Le prime 5 Aziende sanitarie territoriali con un alto livello di performance manageriali nelle aree prevenzione, distrettuale, ospedaliera, sostenibilità economica-patrimoniale e outcome? Tutte al Nord. In testa l’Azienda Ulss 8 Berica di Vicenza e poi l’Ats di Bergamo l’Azienda Ulss 6 Euganea, l’Azienda Ulss 1 Dolomiti e l’Azienda Usl Bologna.
Quelle invece complessivamente meno performanti? Tutte al Sud e sono capitanate dalla Asl Napoli 1 Centro seguita dall’Asp di Crotone, dall’Asl di Matera, dall’Asp di Enna e dall’Asp di Vibo Valentia.
Guidano invece la classifica delle Aziende Ospedaliere con alte performance manageriali sul fronte dell’accessibilità, gestione dei processi organizzativi, sostenibilità economico-patrimoniale e investimenti: l’Ao Santa Croce e Carle di Cuneo seguita dall’Aou Padova, dall’Aou Policlinico Tor Vergata di Roma e dall’Aou Sant’Andrea sempre nella Capitale. Chiude la cinquina l’Aou Policlinico San Matteo di Pavia.
È questa l’istantanea scattata da Agenas che ha presentato i dati aggiornati al 2023 del modello di valutazione multidimensionale della performance manageriale delle Aziende sanitarie pubbliche, ospedaliere e territoriali. L’occasione, la 19esima edizione del Forum Risk Management in corso ad Arezzo.
A finire sotto la lente degli analisti le attività di 110 Aziende territoriali e 51 Aziende ospedaliere. Riguardo le prime, il monitoraggio si è basato sulla valutazione di 34 indicatori classificati in 6 aree (prevenzione, distrettuale, ospedaliera, sostenibilità economica-patrimoniale, outcome) e 12 sub-aree. Per quanto riguarda invece le Aziende ospedaliere, gli indicatori presi in considerazione sono stati 27, classificati in 4 aree (accessibilità, gestione dei processi organizzativi, sostenibilità economico-patrimoniale, investimenti) e 10 sub-aree.
A conti fatti, il mix di tutte le aree analizzate nelle Aziende territoriali ha portato all’individuazione di 30 aziende con una valutazione complessiva buona, 53 con valutazione intermedia, 27 con una valutazione migliorabile. Invece, tra le Aziende Ospedaliere, sono 13 quelle con una valutazione complessiva buona, 25 hanno conquistato una valutazione intermedia e 27 una valutazione migliorabile.
Ma tirando le somme i dati restituiscono un‘Italia dove in molte aree e con qualche rara eccezione, il gap tra il Nord e il Sud ancora non si colma.
Ma vediamo i dati in sintesi
Le Aziende sanitarie territoriali
Le attività delle 110 Aziende territoriali misurate attraverso i 34 indicatori, sono state suddivise in cluster in considerazione del numero di cittadini presi in carico, ovvero meno di 250mila abitanti; tra i 250mila e i 400mila abitanti; tra i 400mila e i 700mila abitanti; superiori a 700mila abitanti.
Come abbiamo visto e considerando il mix di tutte le aree valutate, le 5 Aziende che raggiungono un livello maggiore di performance sono l’Azienda Ulss 8 Berica; l’Ats di Bergamo; l’Azienda Ulss 6 Euganea; l’Azienda Ulss 1 Dolomiti e l’Azienda Usl Bologna. Le meno performanti sono la Asl Napoli 1 Centro seguita dall’Asp di Crotone, dall’Asl di Matera, dall’Asp di Enna e dall’Asp di Vibo Valentia.
Livello di Performance Aziende sanitarie territoriali pubbliche
Cluster Popolazione |
Livello di Performance |
||
|
Alto |
Medio |
Basso |
<250.000 ab |
7 |
17 |
3 |
250.000-400.000 ab |
7 |
15 |
6 |
400.000-700.000 ab |
8 |
9 |
11 |
> 700.000 ab |
5 |
12 |
10 |
TOTALE |
27 |
53 |
30 |
Distribuzione territoriale della performance delle Az. Sanitarie Territoriali Pubbliche
Area della Prevenzione: la valutazione degli indicatori rispetto le percentuali di screening (Mammella, Cervice, Colon) eseguiti sulla popolazione target, evidenzia come le Asl delle regioni del Nord-Est registrino un livello alto/molto di screening eseguiti. Nel Nord Ovest non mancano aree critiche (Valle D‘Aosta). Freno a mano tirato nelle Asl delle regioni del Centro e del Sud che presentano mediamente valori bassi. Particolarmente critiche le performance in Campania e in Calabria.
