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Palù e Magrini hanno in mente due Aifa diverse

di Rosaria Iardino

Già in passato mi sono espressa affinché la proposta di riforma abbia come faro l'interesse pubblico e si muova in una logica di collaborazione tra i diversi enti nell'esercizio delle reciproche funzioni. Oggi mi pare che la visione del Presidente Palù sia quella che va maggiormente nella direzione da me auspicata, sotto diversi aspetti che elencherò brevemente

27 MAG -

Con il decreto-legge 152/2021 recante “disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose” era stata disposta la proroga delle due commissioni consultive che operano presso l’Agenzia italiana del farmaco, la Commissione tecnico-scientifica e il Comitato prezzi e rimborso, con il compito di valutare rispettivamente gli aspetti scientifici ed economici dei farmaci. Lo stesso DL prevedeva che i componenti dei due organismi – nominati con decreto del Ministro della salute del 20 settembre 2018 e il cui incarico, scaduto lo scorso 20 settembre, era stato prorogato per 45 giorni – restassero in carica fino al 28 febbraio 2022. In sede di Milleproroghe, la scadenza del mandato è stata poi prorogata al 30 giugno 2022.

Ebbene, il 30 giugno si avvicina, ma la riforma dell’Aifa stenta ancora a vedere la luce, principalmente, a quanto si sa, in ragione della contrapposizione di vedute tra il Presidente Giorgio Palù e il Direttore Generale Nicola Magrini.

In linea di principio non mi ha mai convinta molto il fatto che siano le più alte personalità attualmente in carica nell’Ente – che, ricordiamolo, deve innanzitutto rispettare i requisiti di autonomia e indipendenza – ad attuare una riorganizzazione interna di competenze, ruoli e governance. Sarebbe stato al contrario molto più trasparente arrivare a una riforma condivisa attraverso un metodo maggiormente partecipato, coinvolgendo stakeholder di diversa provenienza.

Ma al netto di questa opinione del tutto personale – probabilmente fin troppo utopistica considerando come vanno le cose in questo Paese – analizzando le due differenti ipotesi riorganizzative, non faccio fatica a prendere una posizione abbastanza netta in favore di una delle due proposte.

Già in passato mi sono espressa affinché la proposta di riforma abbia come faro l'interesse pubblico e si muova in una logica di collaborazione tra i diversi enti nell'esercizio delle reciproche funzioni. Mi riferivo in particolare all’ipotesi che voleva il Centro di Coordinamento Nazionale dei Comitati Etici esclusivamente di competenza di Aifa, ipotesi che a mio avviso sollevava un enorme conflitto di interessi.

Oggi mi pare che la visione del Presidente Palù sia quella che va maggiormente nella direzione da me auspicata, sotto diversi aspetti che elencherò brevemente.

Innanzitutto, mi sembra che la posizione di Magrini, che riprende pedissequamente l’impostazione organizzativa dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA), tenda ad accentrare fin troppo i poteri esecutivi in capo al Direttore Generale. Secondo Palù, invece, dovrebbe essere il ruolo del CdA ad essere potenziato, con l’attribuzione delle funzioni di indirizzo e di controllo dell’attività gestionale, in capo al DG. Secondo Palù, al Consiglio di Amministrazione dovrebbe essere affidato anche il compito di individuazione delle linee di attività, degli obiettivi e della valutazione finale su tale gestione, valutandone la coerenza con gli indirizzi assegnati.

Quanto alla nomina del DG, oggi questa avviene con decreto del Ministro della Salute, sentita la Conferenza Stato Regioni. Palù chiede che, come quello di Agenas, il DG sia nominato d’intesa della Conferenza Stato Regioni e con una sola possibilità di rinnovo. In generale, infatti, la proposta di Palù mira a omogeneizzare le regole per la nomina e il funzionamento di Agenas e Aifa e, soprattutto, a proporre una maggior presenza delle Regioni nei processi governati da Aifa. La qual cosa mi sembra del tutto auspicabile.

Palù prova inoltre a delineare una proposta che conferisca ad Aifa una maggiore efficacia, allo stesso tempo rafforzando l’autorevolezza dell’Ente in campo scientifico. Egli suggerisce che i momenti decisionali della Commissione consultiva tecnico-scientifica e del Comitato prezzi e rimborso siano unificati, così da velocizzare i processi e aumentare l’efficacia delle determinazioni assunte.

Inoltre, mentre Magrini opta per eliminare il meccanismo dello lo spoil system in riferimento al DG, Palù ritiene che al cambio di legislatura, il Governo e il Ministero debbano avere la possibilità di decidere se mantenere o cambiare i referenti, al fine garantire convergenza di indirizzi.

Magrini, inoltre, aggiunge carne al fuoco, assegnando all’Agenzia ulteriori compiti che attualmente sono di competenza del Ministero della Salute. Al contrario, credo che dovrebbero essere implementati e ottimizzati le competenze che l’Aifa ha già, non aggiungerne ulteriori.

In merito all’aumento di organico che propone il Direttore Magrini, segnalo solo che al 2020 si registrano circa 540 dipendenti di Aifa e, francamente, ulteriori assunzioni non mi sembrano affatto una priorità.

Queste, in sintesi, le mie osservazioni nel merito delle due ipotesi di riforma dell’Agenzia italiana del farmaco. Quel che è certo è che queste due contrapposte visioni dovranno quanto prima pervenire a una ricomposizione – magari grazie all’intervento di un provvidenziale deus ex machina – pena la perdita di ulteriore tempo prezioso per il nostro Paese.

Rosaria Iardino

Presidente Fondazione The Bridge



27 maggio 2022
© Riproduzione riservata


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