferenza sulla salute mentale della Cgil, ha sancito, di fatto, una alleanza tra apologia e neoliberismo, tra una psichiatria democratica che a corto di argomenti insulta chi la critica a sinistra, e una Bindi che sta colonizzando da destra in senso neoliberista proprio la sinistra.
Allarme
Ebbene in questo contesto oltre all’allarme lanciato da Angelozzi acquista significato la lettera scritta di Alberto Sbardella, sul quale vorrei rassicurare D’Elia è uno psichiatra con una regolare specializzazione e che diversamente da me che sono solo un umile discepolo di Basaglia al servizio della critica, ha quindi titolo per parlare di matti.
Ma io a differenza di D’Elia su Sbardella che parla addirittura di “ermeneutica applicata alla psichiatria” di “attività filosofica applicata alla interpretazione”, e per fortuna di molto altro, non mi sogno di rimproverare allo psichiatra di non essere un filosofo e un sociologo, ma al contrario mi rallegro che davanti alla famosa complessità irriducibile della salute mentale vi sia un concorso di punti di vita contro l’apologia e contro il neo-liberismo e contro gli ascensori out of service. Un concorso di idee che D’Elia mostra senza dubbio di non essere in grado di tollerare in particolare se le idee che vengono fuori lo mettono esattamente come gli ascensori guasti fuori gioco.
Tornare indietro per fare un salto in avanti
Su una cosa in particolare Sbardella ha ragione (un punto che è totalmente sfuggito alla conferenza della Cgil): questo è il ‘momento’ più idoneo per provare a pensare a quale psichiatria per quali psichiatri (e non solo). Ma solo perché proprio oggi, aggiungo io come del resto ho detto lealmente alla Cgil ,è necessario per non tornare indietro andare avanti.
Sbardella con un bell’ossimoro scrive: “Tornare indietro per fare un salto in avanti”. Aggiungendo: “Proviamo ad intraprendere un percorso scevro da retaggi ideologi e lanciamoci in un grande brain storming collettivo nazionale. O non esistono più le centinaia di persone folli rei in attesa di entrare nelle rems? (omissis)”.
Ma ciò che propone Sbardella è esattamente quello che D’Elia quindi psichiatria democratica questa volta con tanto di specializzazione e di sigaro evita di fare, secondo me, per paura di perdere la rendita di posizione che gli garantisce l’ideologia e l’apologia, cioè le uniche modalità compatibili per chi come lui non ha un pensiero. Non sono pochi gli psichiatri che sfruttano l’ideologia come se fosse una rendita.
Oltre la 180
Io la proposta di Sbardella sarei per raccoglierla. Penso anche Angelozzi e un sacco di altri psichiatri e anche molti psicologi. E tutti coloro con i quali ho discusso “Oltre la 180” (QS 29 settembre 2022). Ma penso anche a coloro che ad esempio hanno cominciato a pensare sulla salute mentale in modo nuovo. Mi viene in mente Salerno e il “non luogo della psichiatria e il non ancora della salute mentale”. Ma a parte il pensiero aperto di chi è disposto a pensare mi chiedo e il “pasdaran” Antonello D’Elia? Questo psichiatra insolente che non tollera il punto di vista di chi non è psichiatra come lui. E la Cgil? E la Bindi la nostra neoliberista quella della “grande marchetta” al privato?
L’offesa di essere trattato come un nemico
Nell’epoca dei Milei e dei Trump, ma anche dei D’Elia, cioè nell’epoca della controriforma del senso, i pericoli, denunciati da Angelozzi sono reali. Essi vanno ben oltre la “mesta deriva laterale”, di cui parla Sbardella.
Io non sono preoccupato dell’attacco alla 180 che fa il Csm, sono preoccupato del contesto politico e sociale nel quale avviene questo attacco cioè sono preoccupato che una serie di soggetti sociali non sono più ciò che sono sempre stati cioè Hatù a difesa dei diritti delle persone. Sono anche preoccupato che il lavoro sporco di rubare i diritti ai cittadini proprio grazie alla Bindi molto probabilmente sarà delegato a proposito delle rems al privato, che ovviamente non tratterà più i malati di mente come tali ma come dice Milei come imbecilli ritardati idioti e criminali.
Per cui insisto oggi si rischia grosso. Quello del Csm è solo un segnale. In questa situazione compromessa io resto convinto che si tratta cambiare gli ascensori che non funzionano ma non come scrive D’Elia che senza alcun rispetto per la storia delle persone mi attribuisce il desiderio dell’inquisitore quindi dell’autodafè trattandomi come un nemico della 180 ma soprattutto come un suo personale nemico. Gli ascensori si cambiano con un pensiero nuovo e se questo pensiero farà perdere a gente come D’elia la propria rendita di posizione pazienza. Ce ne faremo una ragione.
Conclusione
Io penso che per sostituire gli ascensori rotti non ci vogliono gli inquisitori ma ci vogliono semplicemente nuove idee nuove visioni nuove strategie. Ascensori nuovi.
Mi permetto di insistere: la 180 è una sinfonia incompiuta e che da quel che ho visto proprio nella seconda conferenza della Cgil nessuno, cascasse il mondo, vuole finire e nessuno ha intenzione di finire. Il mondo va a remengo ma noi restiamo grazie a personaggi come D’Elia come la Dirindin, come la Bindi prigionieri della 180 e in balia del non senso.
Non di inquisitori abbiamo bisogno ma di valenti musicisti creativi, con convincenti idee musicali, quanto basta per mettere un freno alla contro-riforma del senso che sta incombendo sul mondo e finalmente cambiare musica.
Ivan Cavicchi
[1] S. Biasco Per una sinistra pensante Costruire la cultura politica che non c’è Marsiio 2009
21 Marzo 2025
© Riproduzione riservata
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