Conquistano la classifica delle Aziende sanitarie con le migliori performance manageriali sul fronte della prevenzione: la Asp Trento, Ats della Montagna, Ausl Reggio Emilia, Ausl Dolomiti e la Ausl Toscana Nord Ovest.
Spicca in particolare con alte performance per lo screening alla mammella la Asl di Trento (76% della popolazione raggiunta) di contro l’Asp di Reggio Calabria raggiunge una modestissima copertata dell’1,4%. Le migliori performance per lo screening del colon le conquista la Ussl Berica (65%) e Marca Trevigiana (63%); fanalino di coda la Asp di Cosenza: non raggiunge l‘1%.
Area Assistenza distrettuale: la valutazione degli indicatori (dotazione dei servizi territoriali; cure primarie; presa in carico del territorio; ospedalizzazioni evitabili e il consumo di prestazioni di specialistica ambulatoriale) restituisce un quadro molto omogeneo a livello nazionale con la maggioranza delle Asl dotate di un livello di performance medio.
Nella classifica delle best practice figurano: Asl Vercelli, Asl Torino 4, Asl Torino 5, Asl Biella, Asl Verbano-Cusio-Ossola.
Per quanto riguarda le cure primarie (assistiti adulti per Mmg, pediatrici per Pls e contatti per Mca), le migliori performance si registrano nella Ausl Bologna, Ausl Modena, Ausl Reggio Emilia, Asl 6 Medio Campidano e Ausl Ferrara. Sul fronte della presa in carico territoriale (Adi assistiti over 65, assistiti DSA, assistiti in trattamento sanitario residenziale, accessi in PS evitabili over 75, allarme target) le migliori Asl sono quella di Vercelli, la Asl Genovese, Ausl Piacenza, Ausl Imola e la Ausl Reggio Emilia. Qualche esempio, in particolare sul fronte dell’assistenza domiciliare (il valore medio nazionale è pari a 8,5%): la Asl di Imola raggiunge il 18% degli assistiti over 65. Si ferma invece al 2,2% l’Asp di Messina.
Area Assistenza ospedaliera: la valutazione degli indicatori (degenza media nei reparti di medicina interna e geriatria; l’indice di fuga per prestazioni di media e bassa complessità; il rispetto dei tempi di attesa per gli interventi di colecistectomia, protesi all’anca, ginocchio e spalla) restituisce un comportano variegato con il raggiungimento di alti livelli di performance sia al Nord che al Sud. Ma anche criticità nel Nord Ovest e al Centro Italia.
Sulla base di tutti gli indicatori considerati per questa area le 5 migliori Aziende territoriali sono la Asp di Bolzano, Aso di Messina, Asl di Cagliari, Asl Foggia e Ats Brescia
Area Sostenibilità economico-patrimoniale: la valutazione degli indicatori (costi pro-capite e l’indice di tempestività dei pagamenti) registrano performance nelle Asl del Centro-Nord con livelli maggiori rispetto a quelle del Sud, dove molte provincie sono in affanno. Mediamente i costi pro capite si attestano sui 2.100 euro a cittadino. Ma si va dai circa 3mila euro di Bolzano ai 1.700 a Napoli Nord.
Sul totale degli indicatori considerati le 5 migliori performance si registrano nelle: Ulss Berica, Ulss Euganea, Ats Bergamo, Ulss Marca Trevigiana, Ulss Pedemontana.
A parità costi totali pro capite e servizi resi le 5 aziende con le migliori performance manageriali sono: l’Ats di Bergamo, Ausl di Parma, Asl Novara, Ats Brianza e la Asl Genovese. Le peggiori: Asl di Matera, Asl Napoli 1 Centro, Asp Crotone, Asp Enna e la Asl di Pescara.
Area Investimenti: la valutazione degli indicatori (capacità di rinnovamento tecnologico e lo stato del patrimonio) evidenzia bassi livelli di performance in moltissime Asl a livello nazionale. Con pochissime eccezioni. Le 5 Aziende che hanno fatto registrare le migliori performance sono: Ats della Montagna, Ats Pavia, Asl Caserta, Asl 3 Nuoro e la Asl 3 Oristano.
Area Outcome (Esiti): la valutazione degli indicatori (mortalità prevenibile e trattabile) indica come i tassi di mortalità siano molto più bassi al Centro-Nord. Fanno eccezione le Asl della Regione Lazio. Criticità al Sud, anche qui con qualche rara eccezione.
Le 5 migliori Asl per mortalità evitabile sono la Ulss Marca Trevigiana, Asp Trento, Ast 1 Pesaro e Urbino, Azienda sanitaria di Bolzano e la Ulss 9 Scaligera.
Quelle con le peggiori performance: la Asp Siracusa, Asl Napoli 3 Sud, Asl Caserta, Asl Napoli 2 Nord, Asl Napoli 1 Centro (in questa Asl la mortalità evitabile è di 29,1 ogni 10mila abitanti doppia rispetto ad esempio a quella registrata nella Asl Pesaro Urbino).
Valutazione multidimensionale nelle Aziende Ospedaliere e Aziende Ospedaliere Universitarie pubbliche
Rispetto al monitoraggio delle aziende ospedaliere e aziende ospedaliero- universitarie, gli indicatori presi in considerazione sono 27 classificati in 4 aree (accessibilità, processi organizzativi, sostenibilità economico-patrimoniale, investimenti) e 10 sub-aree. Anche in questo caso, al fine di ottenere valutazioni omogenee, sono stati individuati quattro cluster con riferimento alla presenza o meno dell’Università e al numero di posti letto, inferiore o superiore a 700.
Il risultato del mix di tutte le aree analizzate porta all’individuazione di 13 aziende con una valutazione complessiva buona: le prime cinque sono Ao Santa Croce e Carle (CN); Aou Padova (PD); Aou Policlinico Tor Vergata (RM); Aou Sant’Andrea (RM); Aou Policlinico San Matteo (PV). Hanno una valutazione intermedia 25 Aziende: le prime 5 sono Ao SS Antonio e Biagio e Cesare Arrigo (Al), Ao San Giovanni Addolorata (Rm), Aou Maggiore della Carità (No), Aou Marche (An) e Ao Perugia. Invece sono 13 quelle con una valutazione migliorabile.
Livello di Performance AO e AOU pubbliche
Tipologia di Azienda |
Livello di Performance |
||
|
Alto |
Medio |
Basso |
AOU > 700 posti letto |
7 |
10 |
3 |
AOU < 700 posti letto |
4 |
3 |
3 |
AO > 700 posti letto |
0 |
5 |
2 |
AO < 700 posti letto |
2 |
7 |
5 |
Totale |
13 |
25 |
13 |
Distribuzione territoriale della performance AO e AOU pubbliche
Area accessibilità: sono stati analizzati il rispetto dei tempi di attesa di alcuni interventi chirurgici (di cui quattro interventi per tumori) e due indicatori relativi al pronto soccorso (tempo di permanenza e abbandoni). Sono cinque aziende con performance più alta, concentrate in regioni del Nord (Piemonte, Lombardia, Veneto e Toscana).
Area dei processi organizzativi: dalla valutazione degli indicatori di appropriatezza, efficienza ed attrattività, emerge come le performance di buon livello siano più presenti, sia in aziende del nord che del centro Italia. Agenas segnala che questa area è quella in cui si rileva un maggior miglioramento rispetto all’anno 2022.
Area sostenibilità economico-patrimoniale: la valutazione degli indicatori relativi a quest’area mostra un lieve peggioramento a livello nazionale rispetto al 2022, ascrivibile alla sub-area dei costi operativi. Le aziende con buone performance sono localizzate prevalentemente al centro-nord, ma anche in un’azienda della Sicilia.
Area investimenti: le performance migliori si riscontrano nelle regioni del sud, in particolare in Campania dove tutte le aziende raggiungono un buon punteggio di performance, con una punta di eccellenza in un’azienda del Lazio.
Approfondimento fabbisogno del personale
Rispetto alle aziende ospedaliere universitarie e alle aziende ospedaliere, l’Agenzia ha effettuato un approfondimento sul personale medico ed infermieristico (ore lavorate nel 2023), applicando la metodologia per la determinazione degli standard di personale del Ssn elaborata da Agenas. Questo è stato possibile a partire dall’anno in corso grazie ai dati presenti nel conto annuale del Ministero dell’economia e delle finanze- IGOP.
Lo strumento è stato sviluppato in coerenza con la riorganizzazione della rete ospedaliera di cui al Dm 70 e consente di determinare per ogni specifica struttura il personale necessario, per singolo reparto, tenendo conto dei posti letto disponibili, dei volumi di attività e della tipologia di pazienti assistiti.
Nella valutazione delle performance delle aziende ospedaliere e aziende ospedaliere universitarie, sono state verificate le ore lavorate - espresse in FTE complessivi - della dirigenza medica e degli infermieri nell’anno 2023 di tre delle prime aziende con migliore performance:
“Si ricorda - specifica Agenas - che il sistema di calcolo proposto permetterà ad ogni Regione di definire ogni anno un numero minimo di medici ed infermieri che consenta di aprire un reparto, nonché di ottenere l’accreditamento, e un numero massimo per farlo funzionare con efficienza. La metodologia può costituire un primo strumento di confronto sia a livello nazionale (tra diversi contesti regionali) che regionale (tra presidi ospedalieri), facendo emergere buone pratiche e, quindi, situazioni in cui la coerenza con la programmazione si coniuga con efficacia ed efficienza”.
Ester Maragò